Ultima tappa domani mattina a Oristano di “Ti castiu e (no) ti biu”. Il progetto, pensato per contrastare atteggiamenti xenofobi e riflettere su ricchezze e difficoltà che nascono nell’incontro e nelle relazioni multietniche, verrà presentato anche nella scuola secondaria “Eleonora D’Arborea” di secondo grado di Piazza Manno.
Dopo l’incontro di martedì scorso nella scuola primaria di via Solferino, anche agli studenti della scuola secondaria di piazza Manno verrà illustrata la realtà delle immigrazioni. L’obiettivo è quello di insegnare ai ragazzi come creare e mantere relazioni anche con chi proviene da culture diverse, sfatando tabù e luoghi comuni.
Il progetto “Ti castiu e (no) ti biu”, è ideato dalla cooperativa sociale cagliaritana “Il Sicomoro”, che vede un team composto da due psicologhe e due mediatori culturali entrare nelle scuole della Sardegna per insegnare alle giovani generazioni la cultura dell’accoglienza e del saper stare insieme.
L’iniziativa si rivolge ai ragazzi degli ultimi anni delle scuole elementari e a quelli delle suole medie e superiori, e propone un approccio che, partendo dalle esperienze dirette degli studenti nella propria famiglia, con gli amici e nella società, porta a ragionare in termini di spostamento dal proprio paese d’origine e delle conseguenze che questo comporta. Si parlerà dunque di come allacciare nuove relazioni in un posto completamente diverso, dove non si conosce nessuno e si parla una lingua sconosciuta? Quali sono le usanze e in che cosa differiscono rispetto a quelle del proprio paese? La cucina in che cosa è diversa?
Verrà poi fatta particolare attenzione anche sulle possibilità delle famiglie miste che le nuove migrazioni indubbiamente favoriscono.
“Dall’esperienza più che decennale di progettazione e gestione di servizi per i richiedenti protezione internazionale”, spiega Stefania Russo, presidente della cooperativa Il Sicomoro, “nasce la convinzione della necessità di realizzare iniziative di informazione sui temi delle migrazioni. Questo risponde agli obiettivi di creare una conoscenza diretta di esperienze umani forti e complesse, spesso intrise di tabù e stereotipi che impediscono una loro reale comprensione, e di avere un’informazione che sia di stimolo per creare relazioni interculturali e di dialogo tra la comunità locale e i cittadini immigrati, quale modo di contrasto di atteggiamenti xenofobi e razzisti”.
Il progetto è finanziato dalla Regione Sardegna grazie alla L.R. 46/90 piano annuale immigrazione 2019/2020 – Progetti innovativi e qualificati in materia di Politiche di Integrazione degli Immigrati non comunitari.
Venerdì, 21 febbraio 2020