La palestra in soggiorno e il giardino di casa sostituisce il Campo Coni: è l’ora di educazione fisica

L'esperienza degli alunni della scuola media n°1 di Oristano

Plank

Dal letto, al divano e dal divano alla sedia del tavolo di cucina per i pasti, per poi tornare al letto: un circuito di sedentarietà che mette a rischio la salute. È quello che numerose persone hanno messo in pratica durante la quarantena, giovani e giovanissimi compresi. Un comportamento rischioso che l’ufficio scolastico provinciale di Oristano sta cercando di interrompere nei ragazzi in età scolare, incoraggiando i docenti di educazione fisica a svolgere esercizi on-line con i propri studenti e dar loro consigli su una corretta alimentazione.

”Svolgere attività motoria, soprattutto in questo momento”, commenta Salvatore Melis, responsabile del settore sportivo dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Oristano, “risulta fondamentale e per i ragazzi serve la guida di docenti preparati”.

“Inoltre”, prosegue Melis, “per loro è molto importante anche l’incontro visivo con i loro docenti”.

E proprio l’aspetto psicologico del contatto con i ragazzi è al centro delle lezioni a distanza che sta svolgendo la professoressa di educazione fisica della scuola media di piazza Manno a Oristano, Claudia Oppo.

“Insieme al collega Carlo Puddu”, spiega la docente, “utilizziamo Teams, l’hub per la collaborazione di Microsoft, che ci consente di mantenere il contatto con i nostri ragazzi”.

Docenti e alunni si collegano contemporaneamente e, se non fosse per la distanza fisica, potrebbero sembrare in classe: nel programma, di volta in volta, appare il viso di chi parla e nella barra inferiore ci sono i volti di tutti i presenti.

Non c’è corpo sano, senza una mente sana e, per questa ragione, la lezione si apre sempre con il tentativo di instaurare un dialogo, per capire come gli studenti stiano affrontando questa nuova quotidianità, fatta di isolamento dai pari.

“Ai ragazzi è stato tolto tutto proprio in un momento di crescita”, commenta la professoressa Oppo, “quindi per me è molto importante capire come stiano”.

Pesi

Non manca la didattica in senso stretto. “Suggerisco loro dei circuiti di allenamento da fare con oggetti che trovano in casa”, spiega la docente di educazione fisica della scuola media di piazza Manno, “bottigliette piene o sedie, e spiego anche loro come utilizzare gli strumenti con la massima sicurezza. Se hanno un giardino, gli suggerisco di correre all’aria aperta”.

Non manca la teoria, che prima la professoressa Oppo svolgeva in palestra “in corso d’opera” e ora affida al software Teams.

“Uno degli ultimi argomenti trattati con i ragazzi sono stati fondamentali e regole della pallavolo”, spiega la professoressa, “ho inviato loro la documentazione, attraverso alcuni file, e sull’argomento farò anche una verifica”.

“Alcuni di loro”, aggiunge la professoressa Claudia Oppo, “registra video mentre svolge gli esercizi e me li manda, o mi racconta a voce che esercizi ha svolto”.

Flessioni

“La didattica a distanza in questo momento iniziato improvvisamente, ma destinato a durare a lungo è l’unica possibile e rappresenta l’unico strumento che, oltre a garantire il diritto allo studio, consente il mantenimento del contatto “umano” con gli alunni, supportandoli in questo momento di particolare complessità e di nuove ansie”, commenta la dirigente dell’Istituto Comprensivo n°1, Maria Giovanna Pilloni, sottolineando l’importanza di mantenere o recuperare la dimensione relazionale e il dialogo educativo tra i docenti e gli alunni, definito la “premessa di ogni buon processo di apprendimento”.

“È importante considerare che ogni studente sta vivendo un’esperienza diversa, dentro luoghi diversi – case grandi con giardini ma anche case piccole piene di gente, case su più piani, case con piccole camere – e naturalmente dentro stili di vita diversi”, riflette la dirigente. “Perciò constatiamo che se esiste una certa difficoltà per le lezioni delle discipline classiche, a maggior ragione questa “non presenza fisica” è percepita per quanto riguarda l’educazione motoria.

“Dalla palestra o dai campi sportivi alle mura domestiche, alle case, agli appartamenti la differenza non è da poco”, commenta ancora Maria Giovanna Pilloni, ricordando i progetti attivati dalla scuola , tra i quali “Io tifo positivo”, in collaborazione con il Cagliari Calcio e la fondazione Giulini,Scuola aperta allo sport, un progetto del Miur che favorisce l’avviamento alla pratica sportiva e la recente candidatura alla partecipazione ai giochi “special olympics”.

“ Lo sport fornisce ai giovani, con e senza disabilità intellettiva, l’opportunità di allenarsi e giocare insieme come compagni di squadra. Gli studenti sviluppano abilità atletiche eccezionali, ma non solo, stringono amicizie e promuovono così il rispetto per l’altro, diventano leader dentro e fuori dal campo, soprattutto in materia di inclusione”, conclude la dirigente dell’Istituto Comprensivo n°1. “Noi vogliamo credere e sperare che tutto ciò sia stato sospeso ma solo rinviato, appena sarà possibile riprenderemo tutti questi progetti. La scuola, nel frattempo, si è riprogrammata per mantenere un costante contatto con gli alunni e indirizzarli comunque a mantenere quella cultura del movimento e dello sport che si possa tradurre in uno stile di vita attivo che contribuisca al benessere psico-fisico di ciascuno. È in pratica la volontà di costruire concretamente quel motto che noi tutti pronunciamo e che i nostri alunni hanno illustrato con bellissimi disegni: andrà tutto bene, se tutti noi contribuiremo a questo bene”.

Mercoledì, 6 maggio 2020

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