Martedì, 20 ottobre 2020
Il coraggio e la forza di portare in scena uno spettacolo performativo, tornando sul palco per far dimenticare le difficoltà in cui dobbiamo vivere. Ci è riuscito GianMarco Porru, classe ’89, originario di Silì ma da diversi anni con base a Milano. Proprio qui, al Dance Haus+, il Centro nazionale di produzione della danza, lo scorso 10 e 11 ottobre è stato presentato il suo ultimo progetto artistico, “L.S.D.P”.
Una formazione poliedrica, quella di GianMarco Porru, che abbraccia l’arte a 360° e la traduce in un lavoro dove danza, teatro e arti performative convivono tra loro. Una sintesi che si ritrova anche nel suo ultimo progetto. Si potrebbe definirlo artista d’animo e di mestiere perché, in effetti, di arte ha sempre vissuto, una volta terminati i suoi studi.
Gianmarco si è formato all’Accademia di Belle Arti di Brera, e parallelamente ha portato avanti anche la sua formazione nel campo del teatro. Quest’anno ha partecipato anche al progetto “BACK_UP, Fondazione Nivola” di Nuoro. Nel 2019 era stato selezionato per il programma di formazione “Q-Rated La Quadriennale di Roma”, al Museo MAN di Nuoro.
Le parole chiave della sua ricerca artistica sono mito, magia, rito, pratiche comunitarie, antropologia e narrazione. Il suo legame con le azioni rituali si traduce con il rapporto che GianMarco ha con la sua terra, la Sardegna. Non a caso, tra i suoi lavori, ricordiamo che nel 2016 insieme alla sua collega artista Mimì Enna aveva ha ideato la Festa del Mare a Oristano.
E anche ora, nel suo ultimo progetto presentato in anteprima a Milano, le sue origini ma anche i riti e le tradizioni sarde si intravedono e vengono da lui rivisitate e tradotte in una nuova chiave.
L.S.D.P. “Le Sacre du Printemps”. “Attraverso i linguaggi della performance, del video e della musica”, racconta GianMarco Porru, “ho riletto e decostruito ‘Le Sacre du printemps’, l’opera scritta fra il 1911 e il 1913 da Igor Stravinsky e coreografata da Vaclav Nižinskij per la compagnia dei balletti russi di Sergej Djagilev”. Si è trattato di una video performance, presentata in occasione della 34° edizione del Festival internazionale di danza contemporanea “MilanOltre” del Teatro Elfo Puccini nella sezione “Vetrina Italia Domani /Under 35 in scena”, ed è andata in scena lo scorso fine settimana.
Non semplice portare sul palcoscenico un progetto artistico performativo, viste le distanze e le regole anti-Covid da rispettare. Ma questo non ha fermato la creatività e la volontà dell’artista oristanese. “Il periodo storico che stiamo vivendo è chiaramente difficile per tutti”, dice GianMarco Porru, “è stato strano dover rispettare le regole che ovviamente, almeno per quando si parla di arti performative, non ci sono. I danzatori e le danzatrici hanno dovuto sempre ballare a un metro di distanza ma senza la mascherina”.
“L.S.D.P“, racconta sempre GianMarco Porru, “è il risultato di una complessa ricerca performativa iniziata nel 2019 e sviluppata grazie al supporto di Dance Haus+ e Fondazione Sardegna Film Commission con le musiche originali di Gilda Manfrin”. Etnografia e antropologia sono le materie che legano questa sua ricerca e portano poi GianMarco Porru ad approfondirla e indagarla anche con materiale prettamente legato al mondo del folklore popolare, ma anche nei rituali comunitari e religiosi, nella museografia vernacolare e così via.
“La mia ricerca artistica”, racconta GianMarco Porru, “è legata alle narrazioni culturali, in particolare ai racconti scritti e orali all’interno di specifiche comunità”. Ma non solo: “Si lega inoltre alle storie raccontate attraverso immagini che emergono nella cultura materiale popolare, nel folklore, nei rituali comunitari e religiosi, nonché nella museografia vernacolare e nelle sue esposizioni”. E proprio da qui nasce l’ultimo lavoro che ha impegnato il performer oristanese in questi mesi. Un progetto che, per le riprese video, è stato realizzato anche in Sardegna.
“Abbiamo girato alcune scene”, racconta sempre GianMarco Porru, “in una sala mungitura ad Arborea, da me scelta, con l’intento di rimettere in una pratica quasi scientifica la realizzazione di questo scettro floreale. Doveva sembrare una sorta di fabbrica, dove si assembra però un qualcosa di rituale”.
“Il secondo luogo invece”, prosegue GianMarco, “è un’ambiente operativo di un’azienda a Tramatza. L’ho scelto per i colori e mi ha aiutato a isolare l’azione della tosatura e decontestualizzarla del tutto”.
Il cast – per il quale sono stati selezionati anche giovani di Oristano e dintorni – è stato scelto dalla Sardegna Film Commission, lo stesso istituto che ha finanziato e sostenuto il progetto di Gianmarco Porru.
“L’intento di questi lavori”, conclude infine GianMarco Porru, “è contribuire alla produzione di narrazioni umane e forme di coscienza che superano gli ordinari sistemi normativi e organizzativi della società”. Parte del progetto L.S.D.P è stato inoltre selezionata per Mediterranea 19 – School of Waters, la 19a edizione della Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, in programma a San Marino nel 2021.