spot_img
giovedì, Gennaio 23, 2025

Scuola, pronti alla ripartenza. Parlano studenti e dirigenti degli istituti oristanesi

Tra voglia di ricominciare e qualche preoccupazione

Immagine d’archivio

Martedì, 29 dicembre 2020

La voglia di tornare in aula il prossimo 7 gennaio è tanta da parte degli studenti oristanesi. La notizia della firma dell’ordinanza da parte del ministro Speranza che dispone il rientro a scuola per gli studenti delle scuole superiori con una presenza massima al 50%, fino al 15 gennaio, è stata accolta tuttavia con sentimenti contrastanti.

“C’è la volontà di tornare”, commenta Nicola Pusceddu, presidente della Consulta studentesca della provincia di Oristano e vice coordinatore regionale. “Speriamo di poterlo fare in sicurezza. Permangono infatti alcune criticità, legate ai trasporti e anche al senso di responsabilità dei singoli studenti”.

“Credo sia necessario imporre come criterio prioritario il fatto che si debba trattare di un rientro graduale, e la percentuale fornita dal Governo ne è una conferma. Il rientro a scuola è importante, ma la salute lo è di più”, commenta Niccolò Zucchelli coordinatore regionale delle consulte studentesche.

“Siamo contenti di tornare perché la Dad non è scuola”, commenta Leonardo Murgia, rappresentante d’istituto del Tecnico Mossa, “ma sosteniamo anche che per tornare senza avere sicurezze, è meglio non tornare. Non vorremmo trovarci nelle condizioni fare una settimana di lezioni per poi tornare in Dad”.

Qualche dubbio anche sulla tempistica: “Torniamo tra l’incertezza perché passiamo dall’essere in zona rossa il 6 gennaio ai banchi di scuola, senza conoscere gli esiti delle festività sui contagi”, spiega Murgia.

I rientro tra i banchi per il 50% degli alunni in maniera alternata sembra comunque – a oggi – la soluzione migliore per il territorio.

“È quella praticabile, l’unica”, commenta il dirigente del Don Deodato Meloni, Gian Domenico Demuro, fortemente contrario ai doppi turni: “Fare entrare alcuni studenti alle 10 con uscita alle 16 significava negar loro il tempo per lo studio. Abbiamo numerosi pendolari che sarebbero tornati a casa troppo tardi, avrebbe compromesso anche il momento della cena. Nel nostro territorio non è praticabile”.

“Noi faremo a rotazione, prevedendo la presenza di classi alternate. In questo modo riusciremo anche a garantire la presenza di un terzo dei convittori: 30 su 90”, precisa Demuro. “Il problema si porrà quando dal 50% di presenze si passerà al 75% ed è legato al sistema dei trasporti”.

“Ci hanno inviato i banchi pensando di risolvere in questo modo i problemi, ma ciò che serviva era un adeguato servizio di trasporto e la connessione disponibile per tutti i ragazzi”, conclude il dirigente del Don Deodato Meloni, convinto della necessità di “tenere i numeri bassi, per evitare assembramenti”.

Vede la cosa in maniera positiva il dirigente del Benedetto Croce, Salvatore Maresca: “Ci si è allineati alla percentuale dei trasporti, ma siamo pronti anche a ipotizzare il 75% di alunni in presenza”.

Anche Maresca come il collega Demuro commenta sollevato l’abbandono dell’ipotesi degli ingressi scaglionati: “Per noi che abbiamo alunni che frequentano anche il pomeriggio le lezioni di musica, con primo turno alle 14.10, sarebbe stato un grosso problema”.

“Il 50% di classi in presenza è molto più semplice”, commenta ancora Maresca, che spiega: “Organizzeremo le lezioni in modo tale che delle 49 classi totali entrino un giorno 25 e il giorno dopo 24 classi”.

Erano già pronti a ospitare il 75% delle classi gli Istituti del De Castro di Oristano e Terralba: “Nel periodo di Natale abbiamo dovuto lavorare per impostare l’orario sul 50% delle presenze”, commenta Tilocca, critico rispetto alle continue pressioni sul mondo della scuola: “Abbiamo cambiato cinque orari nel corso dei mesi e anche questa volta faremo quello che ci viene richiesto”, continua il dirigente. “Pubblicheremo i nuovi orari il 5 gennaio, in modo da avere la certezza che siano quelli definitivi”.

“Abbiamo diviso le classi di tutti gli istituti in quattro corpi omogenei”, spiega Pino Tilocca. “Due su quattro a rotazione seguiranno le lezioni in presenza”.

“Questa soluzione”, conclude il dirigente del De Castro, “va a eliminare un problema che non è stato risolto: quello dei trasporti, che prima o poi però andrà risolto alla radice”.

2 Commenti

  1. Chissà perché la soluzione migliore l’ha presa il De Castro, tutti gli altri non ci sono arrivati. Che vergogna dividere le classi al 50% o 75% invece di ridurre le sezioni. Voglio vedere un professore spiegare due volte la stessa lezione visto che il 50% a casa non farà nulla. E poi per una settimana (forse)… che genio

  2. Troppa fretta.
    E come si sa la fretta è una cattiva consigliera.
    È come fare un intervento chirurgico. C’è il chirurgo ma mancano anestesista e sala operatoria.
    Forse il governo ci vuole dare il colpo di grazia.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.

ULTIME NOTIZIE