Si avvicina Santa Lucia: le tradizioni legate alla festa e il programma

La martire cristiana è la patrona del Gremio oristanese dei muratori

La chiesa di Santa Lucia – Foto Google Street View

Giovedì, 10 dicembre 2020

di Giampiero Enna

Il 13 dicembre festeggeremo in forma ridotta col Gremio dei muratori la solennità di Santa Lucia, nella bella chiesa eretta nel XVII secolo nello slargo di via Parpaglia. A causa delle limitazioni imposte per contrastare la pandemia, non ci saranno manifestazioni civili, ma solo religiose.

Un tempo in questo periodo in su potu, nella città dentro le mura, e in su brugu, appena fuori,  la vita si svolgeva nella sua consueta lentezza: lo si vedeva non solo nella fisicità dei gesti, ma anche negli stati d’animo. Non si andava nei campi, il lavoro era fermo in attesa delle piogge. Gli animali venivano rinchiusi nelle mandre e lasciati liberi di accovacciarsi nella paglia. Fuori, l’unico segno di attività era rappresentato dal via vai di preti, suore, frati, che insieme a piccoli gruppi di fedeli si recavano nelle varie chiese e monasteri per le funzioni religiose pomeridiane.

Un umido spietato penetrava fino alle ultime fibre del corpo. Non restava che  stare al coperto vicino al fuoco di un camino o di un braciere in rame, col carbone acceso: nella case di ladrini, i meno abbienti; nei gelidi palazzi con alti soffitti, i nobili e i possidenti. Non appena il sole tramontava, le  tenebre salivano rapidamente lungo le mura e la città veniva avvolta dall’oscurità, senza più un’anima viva in giro: solo il vento e qualche gatto randagio si muovevano fuori, dileguandosi  fra le ombre scure a ogni cigolio o rumore sordo.

Le notti erano lunghe. Le piogge erano intense e battevano sui tetti, sulla campagna e le paludi intorno, insieme agli urti dei venti e dei tuoni. Si aveva paura de s’unda manna”, la grande onda del fiume Tirso, soprattutto quando le mareggiate prodotte dai forti venti di libeccio o ponente impedivano l’uscita dell’imponente massa d’acqua in mare attraverso la foce, provocando l’esondazione del fiume con l’espansione di onde di piena lungo tutta la golena.

L’inverno non era ancora iniziato e già si era stanchi delle lunghe ore di buio. Con la luce delle candele, o con uno stoppino acceso immerso in s’ollu ‘e stincu, olio di lentisco, si aspettava il  giorno di  Santa Lucia, il cui martirio, il 13 dicembre, corrisponde nella tradizione popolare  al solstizio d’inverno. È una data che in su potu e in su brugu, contadini, muratori, falegnami, e tanti altri artigiani, attendevano come l’annuncio della nuova luce, la promessa di giorni più lunghi e notti più brevi.

A essa in molti villaggi dell’isola si accompagnavano festeggiamenti sul  ciclo di morte e di rinascita, sul percorso dalle tenebre alla luce, grazie al sole. Chi aveva bisogno di luce e ne misurava la quantità al pomeriggio,  vedeva dopo il giorno di Santa Lucia il sole iniziare a tramontare sempre più tardi: dae Santa Lughia creschet unu passu e pia, da Santa Lucia le giornate crescono a passo di gallina.

Non importava che il 21 dicembre fosse il giorno dell’anno con la notte più lunga e il dì più breve. Ciò che contava era vedere i pomeriggi allungarsi con i minuti di sole aumentare al tramonto e assistere nuovamente al  trionfo della luce.

Augurando al Gremio dei muratori di riprendere pienamente la propria attività e a tutte le donne di nome Lucia (nome di origine latina che significa ‘luminosa’, ‘splendente’),  un buon onomastico, quest’anno attenderemo il 13 dicembre distanziati nei luoghi di lavoro o nelle nostre  case, per vedere al pomeriggio le giornate  allungarsi  e  andare con migliori attese verso la nuova stagione.


Il programma della festa di Santa Lucia:

Il triduo che porta alla festa di Santa Lucia è iniziato ieri. Oggi e domani, alle 17, si celebrerà una messa nella chiesetta di via Parpaglia.

Sabato, alla messa delle 8.30, farà seguito un’altra celebrazione, alle 10.30.

Domenica ci sarà una sola messa, alle 10.30. Sarà presente una delegazione del Gremio dei muratori. I gremianti ricorderanno i soci defunti.

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