Mercoledì, 3 marzo 2021
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Biglietti nominali, mascherine obbligatorie, posti distanziati e niente pop corn. Sono queste le indicazioni che il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha ipotizzato per una riapertura in sicurezza dei teatri e dei cinema in zona gialla, a partire dal 27 marzo. Un via libera, però, che risulta tale solo sulla carta, a detta di chi opera nel settore. Non arrivano buone notizie dai gestori dei cinema Ariston di Oristano e Movies di Santa Giusta.
“Al momento, riaprire continua a essere una scelta difficile e non conveniente”, dice Gianfranco Ibba, amministratore della Cinema Ariston srl. Tra i punti a sfavore di una possibile riapertura, resta quello dell’assenza di nuovi titoli: “un problema di non poco conto”, lo definisce Gianfranco Ibba. Sono pochissimi i film in uscita, non abbastanza per convincere i titolari dei cinema sardi, e anche tanti loro colleghi in altre regioni. “Proprio in questi giorni”, aggiunge Ibba, “ho contattato alcuni dei grandi distributori nazionali e confermano l’assenza di nuovi titoli. Per cosa apriamo, quindi?”.
Il secondo problema è legato alla distrubuzione dei film. “Dato che le nuove uscite solitamente sono in contemporanea nazionale, e spesso internazionale, ha senso aprire a macchia di leopardo? Siamo al momento l’unica regione in zona bianca, come possiamo aprire noi e offrire nuovi titoli mentre in altre regioni i cinema sono ancora chiusi?”.
A queste difficoltà si aggiunge poi un discorso parallelo in termini economici. “Se si parla di capienza minima”, sottolinea sempre il gestore dell’Ariston di Oristano, “e quindi del 25% delle sale. Questo 25% corrisponde anche al numero di presenze e agli incassi. Numeri non sufficienti, non dico per guadagnarci qualcosa, ma neanche per rientrare nei costi. Specie se si sta considerando di impedire l’attività ai bar e punti ristoro interni al cinema: una fonte di sostentamento economico non indifferente e che se tolta andrebbe a incidere pesantemente sul fatturato dell’azienda. In totale noi abbiamo sei dipendenti e come giusto che sia vanno mantenuti. Come facciamo a reggere questi costi? Non ci sono i mezzi sufficienti”.
Non da ultimo, il senso di incertezza e l’impossibilità di ragionare a lungo termine. “Ora siamo in zona bianca”, conclude Gianfranco Ibba, “chi ci dice che lo saremo ancora tra due settimane? Questo apri e chiudi non farebbe bene al settore e così come metto io in discussione la riapertura dei cinema dal 27 marzo in poi, lo fanno anche i miei colleghi sardi”.
Sulle misure di sicurezza pensate dal ministro Franceschini, sia per il Movies e sia per il cinema Ariston di Oristano, non ci sarebbero problemi in quanto l’uso di mascherine, distanziamento in sala e prenotazione – ed eventuale vendita – online sono soluzioni facilmente adottabili. Ma non basta.
“Ad oggi l’apertura sembra un miraggio”, spiega l’imprenditore Marco Manunza del multisala Movies, ” mi trovo d’accordo con i miei colleghi. Per noi poi ci sarebbe un ulteriore ritardo anche perché la struttura è rimasta ferma troppo tempo e ha bisogno di lavori di manutenzione”.
“Riaprire”, conclude Manunza, “e richiudere al pari del breve intervallo che è stato concesso ai cinema dallo scorso 16 giugno fino al 25 ottobre – periodo in cui si è registrato un calo delle presenze dell’80% – non ha senso. Noi infatti non ce l’eravamo sentita di aprire in quel momento e così faremo ancora, se i presupposti sono questi”.