Venerdì, 9 aprile 2021
L’Associazione Sarda Contro l’Emarginazione interviene con un documento sull’incendio che ha devastato parte dell’ex mattatoio di Oristano e sul modo in cui il drammatico episodio che ha coinvolto la comunità rom è stato raccontato e commentato. Lo pubblichiamo integralmente.
“Come Associazione Sarda Contro l’Emarginazione, ci teniamo ad esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie della comunità rom di via Rockefeller, a Oristano. Siamo lieti che non sia successo nulla di grave alle persone. Siamo preoccupati dal sospetto che il rogo della notte scorsa possa essere stato un attentato rivolto contro la comunità. Sarebbe un fatto di gravità inaudita.
Capiamo il dolore dei rappresentanti della Pro loco di Oristano per la perdita di un pezzo della storia della loro associazione, ma questo non giustifica le insinuazioni gratuite contro i vicini di casa. Le famiglie che abitano nei locali dell’ex mattatoio non sono affatto abusive, e non capiamo che senso abbia tirarle in mezzo così come è stato fatto nel comunicato della Pro loco. Semmai, sarebbe stato bello un gesto di vicinanza per persone che dalla scorsa notte si ritrovano per strada, e hanno perso ben più che semplici ricordi.
Troviamo che il modo di affrontare la questione da parte di qualche giornale sia stato parecchio scorretto. C’era tutto il tempo, in giornata, di rettificare la notizia data nella notte della distruzione delle case delle famiglie rom. Si poteva evitare di alimentare la solita disgustosa canea di commenti disumani e razzisti su Facebook, dando in pasto una notizia falsa con un titolo che già trasuda disprezzo, parlando di “baraccopoli dei rom”. Una baraccopoli, secondo il dizionario Treccani, è un “quartiere o insediamento formato di baracche, sorto abusivamente e disordinatamente”.
Per quanto in condizioni precarie, quelle di via Rockefeller sono abitazioni concesse dal Comune, non baracche abusive. Sono case, non un “campo”, come ancora oggi titolava L’Unione Sarda. D’altronde con il Comune è aperta da anni una vertenza per trovare una sistemazione più dignitosa. Speriamo si colga l’occasione per dare finalmente delle risposte sensate alle famiglie, l’urgenza è evidente.
È davvero scandaloso che dinnanzi ad ogni notizia riguardante i rom si debba sollevare sempre e comunque un polverone fatto di pregiudizi e odio razziale, ma ciò non accadrebbe se i giornali si comportassero in maniera più corretta verso la comunità rom, invece di schiacciarla costantemente sotto un cumulo di stereotipi e luoghi comuni.
Per fortuna, abbiamo anche visto che ci sono tante persone stanche di questi stereotipi e luoghi comuni, pronte ad offrire un poco di umano sostegno e solidarietà a persone che hanno rischiato di subire una grave tragedia, e si trovano comunque ora in una situazione di grave disagio. Speriamo che da qui si possa ripartire, per ricostruire un percorso di comune riconoscimento della dignità umana, di superamento delle ipocrisie e dei silenzi che sono il pane quotidiano dell’emarginazione sociale, ce n’è un grande bisogno.”
ASCE Sardegna