Martedì, 25 maggio 2021
Un sabato mattina in piazza, a Oristano, per denunciare ancora una volta le carenze d’organico dell’ospedale San Martino e i posti vacanti fra i medici di famiglia. Il Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano si mobilita ancora e propone un appuntamento per il 5 giugno.
“Ci ritroveremo in piazza Roma dalle 10 alle 12”, spiega la dottoressa Maria Carmela Marras, portavoce del Comitato insieme alla dottoressa Gisella Masala. “Chiediamo ai cittadini di aderire alla nostra protesta e invitiamo anche i colleghi sanitari a farlo: non devono avere paura”.
“Chiederemo la partecipazione anche dei sindacati medici, delle associazioni e dei comitati attivi nel territorio. Scendiamo in piazza per un fine comune. Per l’ennesima volta”, continua Marras, “chiediamo risposte alle domande che da mesi poniamo alle istituzioni locali, a quelle sanitarie e regionali. Abbiamo organizzato manifestazioni e raccolte firme, ma la situazione non è migliorata”.
“I colleghi che lavorano al San Martino sono sempre meno”, denuncia la portavoce del Comitato, “e non si fa niente per trattenerli in città. I concorsi, per esempio, vengono fatti per Ats, invece dovrebbero essere fatti per aree. Se i concorsi fossero per l’Assl di Oristano, i medici vincitori potrebbero chiedere il trasferimento solo dopo qualche anno. Se non si fa così, i centri principali sono avvantaggiati, mentre la Sardegna centrale ne fa le spese”.
Un’altra criticità è relativa ai medici di famiglia: “Nei piccoli centri, diversi ambulatori della medicina di base sono sguarniti”, denuncia ancora Marras. “A tante persone viene negato il diritto alla salute, è inaccettabile”.
Il Comitato per il diritto alla salute della Provincia di Oristano invita chi aderirà alla manifestazione a presentarsi in piazza Roma con un foglio bianco. “Ognuno”, spiega la portavoce, “potrà scrivere su quel foglio in quali occasioni la sanità gli è stata negata, quali problemi ha riscontrato. Speriamo di riempire la piazza. I cittadini devono prendere coscienza della grave situazione che stiamo vivendo”.
