Sabato, 13 novembre 2021
Giorni contati per l’emittente Super Tv? “Non possiamo accettare che la Regione Sardegna resti a guardare, mentre le uniche voci delle tv di provincia verranno messe a tacere”. Lo dice il consigliere regionale Alessandro Solinas (M5S), che ha presentato una mozione che impegna il presidente della Regione e la Giunta a promuovere azioni concrete a favore della supervisione e gestione del delicato processo di refarming di tutte le emittenti sarde, grandi e piccole.
Sotto accusa “un meccanismo che necessita di urgenti correttivi per permettere l’accesso all’erogazione dei contributi anche alle emittenti locali che non possono sottostare ai costi insostenibili previsti per i bacini di primo livello. Chiediamo che la Regione intervenga”, dice Solinas, “per la salvaguardia di tanti posti di lavoro e per tutelare il diritto all’informazione dei sardi”.
“Il passaggio alle nuove frequenze televisive che partirà da domani, e proprio dalla Sardegna, per consentire il passaggio alla tecnologia 5G e l’uso efficiente dello spettro, avrà conseguenze pesantissime per tutte le piccole televisioni sarde non configurate come reti di primo livello, ma che, di fatto, sono importantissime realtà che garantiscono il pluralismo dell’informazione”, scrive in una nota il consigliere del M5S.
In particolare, rischia la chiusura l’unica televisione della provincia di Oristano, Super Tv, ricorda Solinas, con pesanti conseguenze sulla pluralità dell’informazione e sull’occupazione nel settore.
“Il processo di refarming inizierà dalla Sardegna, dove lo svolgimento delle operazioni tecniche può avvenire senza interferenze negative sul territorio nazionale. Purtroppo però delle 42 domande di partecipazione presentate per l’Area Tecnica n. 18, relativa alla nostra regione, ne sono state ammesse alla procedura solo 27”, scrive Solinas.
“Inspiegabilmente per la Sardegna è stato previsto il secondo livello solo per le province di Nuoro e Ogliastra, costringendo le piccole emittenti sarde delle province di Oristano, Sassari, Olbia, Sud Sardegna e Cagliari a sostenere i costi elevati richiesti per il primo livello”.
“L’unica via d’uscita passa per il ripristino dei bacini provinciali delle frequenze”, spiega l’editore e direttore di Super Tv, Gianni Ledda. “Soltanto in questo modo, come confermato dal direttore generale al Mise che abbiamo incontrato ieri, le piccole emittenti saranno in grado di sostenere i costi necessari, potendosi confrontare con un altro operatore e quindi in un regime di libera concorrenza. Chiediamo pertanto che il presidente della Regione si impegni per far sì che le frequenze televisive delle province vengano riconosciute. In caso contrario, oltre a Super Tv, nove televisioni sarde saranno costrette a cessare le trasmissioni”.