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mercoledì, Febbraio 5, 2025

Sulla rivista Faenza il filo che unisce Oristano e l’Abruzzo, grazie alla ceramica

Pubblicato un approfondimento a cura dello studioso Giò Murru

La copertina dell’ultimo numero della rivista Faenza

Giovedì, 17 marzo 2022

Oristano e Castelli, in Abruzzo, sono separate da mare, montagne e centinaia di chilometri di strade. Ma le avvicina l’arte della ceramica: un legame nato negli anni Quaranta del Novecento e rafforzatosi nei decenni successivi. A indagare sulle connessioni tra l’isola e il centro Italia è stato lo studioso Giò Murru, autore di un’importante ricerca pubblicata dalla prestigiosa rivista Faenza.

È il semestrale del Mic di Faenza, il museo che ospita la più grande raccolta di arte ceramica al mondo. Ed entrambi – il Museo Internazionale della Ceramica e la rivista Faenza – sono diretti da Claudia Casali. La città romagnola è ancora oggi patria delle ceramiche artistiche, non solo a livello nazionale.

Gli studi di Murru fanno riferimento a una ricca documentazione conservata dall’Archivio storico di Oristano. Tutto parte da Vincenzo Urbani, originario di Isola del Gran Sasso d’Italia ma cresciuto proprio a Castelli. Artista e professore di scuola media, si trasferì a Oristano negli anni Quaranta e in città diede vita a un’importante scuola della ceramica, grazie al sostegno della Società Operaia di Mutuo Soccorso e dell’amministrazione comunale. La scuola fu attiva, con alterne fortune, sino alla metà degli anni Sessanta.

Urbani portò a Oristano una consapevolezza nuova, insieme ai colori tipici della tradizione abruzzese e a uno spiccato approccio imprenditoriale. In città iniziò solo allora a maturare l’idea che con la ceramica si potessero realizzare anche complementi d’arredo come le piastrelle.

Parallelamente, all’inizio degli anni Sessanta iniziò a prendere forma l’Istituto artistico, quello che è oggi il Liceo artistico “Carlo Contini”. A dirigerlo fino al 1969 fu Arrigo Visani, bolognese formatosi artisticamente a Faenza, che lasciò il segno proprio in quella Castelli tanto cara a Vincenzo Urbani.

La ricerca pubblicata da Giò Murru rientra in un lavoro più articolato, che parte dagli anni Venti, con l’esperienza della Scuola d’arte applicata nata a Oristano per volere di Francesco Ciusa. Una realtà con cui collaborò, tra gli altri, anche Carlo Contini, che poi frequentò gli ambienti della scuola di Urbani e successivamente diventò docente dell’Istituto d’arte diretto da Visani.

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