Sabato, 14 maggio 2022
Si sarebbe dovuto candidare nella lista del Psd’Az e invece compare in quella dell’Udc. Paolo Angioi, affermato professionista oristanese, segretario della sezione Psd’az Simon Mossa e consigliere nazionale Psd’az, spiega in una nota le ragioni di questa scelta che, in sostanza, dice di aver dovuto assumere perché costretto da alcuni comportamenti messi in atto a suo danno all’interno del Psd’Az.
“La mia candidatura nella lista dell’UDC – che ringrazio per avermi generosamente consentito di poter partecipare a questa competizione elettorale – è la diretta conseguenza della condotta scorretta ed antidemocratica di quanti, all’interno del mio partito di provenienza, il Psd’az, avevano pianificato di impedire la mia partecipazione a questa competizione elettorale, richiedendomi prima l’adesione alla candidatura, con l’intento di non ricomprenderla nella lista, ed ovviamente a mia insaputa e senza preavvertimento”, scrive in una nota Paolo Angioi.
“L’obiettivo di questi signori, abituati e garantiti da rapporti politici di corte e padronali, era in tutta evidenza porre in condizione di non nuocere il sottoscritto, che da tempo aveva provveduto a denunciare al vertice del Psd’az l’alterazione gravissima e reiterata del tesseramento e la vergognosa manipolazione delle espressioni assembleari locali”.
“Nella progressiva eutanasia democratica del Psd’az”, prosegue Paolo Angioi, “tali reiterate denunce ottenevano purtroppo, per tutta risposta soltanto un prolungato e complice silenzio del segretario Solinas ed ovviamente il fastidio e l’ostilità del suo entourage, unitamente alla legittimazione di fatto delle cariche, ruoli e rappresentanze di partito attribuite illegalmente”.
“Oggi però questo schema è finalmente saltato, ed anzi si segna un’importante punto di svolta per la politica dell’intera Sardegna”, sostiene ancora Angioi. “Infatti credo che questi signori e i loro mandanti politici cagliaritani, per cui il corretto confronto democratico e la trasparenza rappresentano un pesante limite e un fastidioso disvalore, abbiano ricevuto una importante lezione, e cioè che non sempre si possono allegramente infrangere le regole solo perché protetti o raccomandati dal pre-potente di turno”.
“Ed infatti”, conclude Paolo Angioi, “in questa occasione non son riusciti né ad imporre le proprie scelte all’intera coalizione, pur avendoci provato fino all’ultimo momento ed in tutti i modi possibili, e neppure ad impedire la mia certamente modesta partecipazione alla competizione elettorale”.