Martedì, 24 gennaio 2023
Anche a Oristano è stata ricordata ieri la figura di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori, con un momento di incontro e di riflessione nel Seminario tridentino, promosso dal periodico diocesano l’Arborense e dal suo direttore Mauro Dessì.
Assente l’arcivescovo padre Roberto Carboni, per impegni nella diocesi di Ales, sono stati Mauro Dessì, Simona Scioni (giornalista e componente del Consiglio regionale dell’Ordine) e don Tonino Zedda (giornalista, parroco di San Giuseppe e canonico segretario del Capitolo metropolitano), a ricordare la figura di Francesco di Sales, proclamato santo 100 anni fa.
Dessì ha ringraziato i giornalisti presenti e ricordato la figura del patrono. “Nella spiritualità di San Francesco di Sales”, ha detto il direttore dell’Arborense, ”ci sono alcuni aspetti che possono essere utili per noi giornalisti: come stile, come proposte, come azione concreta per una buona comunicazione”.
Dessì ha ricordato che l’Arborense, con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, organizzaerà un ciclo di corsi di formazione non solo per i propri collaboratori, ma per tutti i giornalisti che vorranno partecipare. “Il presidente dell’Ordine Francesco Birocchi ha ricevuto la nostra proposta”, ha spiegato Mauro Dessì, “e ci ha confermato che il programma sarà inserito nei corsi della formazione continua e accreditato in breve tempo”.
Don Tonino Zedda ha approfondito la figura di San Francesco di Sales e ha ricordato che uno splendido quadro del santo è presente in seminario. “Un’opera d’arte di grande valore”, ha detto, “venne commissionata all’inizio del 1800 dall’arcivescovo Bua al pittore Giovanni Marghinotti. Perché lo commissionò? Perché San Francesco è anche patrono del nostro seminario. Monsignor Bua scelse questo patrono per essere sicuro che desse il messaggio che lui voleva agli studenti. Ha voluto un formatore, un maestro per le vocazioni che insegnasse ai seminaristi. Francesco era un giovane vescovo morto a 53 anni. Nel ritratto, custodito nella cappella del seminario, è raffigurato nell’atto di scrivere. Sarebbe interessante tradurre quello che il Marghinotti ha scritto nella tela. Con la sua mitezza ha fatto il bene per la diffusione del Vangelo. Oggi festeggiamo i 100 anni dalla proclamazione a santo di Francesco fa Sales e i 400 anni dalla sua morte. Francesco è un grande personaggio: un vero dottore della Chiesa”.
Simona Scioni ha parlato del ruolo del giornalista oggi, di come si vive in una redazione, del cambiamento della professione, dovuto anche e soprattutto alle trasformazioni tecnologiche, del precariato e della crisi dell’editoria.
“Spesso mi chiedo quale sia il senso del nostro lavoro”, ha detto Scioni. “Per me è quello di ascoltare, osservare, capire e trasferire ai lettori quello che abbiamo raccolto. Più che una penna, per svolgere il nostro lavoro oggi occorre avere un’anima. L’augurio che faccio quest’anno è quello di avere un po’ più di anima, e trovare persone con cui condividere un mondo migliore”.
Al termine dell’incontro è stata letta la preghiera del giornalista.
grazie… è stata una bella occasione per riflettere sulla spiritualità e sulla deontologia della professione….