“Nuova mobilitazione per salvare i dehors chiusi nel centro storico di Oristano”

L'ha annunciata Confesercenti

Tavolini e dehors in piazza Eleonora d’Arborea

Venerdì, 10 marzo 2023

Ancora un no da Confesercenti Oristano al divieto di dehors chiusi o semichiusi nel centro storico di Oristano. A non prevederli nel salotto buono della città è l’apposito regolamento che ha ricevuto il via libera dalla Commissione Attività Produttive e presto arriverà in Consiglio comunale.

“L’assemblea dei gestori dei dehors, tenuta in collaborazione con la Confesercenti di Oristano, ha esaminato la situazione venutasi a creare dopo l’incontro tenuto in Comune con l’amministrazione. Viene constato che da parte dell’amministrazione comunale non è stata espressa alcuna novità nel merito della questione dei dehors. Anzi”, si legge in una nota diffusa dal presidente di Confesercenti Oristano Francesco Orrù, “si rileva che sono stati menzionati da parte dell’assessora alle Attività produttive Rossana Fozzi rischi di provvedimenti e sanzioni contro il Comune di Oristano da parte di un non identificato funzionario della Sovrintendenza se la permanenza dei dehors non sia azzerata”.

“Non è così che si affrontano i problemi di una categoria di operatori commerciali che hanno la sola colpa di credere nello sviluppo futuro della loro città. Pertanto”, ha aggiunto Orrù, “ribadito che i contenuti espressi dal regolamento proposto dal Comune di Oristano, in ogni sua formulazione, sono da rigettare e respingere in toto, perché non sono adeguati alle esigenze reali degli operatori, si dichiara che la soluzione non può essere semplicemente la loro chiusura, compromettendo notevoli risorse finanziarie investite e numerosi posti di lavoro, che rischiano di svanire per sempre”.

“Per evitare questi danni”, ha annunciato il presidente di Confesercenti Oristano, “si è deciso di andare a una nuova forma di mobilitazione e di organizzazione degli esercenti interessati, al fine di salvaguardare la prestazione di servizi di qualità, di cui i cittadini e i turisti sono i primi beneficiari, e per concretizzare il consenso manifestato con la raccolta di oltre 4.000 firme e con oltre 400 adesioni online”.

“I dehors sono al servizio di Oristano, delle sue aspettative di crescita e della sua bellezza e decoro. I dehors”, conclude la nota, “devono continuare a essere presenti in ogni zona della città, compreso il centro storico, che è il suo principale attrattore e salotto”.

Francesco Orrù

6 Commenti

  1. basta che paghino il suolo pubblico. e bene, che servono soldi.
    e che il comune gli impedisca di impadronirsi ( come invece accade oggi) di piazze, panchine, posteggi per le bici, impedendo perfino il semplice passaggio a piedi, come succede ora in piazza Roma, Diego contini, imbocco via dritta, via garibaldi…

  2. Una cosa che doveva essere ” a tempo” ora la vogliamo per forza definitiva. Se non si fa : licenziamo. Siamo proprio in Italia.

  3. io da comune mortale direi di lasciarli nelle zone pedonali.
    toglierei quelli che sono in strada ,tra strutture ,auto parcheggiate alla testa del Cavoli, danno solo problemi alla viabilità.
    anche se mi dispiace per chi ha investito soldi .

  4. il COVID è andato via…i proprietari di bar,ristoranti..etc sono stati i primi a gridarlo, a chiedere tutele per i loro guadagni economici, 2 anni fa quando ancora le persone morivano…e dato che l’occupazione del suolo pubblico era legata alle norme COVID,ora è doveroso che ritornino nei loro spazi..ora sono io a gridare a gran voce voglio poter camminare nel centro di Oristano senza dover fare uno slalom continuo fra sedie e tavolini!!!

  5. sinceramente sono per la rimozione specie in via Garibaldi ormai non si può più transitare neppure a piedi. Senza contare che le strutture non mi sembrano adatte a un contesto storico come quello della piazza. indubbiamente ci sono altri scempi ma perché aggiungerne.

  6. chi ne vuole la chiusura come minimo dovrebbe elargire di tasca il rimborso ai gestori che hanno impiegato risorse in un momento di estrema crisi con grande dispendio economico.

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