I Giganti di Mont’e Prama, simbolo di Sardegna e dell’antica civiltà nuragica. Viaggio nel Sinis

Tra miti e leggende, storia e archeologia

Mercoledì, 5 luglio 2023

Stanno girando il mondo e sono arrivate fino a New York , ma la loro vera casa è il Sinis: è impossibile non rimanere affascinati di fronte alla magnificenza delle statue dei Giganti di Mont’e Prama, le più antiche testimonianze scultoree nel bacino del Mediterraneo, che risalgono addirittura a mille anni e più prima di Cristo. Ormai sono diventate un simbolo della Sardegna, danno il segno della fierezza di un popolo, di una civiltà importante, quella nuragica.

Circondate da una fitta nube di mistero e scoperte per una pura casualità negli anni ‘70 tra le campagna del Sinis di Cabras, raggiungono e superano in alcuni casi i due metri d’altezza e raffigurano giovani uomini.

Tre le diverse tipologie in cui le 28 statue esposte si possono suddividere. Ci sono gli arcieri, che richiamano anche i bronzetti nuragici maggiormente conosciuti. Ci sono poi i guerrieri: hanno l’elmo sormontato da due corna e un grande scudo rotondo. Infine, i pugilatori, anche loro con uno scudo.

Le sei statue presenti al Museo civico “Giovanni Marongiu” di Cabras

Le statue dei Giganti di Mont’e Prama sono ospitate nel Museo Giovanni Marongiu di Cabras e nel Museo archeologico nazionale di Cagliari. Ma in casi particolari è possibile vederle anche all’estero. A maggio scorso uno dei Giganti, ribattezzato “Manneddu” è approdato appunto a New York ed è in mostra al Metropolitan Museum of Art di New York.

Restando seduti al computer o tenendo in mano uno smartphone o un tablet, si possono ammirare, inoltre, i modelli 3D dei Giganti di Mont’e Prama.

C’è poi il sito archeologico vero e proprio di Mont’e Prama. Qui i resti delle statue vennero scoperti. Qui sono tornate alla luce tante sepolture, una necropoli.

Il sito si trova sulla strada che conduce alle spiagge più note del Sinis, lungo la provinciale 7, nel tratto tra San Salvatore e l’incrocio per Riola Sardo. Circondato da vigne e fertili campi, sferzato dal vento di maestrale, domina il grande stagno di Cabras.

In occasione del riavvio della campagna di scavi, questa primavera, il sito archeologico di Mont’e Prama ha riaperto le sue porte al pubblico, con le visite guidate.
Fino al prossimo 9 luglio le visite saranno gratuite. Sarà possibile visitare la necropoli, accompagnati da archeologa e guida turistica. La mattina in tre diversi orari: alle 9.30, alle 10.30 e alle 11.30. Il pomeriggio alle 16, alle 17 e alle 18. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Cooperativa Penisola del Sinis, al numero di telefono ‎379 1700454.

Dal 9 luglio fino al 30 settembre l’ingresso all’area di scavo sarà possibile ancora, ma acquistando il biglietto, con modalità che saranno comunicate a breve.

La scoperta e il restauro

Fu il caso a portare alla luce i resti delle sculture dei Giganti: nel marzo del 1974 alcuni contadini intenti nei lavori di aratura li ritrovarono alla base del colle di Mont’e Prama, nella necropoli che poi ha preso il suo nome.

Il sito archeologico ha visto diversi interventi di scavo dal 1975 al 1979, condotti dalla Soprintendenza e dall’Università di Cagliari: nel primo anno vennero riportate alla luce una decina di sepolture.

Seguì tra il ‘77 e il ‘79 la scoperta di altre 33 tombe, affiancate da una strada cerimoniale. Le tombe sono di forma quasi cilindrica. All’interno i feretri venivano riposti in posizione seduta o inginocchiata.

Tra le tombe riaffiorarono diverse statue, accompagnate da modelli di nuraghe in calcare a una o più torri, e diversi betili, sculture astratte in pietra, utilizzate per la raffigurazione delle divinità.

Dopo una lunghissima pausa, la campagna di scavi riprese il 5 maggio del 2014, riportando alla luce nuovi frammenti di statue, modelli di nuraghi e pezzi di ceramica di età nuragica.

Le statue dei Giganti di Mont’e Prama, come oggi le conosciamo, sono il frutto di un lungo lavoro di restauro eseguito dal Laboratorio di restauro di Li Punti, a Sassari. Migliaia e migliaia di frammenti su cui lavorare per una ricomposizione e nel 2011 la prima esposizione delle statue.

La Fondazione Mont’e Prama

Dal luglio del 2021 l’importante patrimonio archeologico rappresentato dai Giganti di Mont’e Prama è affidato alle cure della Fondazione Mont’e Prama. È l’Ente guidato dal presidente Anthony Muroni a valorizzalo e farlo conoscere in tutto il mondo, attraverso mostre e iniziative culturali. La Fondazione ha dato vita anche a tre importanti Festival – uno archeologico, uno cinematografico e uno letterario – che si svolgono nel periodo estivo nel Sinis.

Alla scoperta del Sinis

Natura, cultura e tradizione si fondono per creare la suggestiva cornice di Cabras, immersa tra le bellezze e le ricchezze della Penisola del Sinis.

Il viaggio nel Sinis non può non partire dalla stessa Cabras: paese di origini neolitiche, si affaccia direttamente sul suo stagno. Fonte di sostentamento per la popolazione grazie alle sue risorse ittiche, questa zona umida ricchissima di biodiversità ha permesso la nascita di numerose peschiere, tra le quali quella di Mar’e Pontis.

Proprio dall’acqua proviene uno dei prodotti di maggior pregio di tutta l’Isola: la bottarga. Considerato “il caviale sardo”, si ottiene dai muggini, specie molto prolifica nel cabrarese, e con il suo intenso sapore di mare arricchisce e impreziosisce qualsiasi piatto.

Per celebrare il prodotto più famoso e amato del territorio, ogni anno a Cabras si svolge un festival ad esso dedicato, nel quale tra laboratori, show cooking e convegni, sarà inoltre possibile assaporare le creazioni di grandi chef ospiti con la bottarga.

Altro evento imperdibile del paese del Sinis è senza dubbio la Corsa degli Scalzi in onore di San Salvatore, un momento fortemente identitario e sentito dalla popolazione cabrarese, che vuole rievocare la difesa della statua del santo nel 1619, durante una delle frequenti incursioni piratesche dei Mori sulle coste.

Con appuntamento fissato per il primo sabato del mese di settembre, la processione vede come protagonisti is curridoris: uomini, vestiti di bianco e a piedi nudi, percorrono sette chilometri per accompagnare la statua di San Salvatore da Cabras al villaggio a lui dedicato. La domenica successiva il percorso è invero e si rientra a Cabras.

Da millenni luogo di culto, il villaggio di San Salvatore è stato scelto in passato anche come set per numerosi film western. Attualmente è oggetto di un importante intervento di recupero.

La borgata è situata sulla strada che porta ad altri due gioielli di Cabras: Is Arutas e San Giovanni di Sinis. Caratterizzata dalla sua sabbia candidata fatta di quarzo, Is Arutas è la spiaggia più celebre della marina del Sinis, con due perle gemelle, Maimoni a sud e Mari Ermi a nord, che si estende fino a Porto Suedda, confinante con le falesie di Su Tingiosu.

La candida spiaggia di Is Arutas

Alla destra di Is Arutas si fa un tuffo nella natura più incontaminata dell’Oasi di Seu, una ricca distesa di macchia mediterranea.

All’orizzonte, adagiata sulle acque cristalline del Sinis, si staglia l’Isola di Mal di Ventre, in cui nome è una probabile traduzione errata del toponimo sardo di Malu Entu, che richiamava la furia dei venti che la battono. Lunga appena due chilometri e mezzo è un paradiso di biodiversità, che dà una sicura dimora grazie al suo inserimento nell’Area Marina protetta del Sinis a una moltitudine di specie marine, uccelli, tartarughe e conigli.

Spostandosi a sud della Penisola del Sinis si arriva a San Giovanni, borgata marina ricca di storia e bellezza. Oltre alla spiaggia omonima, a est di questa è presente Mare Morto, caratterizzato dalla calma placida delle sue acque, protette dal promontorio sul quale sorge la Torre spagnola di San Giovanni e Tharros.

Capo San Marco visto dalla Torre di San Giovanni di Sinis

Con i suoi due millenni di storia, l’antica città di Tharros è un autentico museo a cielo aperto, nel quale fare una passeggiata nella storia tra le sue rovine. Costeggiando la Torre difensiva, si arriva al faro di Capo San Marco, a picco sul mare e immerso nella macchia mediterranea.

[ In collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]

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