L’artigianato sardo ha due grandi vetrine, a Mogoro e Samugheo. Scopriamole insieme

Fiera dell'Artigianato artistico della Sardegna e Tessingiu

Mercoledì, 6 settembre 2023

Sono entrambi patria dell’arte tessile. Mogoro e Samugheo ancora oggi conservano l’antica tradizione del telaio e ne sono emblema in tutta la Sardegna.

Al saper fare coniugano il saper raccontare, con due importanti mostre che fanno da vetrina all’artigianato artistico sardo, offrendo uno spazio di visibilità ai settori della ceramica, del legno, del ferro, del vetro e dell’intreccio. E ancora ai gioielli e ai coltelli, per citarne alcuni che accomunano entrambe le esposizioni.

La Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna a Mogoro e la mostra Tessingiu a Samugheo sono tra le più longeve in Sardegna: la prima è nata 62 anni fa e la seconda 6 anni dopo. Create inizialmente per promuovere l’arte tessile, si sono aperte al resto della produzione artigianale isolana, in un percorso di recupero e valorizzazione.

Entrambe le rassegne si svolgono nei mesi estivi, per permettere a chi arriva in Sardegna per le ferie di conoscere la maestria degli artigiani isolani.

L’area espositiva su più livelli a Mogoro

A Mogoro la Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna

È ancora aperta la Fiera di Mogoro e fino al 17 settembre, tutti i giorni, dalle 10 alle 21, potrà accogliere i visitatori nello spazio espositivo di piazza Martiri della Libertà. A disposizione circa 2.500 metri quadrati, disposti su quattro livelli, per un percorso alla scoperta di circa 100 artigiani e dei loro preziosi manufatti.

Le ultime tre edizioni della manifestazione hanno voluto seguire un percorso di valorizzazione dei saperi locali: nel 2021 la Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna aveva come slogan “Il filo della tradizione”, a richiamate idealmente la tessitura degli artigiani del territorio, ma anche il raccordo con le diverse realtà produttive dell’Isola. L’edizione del 2022 e quella del 2023  hanno aggiunto come titolo “Dove tutto nasce”, a rimarcare l’importanza del saper fare domestico e artigianale nel mondo contemporaneo.

Dal 2013 la Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna sposa il design, con un’ala dello spazio espositivo nella quale si uniscono l’abilità degli artigiani alle tendenze  moderne e dove si uniscono tradizione e innovazione.

La storia della Fiera

La manifestazione è nata come Fiera del Tappeto, grazie all’intraprendenza delle tessitrici del paese che avevano ereditato l’arte della tessitura dalle proprie madri e intendevano mostrare il proprio lavoro al grande pubblico. L’idea iniziale, che ancora costituisce il nucleo dell’attuale rassegna, è attribuita  alla tessitrice Pina Piras Spanu, insieme alle sue collaboratrici e appoggiata e sostenuta dal sindaco di allora, Efisio Lippi Serra, considerato il padre della Fiera. Tappeti e arazzi erano i protagonisti dell’esposizione, insieme alle artigiane che li realizzavano e alle geometrie tradizionali fermate sul tessuto dal passaggio del telaio.

Nel tempo la Fiera si è arricchita dei prodotti di altri e diversi artigiani sardi: ceramisti, orafi, maestri del legno e del vetro, ma anche orefici e ricamatrici. E negli ultimi anni la Fiera si è aperta all’enogastronomia, in un continuo e mai statico percorso di recupero della dignità del lavoro manuale e degli antichi mestieri.

Il virtual tour e il sito internet

Dal 2020 la Fiera ha avviato un percorso di digitazione. Al pari di altre realtà espositive nel mondo, anche a Mogoro è possibile visitare virtualmente l’esposizione allestita nei locali di piazza Martiri della Libertà attraverso il sito internet ufficiale.  Il tour virtuale della Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna consente la visione a 360° dei padiglioni della Fiera, con l’angolazione scelta dai visitatori on-line. Chiunque può soffermarsi sui prodotti esposti e richiedere informazioni direttamente agli artigiani presenti in Fiera. Il virtual tour permette inoltre la visione dell’esposizione anche dopo la chiusura.

Nel sito istituzionale della Fiera, anche la possibilità di accedere alle schede di presentazione degli artigiani divisi per settore e prenotare la visita fisica dell’esposizione, con un calendario dettagliato con le disponibilità.

Alcune ceramiche esposte alla fiera di Mogoro

Biglietti cumulativi per scoprire il territorio di Mogoro

Da alcuni anni l’amministrazione comunale di Mogoro, guidata dal sindaco Donato Cau, ha scelto di proporre la formula dei “biglietti cumulativi”, che permette di visitare l’esposizione e un sito archeologico o museo del Parte Montis a scelta tra il Nuraghe Cuccurada, il Museo multimediale Turcus e Morus, il Geo Museo Monte Arci e (novità di quest’ultimo anno) il museo multimediale Casa del Pane di Pompu (aperto solo la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18).

Il Nuraghe Cuccurada è uno dei  27 nuraghi di Mogoro. Il sito è molto caratteristico: ha una particolare planimetria e singolari caratteristiche architettoniche che lo distinguano dal resto delle costruzioni presenti in Sardegna.

L’edificio principale è costruito “corridoi” e successivamente è stato inglobato in una struttura nuragica più complessa. È un parco archeologico di grande importanza. Nell’area, infatti, la presenza dell’uomo è stata accertata già nel quarto millennio avanti Cristo. Ancora oggi una parte del nuraghe è inaccessibile perché è ricoperta dalla terra.

Il Museo multimediale Turcus e Morus, invece,  si trova a Gonnostramatza, a circa 6 chilometri da Mogoro, è ospitato nei locali dell’ex Montegranatico. Racconta le incursioni barbaresche in Sardegna e l’incontro tra mondo dell’Islam e quello Cristiano, in particolare quelle di “Turcus e Morus”, dalle quali prende il nome.  Dopo 10 anni di attività, il museo si è arricchito di una nuova sezione archeologica medievale e moderna, dedicata al villaggio scomparso di Sérzela.

Il Geo Museo Monte Arci,  a Masullas, a circa 3 chilometri da Mogoro, è ospitato in piazza Convento, nei locali dell’ex convento dei Padri Cappuccini. Il Monte Arci è il grande protagonista dell’esposizione, con i minerali e le rocce che lo caratterizzano. La storia geologica del Monte viene raccontata attraverso i reperti e le ricostruzioni paleoambientali.

Il museo multimediale Casa del Pane di Pompu, infine, è un unicum tra i musei etnografici dell’Isola dedicati alle tradizioni alimentari ed enogastronomiche. Si tratta di una vera e propria casa tradizionale aperta al pubblico nella quale si respira la vita passata della comunità. Al suo interno i visitatori possono  conoscere tutte le fasi del processo di lavorazione che porta al pane.

Tappetti e complementi d’arredo in tessuto esposti per Tessingiu

Tessingiu, mostra dell’artigianato sardo a Samugheo

Si chiama Tessingiu, l’altra grande vetrina dell’artigianato sardo. Samugheo l’allestisce ogni estate. La Mostra dell’Artigianato Sardo richiama la vocazione economica e artistica del paese del Mandrolisai, legata appunto alla tessitura. L’ultima edizione è andata in archivio nei giorni scorsi, organizzata dall’amministrazione comunale guidata da sindaco Basilio Patta e dal Murats.

La storia

La manifestazione è nata 56 anni fa grazie alla Pro loco di Samugheo sulla scia della “Mostra dell’Artigianato del Mandrolisai” per valorizzare e promuovere l’arte manifatturiera tradizionale che ha nei laboratori tessili del paese il suo epicentro. L’intento era all’ora – ed è anche adesso -quello di dare una vetrina al panorama artigianale regionale, in tutte le sue espressioni, con con un’attenzione particolare proprio per il settore tessile, per il quale Samugheo è conosciuto in tutta la Sardegna.

Allestita da alcuni anni nei locali dell’ex cantina sociale, in via Brigata Sassari, Tessingiu accoglie e mette in mostra opere di tessuto, ceramica, legno, oreficeria, metallo, oggettistica e vetro. E ancora le cantine del paese e le piccole aziende di cosmetici realizzati con i prodotti naturali. I locali ospitano ogni anno circa 60 artigiani. In particolare durante l’ultima edizione le opere sono state allestite e curate da sei giovani architetti e designer del paese.

Nei locali attigui del Murats, nello stesso periodo dell’esposizione principale, Samugheo ospita la mostra collaterale biennale Fiber Art, descritta come “una corrente artistica sperimentale, incentrata sulla contaminazione e sugli intrecci di forme e tessuti. Un’atmosfera e un percorso espositivo multiforme, dove grandi installazioni e opere di piccolo formato dialogano con i visitatori attraverso sovrapposizioni materiche, ricami e manipolazioni tessili”. ideata e La biennale è curata dal Direttore del Museo Murats, Baingio Cuccu, e da Anna Rita Punzo.

Il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda

A Samugheo l’arte tessile è in mostra tutto l’anno nei locali del Murats, il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda voluto dall’amministrazione comunale del paese per recuperare e conservare la memoria storica tessile della Sardegna.

Il Museo etnografico di Samugheo espone un vasto repertorio di manufatti provenienti da diverse parti dell’Isola: biancheria di uso quotidiano, come manufatti di maggiore pregio, tra i quali le “Affaciadas”, piccolissime strisce di tessuto finemente lavorato che si esponevano nei balconi durante la processione del Corpus Domini, o i “Tapinu ‘e mortu”, utilizzati per poggiare la salma al momento della veglia funebre. I manufatti esposti all’interno del Murats coprono un arco temporale che va dalla fine del 1700 fino ai giorni nostri. Il Museo ospita ciclicamente anche mostre temporanee, legate alla tematica del tessile.

Sito internet

È stata la novità dell’ultima edizione: anche Tessingiu ha un sito internet dedicato, nel quale è possibile trovare una presentazione del territorio e degli artigiani. Nel sito è possibile prenotare il proprio biglietto in base alle disponibilità di un calendario.

L’esposizione dei filati a Samugheo

Biglietto cumulativi per scoprire il territorio di Samugheo

Il biglietto d’ingresso per la mostra dell’artigianato comprende anche la visita al Murats e al Ci.Ma, il Civico Museo di Allai, a circa 7 chilometri da Samugheo.

Il Ci.Ma di Allai ha sede in una casa tradizionale del centro storico del piccolo paese del Barigadu, in via Parrocchia, denominata “Casa Saba”. Al suo custodisce i reperti archeologici ritrovati nel territorio comunale e gli strumenti della vita contadina del passato di Allai.

Nel territorio di Samugheo è possibile ammirare anche il Castello di Medusa, sul quale si hanno poche notizie storiche e numerose leggende, una delle quali vuole che ancora oggi la misteriosa rocca ospiti il fantasma della Regina Medusa. Si tratta di un castello atipico perché costruito nel fondo di una valle e nascosto. È circondato da colli, gole e dirupi, in una zona impervia, dove abitano i falchi e dove non mancano domus de Janas e nuraghi. Il castello si arrampica sul colle denominato sa Conca ‘e su Casteddu, a picco sulla gola scoscesa del riu Araxisi, chiusa da pareti calcaree coperte di verde e forate da grotte.

Tra gli appuntamenti noti e imperdibili di Samugheo da segnalare il carnevale antico, detto A Maimone, con la sfilata della maschere antiche sarde, italiane e internazionali e la Sagra del Pane – Su Tzichi, che celebra un’altra delle tipicità del paese che lo rendono riconoscibile nell’Isola.

[ Progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]

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