Tra cultura, storia e natura a spasso per Masullas, paese dei musei

Il GeoMuseo Monte Arci, "I Cavalieri delle Colline" e l'Aquilegia

Una sala del Museo “I Cavalieri delle Colline”

Mercoledì, 4 ottobre 2023

“Masuddasa sa idda de is cabonis cun is puddasa”. Viene descritta così Masullas da Predi Antiogu, il sacerdote protagonista del famoso poemetto satirico “Sa scomunica de Predi Antiogu Arrettori de Masuddasa”, risalente al 1850, che ha fatto conoscere questo suggestivo borgo del parco del Monte Arci in tutta la Sardegna.

Ma se ieri Masullas era nota per i galli e le galline del proverbio, oggi può vantare una preziosa ricchezza che la rende celebre: i suoi musei.

Dal GeoMuseo Monte Arci, passando per quello dedicato a “I Cavalieri delle Colline”, fino al Museo di storia naturale Aquilegia, il polo museale del suggestivo borgo della Marmilla offre la possibilità di scoprire il territorio e la sua storia attraverso le curate sale.

Un tuffo nella storia della Terra

Ospitato dal convento secentesco dei Frati Cappuccini come omaggio alla loro opera di ricerca scientifica e divulgazione, il GeoMuseo Monte Arci “Stefano Incani” custodisce 400 reperti tra minerali, rocce e fossili, distribuiti in quelle che un tempo erano le cellette dei monaci.

Il viaggio tra le sale parte da quella dedicata ai minerali: tra i riflessi brillanti raccontano la storia del vulcano Arci, la cui lava ha dato vita a uno dei maggiori giacimenti di ossidiana del mondo, oggi diffusa tra le foreste del Monte Arci.

Un’area ricca di ossidiana nel Monet Arci di Masullas

Tra i reperti più suggestivi spicca il meraviglioso agglomerato di cristalli di calcite, dal peso record di oltre 50 chili.

Ad arricchire la collezione di minerali, i reperti custoditi nella sala flù: tra l’oscurità, si potranno vedere brillare i minerali in grado di sprigionare tutta la loro fluorescenza sotto i fasci delle luci Wood.

Alcuni minerali del GeoMuseo

Si passa poi alla sala vulcanica che, con i suoi filmati e ricostruzioni 3D, farà fare un tuffo nel territorio del Monte Arci di 20 milioni di anni, durante il Miocene. A stupire il visitatore sarà senza dubbio una lastra da ben 6 metri quadri nella quale ammirare alcuni piccoli pesci, arrivati sino a noi nonostante lo scorrere del tempo.

A condurre a questa suggestiva sala è la via dei fossili, con la sua ampia esposizione di organismi vissuti milioni di anni fa: coralli, ricci, conchiglie faranno fare un tuffo in un mare Mediterraneo in formazione.

È possibile ammirare le meraviglie del GeoMuseo di via Capuccini dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 12, mentre nel pomeriggio dalle 16 alle 19 con l’ora legale e dalle 15 alle 18 con quella solare (qui tutte informazioni).

Quattro passi nella natura

Lasciandosi alle spalle le sale del GeoMuseo, si approda nel mondo incantato del Giardino botanico del Monte Arci, le cui essenze inebrianti preparano il visitatore al percorso proposto dal Museo di storia naturale Aquilegia, sito nello stesso polo.

Inaugurato nel 2020, il Giardino offre la possibilità di ammirare la flora endemica del Monte Arci, dalle piante aromatiche, a quelle officinali, fino alle specie caratteristiche del Mediterraneo.

Proprio come la vegetazione del Monte, il Giardino presenta delle aree specifiche: si trova la zona del bosco, con lecci e agrifogli, quella dedicata alla macchia mediterranea; dove si possono trovare corbezzoli e olivastri; la zona della Gariga, con rosmarino, fico d’India ed euforbie; e infine tutta la parte dedicata alle vegetazione riparia, con oleandri, giunchi e pioppi.

A ricordare la fragilità della natura e il bisogno di preservarla, nel 2021 il Giardino si è arricchito delle installazioni posizionate in occasione del Monte Arci LandArt Festival, realizzate con il legno semi bruciato raccolto dai territori di Villaurbana, feriti dagli incendi.

Il Giardino botanico

Passeggiando tra i viottoli di basalto e annusando le inebrianti essenze, il visitatore non può non fare tappa al Museo di storia naturale Aquilegia, che Masullas ha accolto a braccia aperte dopo il trasferimento da Cagliari.

I 600 metri quadri di sale consentiranno un tuffo nella storia del nostro pianeta, con percorsi cronologici attraverso le ere geologiche e le evoluzioni biologiche.

Un lungo cammino che parte da 2,5 miliardi di anni fa: si potranno ammirare i minerali e reperti provenienti dalle miniere sarde, scoprendo tutte le fasi della formazione della nostra antica Isola.

Assieme ai minerali, testimoni silenti di grandi cambiamenti, si trovano numerosi fossili, tra i quali spicca quello del raro Apateon, un piccolo anfibio che circa 250 milioni di anni fa popolava le rive di un lago del centro Sardegna. A questi si aggiungono gli scheletri degli animali presenti sull’Isola e degli esemplari impagliati.

L’Aquilegia apre le porte di via San Francesco 4 il sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (qui tutte le informazioni).

Una storia di nobiltà

Perdendosi tra le suggestive strade di Masullas, a circa 400 metri dal GeoMuseo e l’Aquilegia, si arriva in piazza San Leonardo, dove ad attendere il visitatore ci sono “I Cavalieri delle Colline”, che danno il nome al terzo museo del borgo.

A raccontare la storia di Masullas e del Parte Montis stavolta sono le sue famiglie nobiliari: attraverso i documenti, le ricostruzioni degli abiti nobiliari e gli aspetti amministrativo-giudiziari dell’epoca, il visitatore potrà riflettere sull’evoluzione nel tempo delle tematiche della giustizia e la libertà.

Il percorso del Museo si apre con un excursus sulle vicende storiche sarde attraverso dei pannelli informativi sui periodi giudicale, aragonese, spagnolo e sabaudo, nei quali delle famiglie del Parte Montis hanno consolidato il loro potere grazie alla concessione di titoli nobiliari.

Uno degli spazi del Museo

Si passa dunque al tema della giustizia, introdotto con tre pannelli sul governo delle comunità, la giustizia feudale e quella ecclesiastica, esercitata dal famigerato tribunale dell’Inquisizione, il cui potere si è esteso da Cagliari e Sassari agli altri territori attraverso l’istituzione del Familiare del Sant’Uffizio. Nella sala si potranno osservare le riproduzioni di alcuni strumenti di tortura e della Carta Delogu.

La terza area del Museo si concentra sul territorio del Parte Monte Montis, per secoli sotto l’influenza del Marchesato di Quirra, uno dei più importanti della Sardegna moderna.

Attraverso le illustrazioni e la carta storica, i pannelli guidano alla scoperta dell’antica area, con accento sulla Diocesi di Ales, la Tappa dell’Insinuazione, ovvero gli uffici istituiti dai sabaudi per mettere ordine tra gli atti notarili; le architetture e i villaggi del Parte Montis. Il visitatore potrà poi ammirare due abiti nobiliari, punzoni, sigilli e strumenti per la misurazione dei pesi.

Salendo al piano superiore si entra nel vivo della nobiltà territoriale, con una viaggio alla scoperta della storia delle famiglie più importante del Parte Montis: i Cony, Debosa, Dedoni, Diana, Floresd’Arcais, Massidda, Matzeu, Orrù, Paderi, Salis, Sanna, Senis, Sepulveda, Serpi, Usai.

Ad arricchire la sala una collezione di libri antichi e numerosi documenti e oggetti appartenuti alle famiglie, tra le quali delle antiche armi.

Il percorso si chiude con un spazio didattico dotato di un tavolo interattivo, due postazioni informatiche e una biblioteca dedicata all’aristocrazia sarda.

In questo ambiente giovani, appassionati e studiosi, potranno approfondire le loro conoscenze sulle famiglie nobiliare e trovare tutto il materiale necessario per ricerche e studi.

Il Museo “I Cavalieri delle Colline” è aperto la prima domenica di ogni mese, nei giorni festivi, come per esempio il 25 aprile, 1° maggio, Ferragosto, e su prenotazione (qui tutte le informazioni).

Oltre il polo museale

Cultura, ambiente e storia sono i pilastri sui quali si fonda il suggestivo borgo di Masullas: tra mostre, itinerari naturalistici e bellezze architettoniche, il paese offre numerosi percorsi tutti da scoprire.

A tutto ciò si aggiungono altri quattro gioielli: le chiese. Si parte con la chiesa dedicata a San Francesco, attigua al convento dei Frati Cappuccini, sede del Geo Museo.

Restaurata tra gli anni ‘80 e ‘90 dal Comune di Masullas, l’edificio presenta un suggestivo chiostro corredato di una cisterna secentesca in grado di raccogliere 277 metri cubi d’acqua.

Si passa alla chiesa di Santa Lucia, festeggiata ogni 13 dicembre con la recita di un rosario in lingua sarda e un grande falò in piazza. Al suo interno custodisce la statua cinquecentesca in onore della Santa.

Chiesa più antica di Masullas, quella dedicata a San Leonardo risale al XIII secolo: secondo la tradizione popolare al suo interno custodirebbe i resti dei martiri Callisto e Calica. L’edificio è inserito nel circuito di Itinera Romanica ed stata protagonista delle Giornate di Italia Romanica, a cura dell’omonima associazione di cui fa parte la Fondazione Sardegna Isola del Romanico.

Ultima la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, chiamata dai masullesi “Sa Gloriosa”. Con un edificio che ripercorre la sua costruzione che ha attraversato i secoli dal Cinquecento al Settecento, presenta uno dei campanili più alti di tutta l’Isola.

Dedicato a chi vuole scoprire la natura e l’ambiente circostante, il Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità (CEAS) Masullas – Parte Montis dal 2011 offre numerose iniziative di divulgazione dedicate ai cittadini, le aziende, ma soprattutto alle scuole (qui il sito ufficiale).

Su corongiu de fanari

Per tutte le informazioni sulle bellezze del paese, il Comune di Masullas ha messo a disposizione il sito Visit Masullas, completo di tanti itinerari e spunti per vivere a pieno il borgo.

Il futuro della cultura masullese

Tra musei, mostre, itinerari ed edifici, Masullas vuole fare un passo avanti e continuare a valorizzare e coltivare il suo ricco patrimonio.

[ Progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]

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