Martedì, 7 novembre 2023
Lo sport come cura e prevenzione, per uno corretto stile di vita sano e in movimento. Un tema questo che sta molto a cuore alla sezione sarda dell’Aniad, l’Associazione nazionale italiana atleti diabetici, che ha organizzato per sabato 11 novembre, un evento all’Hospitalis Sancti Antoni (inizio alle 10).
L’incontro “Il diabete mobilita”, in collaborazione con il Comune di Oristano e la Novo Nordisk, sarà dunque un’importante occasione per spiegare come e quanto l’attività fisica sia un efficace strumento per la prevenzione e la cura del diabete di tipo 2.
I lavori saranno aperti dagli interventi di Massimiliano Sanna, sindaco di Oristano, Benedetto Mameli, presidente Aniad Sardegna, e Angelo Maria Serusi, direttore generale della ASL 5.
Alle 10,15 il diabetologo Francesco Mastinu parlerà di diabete e movimento e alle 10,30 Davide Chiurato presenterà un video su una squadra di ciclisti professionisti che convivono con il diabete di tipo 1. Alle 10,45 la presentazione di “Diabete a ruota libera”, a cura di Marcello Grussu, presidente nazionale dell’Aniad.
Alle 11 partirà una pedalata non agonistica e alle 12,30 l’evento si chiuderà con un rinfresco.
I benefici dell’attività di tipo aerobico riguardano tutti gli aspetti della sindrome metabolica e sono chiaramente documentati: dalla riduzione della massa grassa, soprattutto viscerale, all’aumento della sensibilità insulinica, riduzione della pressione arteriosa, dell’emoglobina glicata, del colesterolo LDL e dei trigliceridi. I risultati complessivi di questi effetti sono la riduzione della mortalità per cause cardiovascolari compresa tra il 30 e il 60% nei vari studi epidemiologici e la riduzione della mortalità da tutte le cause.
E se nei soggetti in buone condizioni di salute la pratica sportiva è finalizzata prevalentemente al
mantenimento della forma fisica e al divertimento, nei soggetti affetti da determinate patologie l’attività fisica può diventare, invece, parte integrante di una terapia per la guarigione, o quantomeno per il recupero delle migliori condizioni di benessere psico-fisico, rappresentando, come dimostra l’ampia letteratura scientifica, una grande fonte di risparmio per il Servizio sanitario regionale e nazionale.
Le malattie croniche rappresentano delle emergenze sanitarie che impongono di combattere la sedentarietà, sia quale fattore di rischio non trascurabile sia quale elemento di aggravamento della patologia già in atto.
Ed è partendo da questa evidenza scientifica, che l’Aniad – associazione di volontariato senza fini di lucro, apartitica e apolitica – si propone per la diffusione di una sana cultura dell’attività fisica e dello sport fra le persone con diabete di tipo 1 e di tipo 2, al fine di migliorare il livello di consapevolezza e di educazione terapeutica, e contribuire al pieno inserimento sociale delle stesse, al raggiungimento di un accettabile compenso glico-metabolico ed alla prevenzione delle complicanze croniche.
L’idea è stata raccolta dal Team Novo Nordisk, la formazione statunitense composta da soli atleti
affetti da diabete di tipo 1, che ha ormai trovato il suo posto nel ciclismo professionistico, dimostrando che anche chi è costretto a convivere con questa malattia può praticare sport ad alti livelli e veicolando in questo modo un messaggio molto importante per tutti i malati di diabete nel mondo si propone di ispirare e incoraggiare le persone con diabete, documentando che vivere con il diabete non deve essere un freno per i propri sogni. Nel corso dell’anno, i ciclisti del Team Novo Nordisk partecipano a molte gare sportive in tutto il mondo, tra cui la classica Milano-Sanremo.
“L’attività fisica riduce del 30 per cento il rischio di morte prematura, di malattia cardiovascolare e
ictus, di diabete tipo II, di cancro al colon e al seno e di depressione”, commenta Benedetto Mameli, presidente dell’Aniad Sardegna, “per questo è fondamentale il suo riconoscimento come mezzo terapeutico e di prevenzione attraverso la possibilità di prescrizione medica. Svolgere attività fisica vuol dire fare una scelta a favore della propria salute. Infatti ha importanti effetti sul fisico e sulla mente, contribuisce a migliorare la forza, la resistenza e la salute ossea, allo stesso tempo permette di mantenere il peso sotto controllo, contrastare la depressione e prevenire diverse malattie non trasmissibili come ictus, ipertensione, iperglicemia, iperlipidemia, cancro al colon e al seno ma anche diabete e obesità”.
“L’associazionismo che si sviluppa anche tramite i gruppi sportivi rappresenta una risorsa incredibile a costo zero”, dice Marcello Grussu, presidente nazionale dell’Aniad. “Lo sport è un farmaco che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età. Camminare insieme, correre andare in bici, e fare sport in genere, facilita la socializzazione e migliora l’autoconsiderazione e la cura di sé. Per questo collaboriamo attivamente all’interno della rete sociale in sintonia con le Amministrazioni locali.”
Anche Francesco Mastinu, primario dell’Unità operativa di Diabetologia di Oristano, commenta: “La mia esperienza di sfruttare l’attività fisica in associazione alla terapia farmacologia e a una alimentazione corretta nella cura delle persone con diabete tipo 2, ma anche e soprattutto con diabete tipo 1, mi ha permesso di osservare come l’attività motoria sia ideale, con un beneficio derivante dalla pratica, indipendente dall’età del paziente e dalla durata della malattia. Si tratta di una attività che, se opportunamente modulata, può essere praticata da tutti ed i benefici che si ottengono permettono una migliore qualità di vita associata spesso a una riduzione dei farmaci impiegati”.
“Durante la pandemia”, aggiunge Maria Bonaria Zedda, vicesindaco di Oristano, “è emerso quanto la città possa avere un ruolo di palestra a cielo aperto per i cittadini che volevano continuare ad avere corretti stili di vita. Tutti gli spazi urbani che lo consentivano sono stati infatti sfruttati per svolgere attività fisica individuale, nel rispetto delle regole e del distanziamento. Questo ha anche portato molte persone a riscoprire la bellezza di potersi allenare all’aria aperta. Sportivizzare le città è quindi un valore aggiunto al welfare e alla sostenibilità e può essere un punto di svolta e di cambiamento per costruire una società meno diseguale e più coesa e collaborativa. Oristano si sviluppa in pianura e per le sue caratteristiche urbanistiche e geomorfologiche si presta dunque ad essere una palestra quotidiana per tutti, nella quale la mobilità lenta può essere strumento di sviluppo sostenibile per una città smart, che incentiva azioni positive per l’ambiente e per la salute dei cittadini”.
“Il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica”, commenta infine Angelo Maria Serusi, direttore generale della ASL di Oristano, “che necessitano di strategie in grado di facilitare l’attuazione di comportamenti salutari, in termini sia di alimentazione, sia di promozione dell’attività fisica, si può conseguire solo attraverso adeguate politiche di prevenzione non disgiunte da una programmazione appropriata di gestione della materia, con approccio multidisciplinare. Uno stile di vita sedentario, accompagnato da un’assunzione non appropriata di alimenti, come spesso accade nella nostra società, può determinare l’insorgere di diversi stati patologici, inclusi l’obesità ed il diabete, a loro volta correlate all’insorgenza di malattie croniche invalidanti”.