Alghero, i tesori e i segreti della città catalana

Viaggio nella storia, tra passato e presente

Alghero, i bastioni

Mercoledì, 20 dicembre 2023

Il vociare dei turisti, con quegli idiomi che richiamano il mondo, non c’è più. E’ andato via con l’ultima calda estate, ma tornerà ai primi tepori della primavera. Solo il soffiare del vento e l’infrangersi delle onde di un mare agitato spezzano il silenzio e accompagnano la passeggiata sugli antichi bastioni di Alghero, illuminati dal sole di una giornata invernale che precede il Natale. Una passeggiata che chi fa tappa in quella che è considerata la più affascinante città della Sardegna deve assolutamente mettere in agenda.  Avrà modo di apprezzare in tutta serenità, senza la calca della folla di turisti d’alta stagione , ricercati luoghi che riportano a una storia  lontana e moderna,  quella della Barceloneta sarda, la piccola Barcellona, così chiamata per un tratto distintivo: il fortissimo legame con la Catalogna.

Basti un dato per capire quanto valga questo legame: ancora oggi ad Alghero quasi un quarto della popolazione parla correntemente il catalano, insieme all’italiano.

Alghero, la Porta mare che si affaccia su Piazza Civica

Il legame tra Alghero e la Catalogna nacque a metà del 1500 quando in  un periodo di guerre e stravolgimenti la città passò sotto il controllo del Regno d’Aragona.  Dalla Catalogna arrivarono numerosi coloni, che in parte sostituirono i tanti deportati allontanati dalla Sardegna.  Ebbe inizio una nuovo ciclo storico suggellato dalla dichiarazione del 1501 di città regia e dalla visita nel 1541 dell’imperatore Carlo V. Da allora e sino a oggi i legami con la Catalogna non si sono mai allentati e sono ben visibili anche nell’architettura della città.

“A cominciare dal centro storico”, spiega Carlo Sechi, uno dei massimi conoscitori della realtà catalana, già sindaco di Alghero, fondatore, presidente e ora direttore dell’Obra Cultural, associazione che in città tiene vivo lo spirito di questa origine della comunità locale. “Nel centro storico si distingue  sicuramente il complesso della chiesa e del convento di San Francesco che si può far risalire all’epoca catalana. Poi ci sono le torri della cinta muraria, quella di San Giacomo, ricordo, unica a pianta ottagonale. E ancora i palazzi. A cominciare dal  Palazzo d’Albìs, in piazza civica, noto perché da lì parlò l’imperatore Carlo V. E  ancora i diversi palazzi di via Carlo Alberto. Il palazzo Machin, vicino all’episcopio e  al teatro”.

Luoghi da visitare, alcuni accessibili al pubblico, come la chiesa di San Francesco, in via Carlo Alberto, o l’attiguo  chiostro del convento, che è sede di eventi e mostre; così come la torre di San Giacomo, sui bastioni, che ugualmente spesso fa spazio a piccole esposizioni.

Ma anche le altre più grandi torri, lungo l’antica  cinta muraria e negli stessi bastioni sono perlopiù aperte al pubblico: sia la torre Sulis, nell’omonima piazza, punto di ritrovo dei giovani, sia la torre di San Giovanni, nel vicino largo San Francesco,  sono spesso sede di mostre. Nella torre di Porta terra, invece,  opera un ufficio informazioni turistiche gestito da una società privata.

Il palazzo d’Albìs, che ospitò l’imperatore Carlo V

Percorrendo le stradine del centro, i palazzi “nobili” si alternano a più modeste dimore che una volta ospitavano molte famiglie di pescatori. Ed è anche un alternarsi di stili negli storici edifici, dove il gotico – catalano emerge. Detto dei bastioni, delle torri e di alcune pregevoli dimore, vanno citate alcune altre evidenze nel contesto storico – archeologico cittadino.

Proprio sui bastioni e nell’area che una volta era il ghetto degli ebrei c’è il complesso di Santa Chiara, sede della Facoltà di architettura di Alghero (tra le migliori d’Italia), oggetto di un restauro negli scorsi anni. In passato l’edificio ospitò una comunità religiosa e più di recente il vecchio ospedale.

Nel complesso di San Michele è stato recuperato Lo Quarter oggi sede di esposizioni, del museo civico cittadino e spazio per eventi culturali e di spettacolo.

Ci sono poi alcuni altri palazzi che raccontano la storia della città. Quelli che si affacciano si affacciano sulla Piazza Civica; il Palazzo Simon, in via Ferret e il Palazzo Peretti, in via Roma; il Palazzo dei Carcassona, in via Sant’Erasmo, tra gli altri.

Va ricordato come nel secondo conflitto mondiale i bombardamenti hanno distrutto alcuni edifici nel centro storico di  Alghero e in taluni casi quegli spazi hanno portato alla creazione di piazzette.

Alghero, il centro storico

Dal passato al presente. Il legame tra Alghero e la Catalogna è stato rinnovato negli ultimi decenni da un intervento urbanistico che ha rivoluzionato  il fronte – mare della città, tra il vecchio porto e la spiaggia del lido.   Questo intervento è stato  firmato dall’architetto catalano Joan Busquets, urbanista di fama mondiale con studio a Barcellona.  E’ nato così il lungomare che porta il suo nome, il lungomare Busquets, sulla via Garibaldi, meta  di centinaia di  migliaia di visitatori ogni anno. 

Lungo  quasi un chilometro e mezzo, assicura un elegante percorso pedonale sul quale si affacciano numerosi chioschi e locali. Il nuovo piazzale portuale è sede di grandi eventi  musicali.

Il lungomare Busquets è costeggiato da una lunga pista ciclabile e  protetto da aiuole e verde con palme e altre alberature.

Alcune particolarità: la pavimentazione chiara è inframezzata da motivi scuri, che stanno a simboleggiare il muoversi delle alghe;  il cordolo che lo separa dalla spiaggia serve a proteggere l’arenile, ma si trasforma anche in una lunghissima seduta dove gli ospiti possono riposare; la rete di illuminazione, per la sua originalità  oggetto peraltro di discussioni, è composta da alti elementi dalla forma zoomorfa, ognuno dei quali pare quasi un volatile con le sue lunghe zampe,  e si completa con una sorta di gran pavese, acceso per la grandi occasioni (più di recente è stato smontato ed è in corso un ripensamento sul suo mantenimento). 

Il lungomare Busquets ha cambiato in parte la città, la sua vita. Basti pensare che per la sua realizzazione venne spostata addirittura la piccola stazione ferroviaria: il treno una volta arrivava a qualche decina di metri dal vecchio porto, ora si ferma in periferia.  Non solo. Sino a pochi decenni fa  la tipica passeggiata di Alghero avveniva sul lato opposto del litorale, sul cosiddetto lungomare Dante, quello più a Sud, che costeggia altri storici edifici, le ville d’epoca: villa Las Tronas e villa Mosca tra tutte, oggi sede di due affermate e note attività ricettive. 

E sul lungomare Dante negli anni sessanta c’era la movida algherese con uno dei più noti locali della Sardegna quale riferimento, El Fuego, ospitato nell’edificio Caval Marì, ora in abbandono, oggetto di un progetto di recupero da parte dell’amministrazione comunale.

Alghero, la passeggiata Busquets

Gli algheresi vanno  molto orgogliosi della loro catalanità. E’ un tratto che li distingue. In tanti parlano ancora la lingua  di Barcellona, che viene insegnata in specifici corsi. Un’attività di cui si fa carico la Scuola algherese Pasquale Scano. Fa capo  al Centre cultural Antoni Nughes, quest’ultimo intitolato a una sacerdote morto negli scorsi anni e che portò il catalano anche nelle funzioni liturgiche. 

I corsi sono aperti a tutti. Talvolta gli studenti arrivano anche da fuori. Si può frequentare  da dicembre a maggio, nel periodo delle lezioni.

Il catalano di Alghero è riconosciuto tra le lingue minoritarie e può vantare una vasta produzione musicale locale (la canzone di Alghero è una realtà molto viva), poetica e teatrale.

L’Obra Cultural, presidio culturale importante, ha sicuramente merito in tutto ciò. Ha una  propria sede nel centro storico, molto attiva. Promuove tante iniziative:  mostre, convegni, rassegne, produzioni editoriali. Dispone anche di una biblioteca aperta al pubblico e ospita da alcuni anni  il presidio locale della Nuova Plataforma de la lengua.  Con lo storico fondatore Carlo Sechi, un gruppo di appassionati volontari manda avanti l’importante lavoro dell’Obra Cultural.

D’obbligo una citazione, infine, per la delegazione locale degli Istituti de studi Catalan, altro importante sodalizio. Così come va citata la presenza de la “Representació de la Generalitat de Catalunya a l’Alguer”, una sorta di ufficio diplomatico del Governo della Catalogna, che si adopera anch’esso nell’organizzazione di eventi e iniziative.

Qui altre utili informazioni su Alghero

[ Progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]

3 Commenti

  1. Ho conosciuto Alghero per motivi di lavoro, mi sono innamorato subito di questa meravigliosa città. Ora ho comprato un appartamento in centro e appena posso mi precipito. Poi i sardi duri come la pietra ma se diventi loro amico sono dei veri e sinceri fratelli. Grazie Alghero, mi hai rubato il cuore, che purtroppo funziona poco

  2. città bellissima e molto viva tutto l’ anno grazie anche all’aereoporto li vicino che porta turisti soprattutto dall’estero. Purtroppo prezzi delle case / residence e dei B&B troppo alti per gli italiani. Passeggiata a mare molto ben tenuta e spettacolare.

  3. Alghero e’ una città meravigliosa. Ci vado in vacanza da oltre quarant’anni. Spero di poterci tornare da pensionata per lunghi periodi. Tuttavia purtroppo tutte le estati resto delusa da alcuni aspetti. La pulizia, un po’ la maleducazione di tanti, ma anche il non comprendere da parte dell’amministrazione che d’estate, poiché le presenze si moltiplicano, occorre pulire più spesso e meglio, dedicando maggiori risorse e tempo a questa attività. Inoltre la città presenta numerosi edifici fatiscenti o mal tenuti anche in vie centrali, offrendo una vista indecorosa. Infine citerei le strade e le buche che si collezionano di anno in anno, senza che si provveda a ripararle. Certamente sono stati fatti importanti investimenti, ma credo molto altro si possa fare per confermare che Alghero è un città da cartolina, ma non solo sui dépliant pubblicitari.

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