Domenica, 17 dicembre 2023
Un appello e una raccolta firme per sollecitare l’amministrazione comunale di Oristano ad affrontare la situazione abitativa e il percorso di inclusione, crescita e partecipazione dei Rom cittadini. A oltre 70 giorni dall’evacuazione da via Rockfeller, in seguito all’incendio, lo lancia il comitato “Quello che i gagè ignorano”, che spiega: “sentiamo il dovere di fare richiesta all’Amministrazione Comunale di una soluzione che garantisca il diritto all’abitare in condizioni di inclusione sociale tali da ridurre i meccanismi di auto- segregazione e isolamento, e favoriscano l’autodeterminazione; il diritto alla salvaguardia dell’unità familiare, cosi che venga custodita l’identità individuale e di gruppo e la possibilità di un mutuo aiuto nelle situazioni quotidiane; il diritto all’integrazione e lo sviluppo di consapevolezza di appartenenza a questa città con graduali passi per uscire dalla marginalità e per una partecipazione attiva”.
Di seguito il testo dell’appello e l’invito a tutti, singoli cittadini e associazioni, a sottoscriverlo.
Questo è un appello sotto il quale vorremmo raccogliere molte firme per dire che Oristano tutela tutti i suoi cittadini e manifesta la preoccupazione nei confronti della situazione abitativa e del percorso di inclusione, crescita e partecipazione dei rom di Oristano.
La situazione che si è venuta a creare negli anni, con il rinviare di un progetto abitativo associato a misure di accompagnamento sociale e di mediazione rivolto ai cittadini rom della nostra città, ha portato all’incendio di fine settembre in via Rockfeller. La temporanea soluzione abitativa “di transizione” presso il camping di Torre Grande ha portato il piccolo gruppo a rendere ancora più grave la precarietà quotidiana, ad interrompere l’attività lavorativa di sostentamento, a creare ulteriore emarginazione e a rinforzare gli stereotipi contro la loro condizione e identità.
A distanza di oltre 70 giorni dall’evacuazione da via Rockfeller, sentiamo il dovere di fare richiesta all’Amministrazione Comunale di una soluzione che garantisca:
il diritto all’abitare in condizioni di inclusione sociale tali da ridurre i meccanismi di auto- segregazione e isolamento, e favoriscano l’autodeterminazione;
il diritto alla salvaguardia dell’unità familiare, cosi che venga custodita l’identità individuale e di gruppo e la possibilità di un mutuo aiuto nelle situazioni quotidiane;
il diritto all’integrazione e lo sviluppo di consapevolezza di appartenenza a questa città con graduali passi per uscire dalla marginalità e per una partecipazione attiva.
Si chiede inoltre l’avvio di un progetto di “Microarea Familiare” rivolto ai rom attualmente in emergenza abitativa. Progetto che veda nella fase di stesura e nella fase di realizzazione il coinvolgimento della comunità Rom oristanese, di Associazioni e di cittadini che siano disponibili ad essere parte attiva nell’accompagnamento sociale e negli interventi di mediazione.
I romanì hanno una lingua, una cultura, una storia e delle tradizioni che i gagé (i non rom in lingua romanés) ignorano, mentre dilagano i pregiudizi e gli stereotipi che alimentano il sentimento del antiziganismo che è un grande freno all’integrazione scolastica, lavorativa e sociale del popolo rom.
La nostra città è ancora in tempo per aderire alle proposte di strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti 2021-2030, che vede come punto di contatto l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), e diventare così modello di promozione di percorsi di cittadinanza.
La piccola comunità Rom è presente in città da circa trent’anni. La seconda e terza generazione è nata e cresciuta, e ha frequentato scuole e attività, ad Oristano. In questo arco di tempo i componenti dell’intero gruppo hanno stretto molteplici relazioni lavorative e amicali con la comunità oristanese e si considerano cittadini della nostra città.
Aspettiamo il tuo sostegno a questo appello perché Oristano sia la città del confronto, dell’ascolto, dell’accoglienza e dell’integrazione.
Chiunque condivida l’appello può mandare una mail, con nome, cognome e indirizzo, all’indirizzo mail igageignorano@gmail.com
Io proporrei le stanze del seminario , inoltre sarebbero più che integrati , essendo in centro città.
Ma l’email è per mandare pernacchie? Chiedo per un amico eh
Prima di dargli un’abitazione bisognerebbe insegnare come si vive rispettando le regole. Per quanto riguarda l’immondizia che buttano fuori casa in sacchetti neri, tutta mischiata, io avrei una domanda… chi la smista questa immondizia??? Perché loro non fanno la raccolta differenziata come noi?
Eh cara luci, sai quante volte ci siamo posti queste domande ma nessuno risponde, la comunità Rom è protetta in tutto e per tutto e non si sa per quale motivo visto il ” lavoro” che svolgono…mah non capisco proprio perché a loro tutto sia concesso, e non è questione di essere razzisti ma consapevoli che a questo punto sembra che più ti comporti male e più vieni aiutato, boh il mondo è al contrario.
ma occorre fare molta fila per mettere la firma?
Direi che c’è ben poco da commentare, per loro le istituzioni si comportano al contrario rispetto ai cittadini onesti. Perchè non chiedere cosa ne pensano quelle centinaia di famiglie che da anni attendono con speranza per una casa popolare? Forse queste famiglie dovrebbero comportarsi come si sono comportati loro in tutti questi anni in via Rockfeller? Avete notizie di bollette di luce e acqua (o bollo auto e assicurazione) da loro pagate? Intanto nel silenzio pare che una o più famiglie siano già state trasferite negli appartamenti comunali di via Alghero non si sa a quale titolo, forse qualche giornalista potrebbe informarsi meglio
Certo che per quanto riguarda AVERE si sono integrati da 30 anni, ma per seguire le regole di cittadini per bene non mi sembra siano integrati, come associazione dovreste lavorare su questo proposito poi ottenere, altrimenti i razzisti siete voi nei confronti dei cittadini.
concordo pienamente con tutti i commenti precedenti….