Venerdì, 22 marzo 2024
Sei piatti proposti da altrettanti chef locali realizzati con il pesce povero, che riportano al passato e alle antiche tradizioni della cucina sarda. Sono stati presentati oggi nei locali della scuola alberghiera “Don Deodato Meloni” di Oristano nell’ambito del programma “Meno nobile ma molto buono”.
“Il nostro obiettivo” ha detto Serafino Mura, responsabile di Campagna Amica della Coldiretti, “è valorizzare e riproporre il pesce povero nell’intera filiera, dalla pesca al consumo. Va ricordato quanto sia importante il consumo di pesci locali, ignorati o non cucinati, ma che tutti noi sappiamo essere prelibati e accessibili. Le vecchie ricette vanno riprese, stimolate e consolidate. Per questo oggi ringraziamo anche i ristoranti che hanno voluto cucinare il pesce povero”.
Gavino Sanna, docente e organizzatore del progetto, ha ricordato le peculiarità di questo prodotto e spiegato come l’Alberghiero di Oristano abbia voluto avviare un programma che ha trovato un grande interesse negli studenti.
Antonella Concas, presidente di Uecoop Sardegna (che Insieme alla Coldiretti e all’Istituto Don Deodato Meloni ha sposato l’iniziativa) ha commentato: “È un progetto importante che rivaluta le ricette del passato del pesce povero. Oggi in Sardegna il pesce povero copre appena il 10% dei consumi. Non viene sfruttata la sua potenzialità. Si tratta di un pesce buono e con importanti capacità organolettiche, e in più costa poco. Rivalutandolo, si sfrutta meno il mare. È un chiaro esempio di valorizzazione delle risorse del territorio”.
Il direttore della Coldiretti Emanuele Spanò ha portato i saluti del presidente e ha spiegato i motivi del coinvolgimento dell’organizzazione agricola in questo progetto. “Coldiretti ha creato nel passato una struttura dedicata per raggruppare le imprese della pesca”, ha ricordato Spanò. “Oggi qui si valorizza il pesce povero, un prodotto naturale. Ci sono realtà che stanno lavorando su sostanze ittiche sintetiche, con la scusa di andare a ridurre il consumo delle specie nobili marine per sostituirle con sostanze artificiali. Noi non siamo favorevoli. Oggi si sta sensibilizzando il consumo di questi pesci poveri. Rispettiamo e salvaguardiamo le nostre tradizioni”.
Ottavio Sanna, docente e direttore di Its Academy ha spiegato che “questa è un’occasione importante, una specializzazione professionale, di innovazione e riscoperta delle tradizioni. Il pesce povero lo portiamo nei ristoranti. Il prodotto sintetico? Stiamo attenti. Oggi facciamo analisi sugli alimenti sani, l’esperienza di questi ragazzi che si formano e sono parte attiva nella ricoperta delle tradizioni è fondamentale. Abbiamo costruito un percorso importante su tre punti fondamentali per lo sviluppo turistico: archeologia, ambiente e prodotti alimentari per la prospettiva di crescita della Sardegna, in questo caso con i ragazzi del Don Deodato Meloni”.
Serafino Mura, in chiusura della giornata, ha invitato gli chef a presentare i propri piatti. Luca Sanna del ristorante-trattoria Su Talleri di Oristano ha proposto una zuppa di 13 pesci di scoglio con verdure di stagione; Antonio Sanna della caffetteria La Terrazza ha invece optato per uno sgombro all’arancia. Sandro Caria del ristorante Bentu de Mari ha presentato un muggine in agrodolce; Paolo Canu del ristorante Pane e olio ha proposto una fregula sarda con crudo di triglia. Infine i ragazzi dell’Alberghiero hanno proposto le sardine con cipollotti carpione e paccheri con fumetto di muggine, pomodori confit e bottarga.
Al progetto hanno aderito anche Ros’e Mari, l’agriturismo Sa Tanchitta, l’agriturismo Archelao, l’agriturismo Pittinuri, il ristorante Aeden, Esse Zeta e Ittico Perra.
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Quale sarebbe il pesce povero? I muggini largamente consumati, le sardine diventate ormai costose e introvabili o le triglie?
Magari se avessero pensato a qualche ricetta con la carpa si potrebbe parlare di pesce povero…