Detenuto di alta sicurezza diventa testimone di Geova e viene battezzato in carcere

Sabato scorso la cerimonia

Foto d’archivio

Giovedì, 18 aprile 2024

Diventato testimone di Geova, un detenuto della sezione ad alta sicurezza della casa circondariale di Massama è stato battezzato sabato scorso in carcere. È la storia di Vincenzo Scivoli, che dopo essersi impegnato in un profondo studio della Bibbia, ha fatto grossi cambiamenti nella sua vita e ha deciso di convertirsi.

Il battesimo si è tenuto in una piscina allestita per l’occasione nel teatro della struttura penitenziaria, alla presenza di una decina di persone. 

“Non avevo mai assistito a una cerimonia dei testimoni di Geova”, ha commentato l’educatore della casa circondariale Salvatore Flore, “è stata emozionante. Ho avuto modo di vedere dei filmati anche di cerimonie di altre religioni e quando si parla di purezza e remissione dei peccati si parla di cose positive. Cito le parole di uno statista che ha posto una delle grandi domande della vita: ‘dobbiamo fare ciò che è giusto o ciò che è utile?’ Viviamo in un periodo di tempo in cui le persone spesso fanno ciò che è utile per sé stesse ma non ciò che è giusto. Il messaggio della cerimonia di oggi è stato di ben altro tenore”.

“Prima di intraprendere questa scelta”, ha aggiunto Flore, “Scivoli era sempre di cattivo umore e arrabbiato col mondo intero. Ora ha migliorato il rapporto con se stesso, ha capito l’atteggiamento degli altri nei suoi confronti, è cambiato come persona. Tutti hanno rispettato il suo studio della Bibbia e abbiamo riportato i cambiamenti che ha fatto al magistrato”. 

Lo stesso Scivoli si è detto soddisfatto del percorso intrapreso. “La mia gioia è indescrivibile”, ha commentato subito dopo il battesimo, “sono felicissimo di essermi battezzato come testimone di Geova. Lo studio approfondito dei principi biblici mi ha aiutato a cambiare il mio modo di pensare e di agire, così ho potuto dare una svolta alla mia vita. Prima ero sempre arrabbiato con tutti, ora posso dire di avere uno scopo nella vita e questo mi ha permesso di trovare la pace con me stesso e con gli altri. Non smetterò mai di essere grato per questa splendida opportunità”. 

I testimoni di Geova sono stati la prima organizzazione religiosa non cattolica a richiedere e ottenere il permesso di visitare i detenuti nelle carceri. E grazie alla legge 354 del 1975, in Italia dal 1976 i ministri di culto nominati dallo Stato prestano la loro opera volontaria e gratuita di assistenza religiosa. Oggi sono circa 500 i ministri testimoni di Geova che portano un messaggio di speranza in oltre 190 strutture carcerarie, contribuendo così al recupero e reinserimento nella società di molti detenuti.

2 Commenti

  1. Anche se a pochi piacciono i TdG essi sono i soli che applicano il Cristianesimo come stile di vite inderogabile (ma forse proprio per questo sono invisi?…); non è merito loro se persone “malvage” cambiano il loro stile di vita per divenire “come pecore”, il merito è dei principi scritti nella Bibbia, il loro merito è quello di diffondere tale messaggio in tutto il mondo, cosa che NESSUN alto fa in modo così capillare e “integrale”. Basti pensare che il loro sito, JW.ORG, contiene pubblicazioni in 1.090 lingue (!), raggiungendo così praticamente tutta la terra abitata, come richiesto a suo tempo da Gesù stesso.

  2. sono felice di appartenere alla grande famiglia spirituale di Geova Dio. orgogliosa di essere una Testimone di Geova vi incoraggio a conoscere cio che dice la Parola di Dio.

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