Venerdì, 24 maggio 2024
Hanno passato una mattinata alla scoperta della quotidianità di tanti loro coetanei in Kenya: gli alunni di quattro classi della scuola media Alagon nei giorni scorsi hanno incontrato Giusi Serra, volontaria di Abbasanta da anni impegnata nel paese africano con l’associazione “Vento della vita”. Attraverso dei video, i ragazzi di seconda e terza media hanno potuto osservare la differenza tra la loro vita e quella di tanti studenti africani.
“I filmati mostravano delle immagini dai miei viaggi e un riassunto della mia esperienza in Africa, lunga ormai otto anni”, ha commentato Serra. “In particolare mi sono soffermata su oggetti che i ragazzi danno per scontati. Ho fatto notare che noi stavamo guardando i video su una LIM da migliaia di euro e ho mostrato loro ciò che le insegnanti keniote utilizzano come lavagna: un telo di plastica con delle lettere e numeri ricamati a mano. Un altro esempio sono gli smartphone: in Kenya al massimo li posseggono i lavoratori con alto reddito o quelli impiegati lungo le coste, mentre il resto della popolazione può permettersi al massimo vecchi Nokia. È stato curioso osservare l’interesse dei ragazzi verso questi vecchi modelli di cellulari: in effetti, data la loro giovane età, probabilmente non li avevano mai visti. Un altro dettaglio che ha affascinato sia loro che gli insegnanti è l’assenza di specchi nei villaggi: i bambini kenyoti si stupiscono sempre di poter vedere il proprio viso per la prima volta”.
Ormai Giusi Serra è di casa in Kenya e ha potuto guidare gli studenti nel viaggio alla scoperta delle difficoltà da affontare per far scuola in tanti territori. “Nel 2017 avevo visto il post di un’associazione che produceva dei banchi e ho deciso di acquistarne uno per una scuola in Kenya, dedicandolo alla memoria di mio marito, venuto a mancare. Da lì è nato un grande tam-tam e tante persone mi hanno contattata per donarne degli altri”, ha raccontato Serra. “Nel 2018 avevamo raccolto ben 200 banchi, allestendo tre aule e dedicandole a mio marito. Mi sono recata in Kenya con mia figlia proprio in occasione dell’inaugurazione: è stato un momento molto emozionante”.
Giusi Serra lavora in Kenya con l’associazione di volontariato “Vento della vita”, che offre anche assistenza per la salute. “Le persone difficilmente riescono ad accedere ai servizi sanitari, non solo per le distanze geografiche, ma soprattutto perché è necessaria una tessera sanitaria collegata a un’assicurazione. Molti non possono permettersela e non sanno come pagare le cure”, ha spiegato Serra.
“La nostra associazione ha sede in Italia ed è connessa alla gemella kenyota People on the Edge: in Kenya per fare volontariato è necessario fare parte di un’associazione con sede nel proprio stato d’origine, che deve essere necessariamente collegata a una registrata nel paese africano. Dal rapimento di Silvia Romano le regole si sono fatte decisamente più stringenti, comunque riusciamo a fornire supporto anche nei villaggi più remoti, portando cibo, medicinali, vestiti e denaro”.
Nel corso di un viaggio in Kenya, Serra aveva compreso le necessità dei suoi abitanti. “Mi trovavo in Africa con un’amica e abbiamo conosciuto Everlyn, una bambina nata con una gamba storta”, ha commentato Serra. “Siamo riuscite a farla curare, strappandola a una vita negata. Da lì abbiamo capito che la via da seguire era quella del supporto sanitario. Ora sta bene e ci accoglie sempre con grande piacere”.
I ragazzi si sono mostrati interessati alle storie provenienti da realtà così lontane dalla loro. “Non avevo mai parlato a degli studenti di quell’età ed ero un po’ intimorita”, ha detto Serra. “Invece hanno mostrato curiosità e sensibilità verso il tema. È importante conoscere queste realtà, magari un giorno potrebbero decidere di spendersi per le popolazioni più svantaggiate. Ringrazio la dirigente Giuseppina Loi per avermi dato l’occasione di incontrare i ragazzi”.