Aula magna al completo questa mattina all’Itis Othoca di Oristano, per la presentazione di “Io sono innocente”, il libro di Beniamino Zuncheddu e del suo avvocato Mauro Trogu. E non erano solo studenti quanti hanno partecipato all’incontro promosso dalla scuola e dall’Università della terza età e voluto soprattutto dal dirigente Franco Frongia. A fare da moderatore Antonello Garau, collaboratore di LinkOristano e Radio Cuore, dove cura la rubrica in lingua sarda.
Beniamino Zuncheddu e il suo legale hanno ripercorso la drammatica storia del pastore di Burcei finito ingiustamente in carcere per trent’anni, condannato per una strage che non aveva commesso.
“Abbiamo voluto essere presenti anche a Oristano e per questo ringraziamo l’Istituto Othoca”, ha detto Mauro Trogu. “Per me e Beniamino è stato importante raccontare questa triste vicenda della giustizia italiana agli studenti, agli insegnanti e agli oristanesi. Perché dovrebbero leggere questo libro? Perché contiene un monito – alla fine è questo il senso – un monito per i cittadini che aiuta a capire come funzionano le cose nel nostro paese, male. A volte funzionano anche bene, come l’esito finale di questo processo. Quando si parla di un soggetto condannato bisogna avere molta cautela, usare le pinze, andarci piano con le parole e le accuse. Non sappiamo cosa ci sia dietro un processo”.
Zuncheddu e Trogu hanno quindi risposto alle domande rivolte proprio dagli studenti dell’Othoca, chiaramente legate al processo di revisione che ha permesso oggi a Beniamino di essere un uomo libero, del ruolo dei testimoni, degli imputati e dell’ingiustizia.
“Comportatevi bene”, ha detto Zuncheddu rivolgendosi agli studenti, “volersi bene l’uno con l’altro è importante e, se potete, perdonate quando bisticciate”. Lui ha perdonato colui che lo aveva ingiustamente fatto finire dietro le sbarre, da innocente. Lo ha ricordato più volte anche questa mattina, davanti a una platea attenta e commossa.
“Leggere questo libro è importante”, ha proseguito Zuncheddu, “perché oggi i giovani si fanno una cultura e un’esperienza. E poi, quello che è stato scritto altro non è che tutta la verità. Mi viene naturale e spontaneo, soprattutto quando uno è innocente. Posso finalmente camminare a testa alta per la strada. Quando l’avvocato mi ha proposto di scrivere il libro non ho esitato minimamente, tutti devono conoscere cosa e come ho vissuto in questi 30 anni da persona innocente in una cella”.
Antonello Garau è stato parte importante del processo di revisione. “Ora ne posso parlare, prima ero tenuto al segreto”, ha spiegato. “Ho dovuto tradurre dal sardo le trascrizioni delle intercettazioni di testimoni chiave della storia di questo processo. Non è stato facile rendere quanto veniva detto nelle registrazioni. Non è stato facile spiegare ai giudici ‘continentali’ cosa volessero dire certe parole, che secondo il luogo hanno un significato differente”.
Alla fine della mattinata il dirigente dell’Othoca Franco Frongia ha voluto donare a Beniamino Zuncheddu e al suo legale Mauro Trogu una targa per ricordare la giornata. L’ultimo omaggio a Zuncheddu è arrivato dal leader del gruppo musicale Naracauli, Stefano Contu: la band ha presentato e fatto ascoltare l’ultimo singolo, intitolato “Beniamino racconta”.
“Abbiamo deciso di scrivere questa canzone perché è ancora caldo il sentimento e l’orgoglio che ci lega a Beniamino, un sardo balzato agli onori della cronaca per essere stato accusato di omicidio ed erroneamente condannato. Alla realizzazione del brano”, ha detto Stefano Contu, “hanno collaborato il maestro Stefano Pinna alle launeddas e i Tenores di Neoneli”.