Venerdì, 14 giugno 2024
È stato firmato oggi il protocollo di collaborazione tra gli organizzatori della Catte Cup, l’Arcidiocesi arborense e il Comune di Oristano. Quest’anno l’atteso torneo di calcio a 7 vedrà al via 50 squadre e 700 giocatori. Le qualificazioni si giocheranno dal 21 al 23 giugno, mentre la fase finale sarà disputata dal 15 al 30 luglio.
Erano presenti all’incontro di questa mattina l’arcivescovo, monsignor Roberto Carboni, il rettore del Seminario, monsignor Alessandro Floris, il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna, la presidente della Consulta giovani Giorgia Leo e gli organizzatori, rappresentati da Mattia Murru.
Il rettore monsignor Alessandro Floris ha messo in evidenza “che questo è un momento importante per il Seminario e per la Diocesi, perché già da cinque anni si rinnova la collaborazione con i giovani che organizzano la Catte Cup. La Diocesi apre le porte ai ragazzi per vivere un momento che unisce. Non è solo calcio, ma si sta insieme anche ad ascoltare musica e bere un bicchiere di birra”.
“La Catte Cup è nata come una sfida”, ha ricordato Mattia Murru, “e oggi è un punto di riferimento per centinaia di giovani. I ragazzi hanno voluto creare questo evento importante. Ringraziamo la Diocesi e il Seminario per aver voluto riproporre questa manifestazione anche per i prossimi due anni. La Catte Cup avvicina i giovani alla Chiesa ed è un momento importante per tutta la città”.
“Ringrazio l’arcivescovo Roberto Carboni per la disponibilità e i giovani per aver promosso questo evento”, ha detto il sindaco Massimiliano Sanna. “Il protocollo firmato oggi va a sancire un importante accordo tra le nostre istituzioni. Noi ospitiamo i ragazzi e stiamo facendo squadra promuovendo i valori dello sport”.
“Sono felice che per il terzo anno continui la collaborazione con la Catte Cup”, ha detto la presidente della Consulta giovani, Giorgia Leo, “questo torneo raggruppa tanti giovani e li unisce come una grande famiglia”.
“Mi congratulo con questi giovani che hanno portato avanti un bel progetto”, ha detto l’arcivescovo Roberto Carboni, “non è facile organizzare una manifestazione di questo livello. Ci vogliono gambe ed energie. Ringrazio anche monsignor Floris per avermi coinvolto, facendomi capire l’importanza della Catte Cup. Credo che la Chiesa da sempre abbia bisogno di reimparare dei linguaggi che possano essere utili per riavvicinarci. Il linguaggio dello sport è importante, fondamentale. Il linguaggio della musica, dell’arte e dello spettacolo lo sono ancora di più: un vero momento di festa. Noi siamo custodi dei beni della Diocesi, come la Cattedrale e il campo di calcio: l’obiettivo non è chiuderli e tenerli per noi, ma aprirli perché altri possano usufruirne”.