Mercoledì, 21 agosto 2024
Da anni sono erbacce e rifiuti gli abitanti del vico Arcais, nel cuore del centro storico di Oristano. Lo ricorda malinconicamente la minoranza in Consiglio comunale, che ha presentato un’interpellanza sul degrado di quella strada.
“Il vicolo collega via Carmine con la spazio retrostante il convento omonimo, fiancheggiando due dei più importanti edifici storici della nostra città, il Chiostro del Carmine, oggi sede del Consorzio UNO – Università Oristanese, e il Palazzo Paderi, di proprietà, per parti distinte, della ASL e dello stesso Comune di Oristano”, ricordano i firmatari Francesco Federico (Oristano Democratica e Possibile), Efisio Sanna, Carla Della Volpe e Francesca Marchi (Oristano Più), Massimiliano Daga (Partito Democratico).
La strada del centro non è accessibile da quasi vent’anni. “Vico Arcais venne chiuso nel 2006, per un concreto pericolo di crollo del muro di cinta del Palazzo Paderi. Ossia proprio l’edificio in parte di proprietà del nostro Comune”, scivono i consiglieri di minoranza. “Da allora all’interno di quel sito hanno prosperato piante infestanti divenendo anche un ricettacolo di rifiuti di ogni genere. Quell’angolo di Oristano antica, dimenticato da troppo tempo, non rende sicuramente ai visitatori l’immagine migliore della nostra bella e storica Città”.
“Si tratta di uno degli angoli potenzialmente più belli di Oristano, ma in realtà da troppo tempo inaccessibile e in totale stato di abbandono e incuria”, hanno aggiunto i firmatari, che hanno deciso di interrogare sindaco e presidente del consiglio comunale sulla situazione del vicolo.
“L’attuale Amministrazione ha previsto un intervento di riqualificazione delle aree adiacenti, ovvero via Carmine e vicolo La Marmora, per cui chiediamo quali siano i progetti previsti per vico Arcais”, hanno concluso. “Inoltre è previsto un accordo, ad oggi non ancora perfezionato, tra la ASL e il Comune di Oristano per la cessione completa della proprietà del Palazzo Paderi all’ente comunale, in permuta dell’Hospice realizzato dall’amministrazione nel 2017. Chiediamo dunque le motivazioni dietro i ritardi sulla permuta”.