Sabato, 3 agosto 2024
Con lo spettacolo “Bella, bella sa beccesa” di e con Rossella Faa si è concluso l’anno accademico dell’Università delle tre età di Oristano. Un anno positivo con tante attività, numerosi iscritti che confermano come l’associazione rappresenti molto di più di un luogo d’incontro e sia ormai una realtà sociale e culturale significativa per il territorio.
“Un anno ricco di numerose attività e di tante nuove esperienze”, conferma la presidente Adriana Boy. “Lavoriamo con piacere ed entusiasmo ma sopratutto per l’affetto che ci lega a tutti i nostri soci”.
Tra le finalità principali che ogni anno l’associazione si pone c’è sicuramente il contribuire alla promozione culturale e sociale degli associati, con l’attivazione di incontri, conferenze, corsi, laboratori e la realizzazione di altre attività affini, predisponendo ed attuando iniziative sul i territorio. Ma non solo: si cerca anche di fare un confronto e una sintesi tra le culture delle precedenti generazioni e quella attuale, per realizzare, come sottolinea la presidente Boy, “un’accademia di umanità che evidenzi l’Essere oltre che il Sapere”.
L’organizzazione, il coordinamento e la gestione delle attività associative sono affidati esclusivamente all’opera di volontariato, guidati appunto della presidente Adriana Boy insieme agli gli otto membri del direttivo: Antonello Montixi, Antonio Orru, Antonello Mantione, Caterina Cossu, Andreina Sanna e Gino Carcangiu e di alcuni associati.
“Sono passati quasi 40 anni dalla nascita della sede di Oristano”, spiega sempre la presidente dell’Unitre, “e nel corso del tempo l’associazione è profondamente mutata sia in relazione al numero degli associati sia riguardo alle proposte didattiche”.
I NUMERI. Ecco alcuni dati dell’anno accademico appena concluso e che ha segnato il massimo storico: sono stati ben 672 gli iscritti e sono stati attivati 47 laboratori riguardanti diverse aree tematiche (linguistica, espressiva, artistica creativa, motoria etc). Particolarmente apprezzati anche i i laboratori a carattere pratico come potatura, olivicoltura ed enologia. Complessivamente, dunque, sono stati coinvolti 811 partecipanti.
Le conferenze, proposte per tre giorni alla settimana, sono state 55 e hanno raggiunto un numero di circa 2300 presenze. Sono state realizzate 20 visite guidate nel territorio regionale, delle lezioni sul campo inerenti i siti visitati grazie a guide altamente qualificate. E anche in questo caso, la risposta dei soci è stata particolarmente significativa con ben 900 partecipanti.
Inoltre, grazie alla collaborazione dell’associazione culturale musicale Ellipsis di Sassari sono stati proposti nel corso dell’anno tre concerti di musica classica. L’interesse dei soci per la musica è confermato anche dall’alto numero di adesioni alla stagione lirica e concertistica del Teatro lirico di Cagliari che nell’ultimo anno è passato da 64 a 109 abbonati.
Infine, nel mese di giugno, a conclusione dell’anno accademico sono stati fatti due viaggi fuori dalla Sardegna, in Campania e in Andalusia, a cui hanno partecipato complessivamente 83 soci.
“A luglio abbiamo partecipato con 60 soci alla serata “Giri di vite” organizzata a Sardara”, aggiunge sempre Adriana Boy, “che è stata l’occasione non solamente per evocare i vigneti, l’uva e il vino, ma anche le vite umane. Sempre a luglio, accompagnati dall’archeologo Alfonso Stiglitz con la partecipazione di oltre 70 soci abbiamo visitato il sito archeologico S’Urachi a San Vero Milis”.
“Questi dati mostrano come l’Unitre rappresenti nel territorio una realtà sociale e culturale significativa sia rispetto al numero degli associati sia riguardo alla quantità e qualità delle attività culturali, artistiche e ricreative proposte”, conclude la presidente Adriana Boy. “Altrettanto rilevante è l’aspetto relazionale che è una prerogativa essenziale dell’associazione. Lo stare insieme, stringere nuove amicizie, rimettersi in gioco, dopo aver concluso un percorso lavorativo, dedicando il proprio tempo a coltivare interessi e passioni in passato trascurate, sono importanti fattori di prevenzione nell’ottica di un invecchiamento attivo, come del resto ormai riconosciuto anche dalla medicina geriatrica”.