Diportisti senza contratto: via alle rimozioni delle barche dal porticciolo di Torre Grande

Le prime due sono in rimessaggio a terra. Contestazioni da un proprietario disabile

L’ingresso del porto turistico di Torre Grande

Venerdì, 25 ottobre 2024

Dopo un preavviso all’inizio del mese, ieri Marine Oristanesi ha iniziato a rimuovere dall’ormeggio al porto turistico di Torre Grande le imbarcazioni dei diportisti che non hanno firmato il nuovo contratto proposto all’inizio dell’anno.

“Per ora abbiamo proceduto alla rimozione e al rimessaggio a terra di due imbarcazioni, come previsto dal regolamento”, spiega il presidente delle Marine Oristanesi, Gianni Salis, richiamando una diffida inviata da tempo e seguita da un invito a liberare lo spazio dell’ormeggio ai diportisti senza contratto.

“Abbiamo aspettato mesi e proposto loro anche una transizione nel mese di giungo, ma hanno rifiutato”, continua Salis. “Dopo averlo preannunciato a inizio ottobre, ora abbiamo ritenuto che i tempi fossero maturi per procedere e abbiamo attuato ciò che è previsto da regolamento, di concerto con l’Autorità marittima”.

Le imbarcazioni interessate dallo sfratto sono complessivamente 10, per le quali Salis parla di “occupazione abusiva di spazio demaniale”. “Procederemo con le altre”, ha annunciato Salis, se i diportisti non si muoveranno autonomamente per portar via le barche dal porto di Torre Grande.

Motivo di controversia anche le quote versate dal 1° gennaio 2024 fino al mese di settembre, per le quali è arrivata all’inizio del mese – insieme al preavviso di rimozione – una richiesta di integrazione. Marine Oristanesi – secondo quanto riferito dal presidente Salis – ha considerato quelle cifre un “versamento volontario non supportato da titolo contrattuale, quale acconto per occupazione senza contratto”.

Intanto qualcuno ha dovuto rinunciare alla propria imbarcazione, informando con una lettera Marine Oristanesi, Comune di Oristano, Capitaneria di porto (e un avvocato). “Vi comunico di aver venduto la mia barca”, scrive il diportista, una persona disabile, spiegando di essersi separato dall’imbarcazione (che serviva anche “come seconda terapia”) a causa di “una situazione oramai insostenibile” legata alle “richieste risarcitorie per l’occupazione, secondo il presidente Salis abusiva, del mio posto barca”.

“Io vado via, ma ciò non vuol dire che rinunzi a far valere, in tutte le opportune sedi e con tutti i mezzi a mia disposizione, i miei diritti conculcati dagli illegittimi comportamenti dell’amministrazione di questo porto”, conclude la lettera, con una critica al Comune di Oristano e alla Capitaneria di porto, “che avrebbero dovuto sostenere e vigilare l’inclusione e che, invece, hanno brillato per assenza istituzionale”.

“La barca”, comunica il diportista, “ha lasciato il porto di Torre Grande il 23 ottobre alle 9”.

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