Reggia giudicale in piazza Manno, “il Comune svende l’eredità degli Arborea”

Contestata la scelta di non far passare la proposta in Consiglio

Foto d’archivio

Venerdì, 18 settembre 2024

La minoranza di centrosinistra in Comune contesta i progetti di riqualificazione dell’antica reggia giudicale degli Arborea, in piazza Manno, che diventerà la sede della Prefettura di Oristano, grazie a un intervento di riqualificazione da 13 milioni di euro e ad un concorso d’idee da bandire entro la fine dell’anno. Al suo interno, l’edificio che per tanti anni è stato il carcere della città, ospiterà anche spazi dedicati alla cultura e un museo della memoria carceraria.

Ma secondo l’opposizione, con questa scelta la maggioranza ha “rinunciato a rivendicare la disponibilità per intero del palazzo”. Carla Della Volpe e Francesca Marchi di Oristano più, Massimiliano Daga del Pd, Francesco Federico di Oristano democratica e possibile e i consiglieri di Progetto Sardegna Maria Obinu, Giuseppe Obiu e Umberto Marcoli hanno presentato un’interpellanza urgente al sindaco Massimiliano Sanna.

Chiedono “per quali ragioni non è stata portata all’attenzione e alla discussione del Consiglio comunale una questione che attiene a un luogo della memoria di tutta la città” e perché “si è deciso di privare Oristano di un bene di altissimo valore storico e culturale, senza ricercare condivisione e soluzioni alternative”.

Nell’interpellanza gli esponenti della minoranza hanno ricordato che nel 2012 era iniziato il trasferimento dei detenuti dal vecchio carcere, con l’apertura della casa di reclusione di Massama. In seguito, l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Guido Tendas aveva “rivendicato idealmente l’eredità degli Arborea per la città di Oristano, iniziando una interlocuzione con il Demanio dello Stato per proporre una permuta con altri locali di proprietà del Comune”.

“Una richiesta”, ricordano i consiglieri della minoranza, “reiterata dal Comune di Oristano nell’ottobre 2020”.

Vede il bicchiere mezzo pieno l’attuale sindaco Massimiliano Sanna. “Avremmo preferito che la titolarità del bene fosse riconosciuta al Comune”, ha commentato il primo cittadino, “lo avremmo utilizzato pienamente a fini culturali, ma è comunque significativo che l’edificio sia recuperato, valorizzato e ritorni alla città”.

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