Mercoledì, 13 novembre 2024
Ieri il Consiglio comunale ha respinto con 13 voti la proposta di adozione del piano attuativo in zona B* che avrebbe consentito alla società 3 Torri di raggiungere i 16 metri di altezza per la palazzina in costruzione in via Michele Pira, superando i 12,8 metri previsti dalla concessione diretta. Dall’aula è arrivata una bocciatura pesante, dopo il voto contrario della Commissione urbanistica e il parere negativo degli uffici.
Tra i consiglieri di Forza Italia ha partecipato al voto esclusivamente Francesco Pinna – segno evidente dei malumori tra gli azzurri -, mentre nella minoranza ha votato solo Sergio Locci (Aristanis). Tema di discussione è stata anche la diffida ai consiglieri inviata dalla 3 Torri, che chiedeva l’approvazione del piano attuativo.
La proposta di adozione è stata presentata in aula dall’assessore all’Urbanistica Ivano Cuccu. “Il 26 marzo scorso ho ricevuto dall’ex dirigente comunale del settore Sviluppo del territorio, Giuseppe Pinna, le proposte relative alla pratica urbanistica di adozione del piano di lottizzazione in zona B* di via Michele Pira e quella di approvazione dello schema di convenzione comparto C2ru Sa Rodia. Ho studiato la delibera di via Michele Pira, per poi essere in grado di presentarla nel modo migliore ai consiglieri comunali. Esaminandola”, ha dichiarato Cuccu, “ho notato delle cose non chiare. Quindi il 2 aprile ho scritto all’ingegner Pinna chiedendogli alcuni chiarimenti, che purtroppo non ho mai avuto. Nella delibera si parla di una costruzione già in atto. A che pro, quindi, la richiesta di piano attuativo? Mi sono posto questa normale domanda. Una lottizzazione prevede la costruzione di strade, impianti elettrici, fogne, marciapiedi. Io qui non vedevo tutte queste cose. Per questa ragione ho chiesto lumi al dirigente comunale. Nella proposta di delibera vedo esclusivamente un ampliamento dell’altezza della palazzina in costruzione”.
Ha preso poi la parola il consigliere Fulvio Deriu (Fratelli d’Italia), in qualità di presidente della Commissione Urbanistica. “In questo Comune, troppo spesso, prendiamo atto che ogni qualvolta un privato cittadino si convince che il proprio interesse debba prevalere su quello pubblico sistematicamente procede col formulare una diffida ai consiglieri comunali, fiducioso che questo atto sia sufficiente a intimidire gli stessi, ottenendo quindi un risultato a proprio vantaggio. Personalmente”, ha detto Deriu, “riferendomi all’ultima diffida ricevuta, ritengo che questo gesto sia tanto inopportuno quanto un goffo e vano tentativo volto a creare sgomento, dimenticandosi, spesso e volentieri, che il consigliere comunale non è un confidente a cui chiedere una cortesia, ma un rappresentate della collettività che deve approntare le proprie scelte con la massima serenità, perseguendo unicamente l’interesse pubblico, indubbiamente prevalente su quello privato. Per queste ragioni, preso atto della diffida ricevuta, chiedo che l’Ufficio legale valuti se il contenuto della stessa possa rappresentare, anche potenzialmente, un atto intimidatorio nei confronti dei consiglieri e, in caso di riscontro positivo, proceda come per legge”.
“Fatte le dovute premesse”, ha aggiunto il presidente della Commissione Urbanistica, “vorrei fare un breve inciso sui lavori della Commissione a decorrere dalla seduta del 18 luglio, ricordando che il ruolo della stessa sia quello di svolgere l’attività preparatoria, istruttoria e redigente su atti, provvedimenti, indirizzi ed orientamenti, da sottoporre alla determinazione del Consiglio comunale. Durante i lavori della prima seduta di Commissione, sono stati posti alla nuova dirigente alcuni dubbi sulla proposta per i quali, estraendone i più salienti, procedo con una sintesi: 1) Verificare se la monetizzazione degli standard S4 fosse ammissibile, posto che lo strumento urbanistico vigente, parrebbe impedirlo. La dirigente, chiariva che le cessioni degli standard di piano, essendo di tipo compensativo non fossero monetizzabili. 2) Verificare la cessione in favore del Comune, in quanto dagli elaborati grafici trasmessi, parrebbe ricompresa una parte del marciapiede pubblico. 3) Verificare la proposta di servitù di passaggio perpetua sulla proprietà pubblica, in favore del privato proponente, ancorché il privato disponga di un accesso indipendente dalla via Michele Pira”.
“Chiarisco che tale circostanza, qualora accolta, impedirebbe in futuro di poter fruire liberamente dell’area pubblica”, ha proseguito Fulvio Deriu, “sia per quanto concerne eventuali lavori di manutenzione sugli stalli che, di fatto e per ragioni di sicurezza, impedirebbero l’accesso alla proprietà privata, sia per il fatto che l’accogliere una servitù di passaggio perpetua riduca il numero di stalli a parcheggio, nonché aumenti l’usura della viabilità pubblica, la cui manutenzione sarebbe totalmente a carico del Comune e quindi della collettività rappresentata. 4) Verificare se l’erigendo fabbricato rispetti la distanza dal confine con la proprietà comunale, in quanto sembrerebbe essere ubicato a una distanza inferiore a quella di 5 metri prescritta dall’articolo 17 delle NTA cui fa rimando il successivo articolo 21”.
“La dirigente”, ha aggiunto Fulvio Deriu, “con nota del 14 agosto (prot. n. 54957), ritenendo legittimi i dubbi promossi dalla Commissione, concedeva ai proponenti il termine di 30 giorni, per trasmettere le integrazioni richieste. In riscontro la società interessata, in data 13 settembre, trasmetteva una propria missiva ove si limitava unicamente a contestare l’ulteriore richiesta di cessioni, peraltro previste da nostro regolamento edilizio, senza fornire o integrare alcun documento atto a fugare i dubbi emersi in Commissione. La Commissione, nella seduta del 24 ottobre scorso, prendeva atto del parere dirigenziale negativo datato 16 ottobre ed esprimeva il proprio voto contrario, a maggioranza, all’adozione del piano attuativo (voto contrario mio e del collega Gianfranco Porcu. Il collega Paolo Angioi si è astenuto dalla votazione e i colleghi Maria Obinu e Umberto Marcoli non hanno partecipato alla votazione). Quanto all’analisi della proposta trasmessa, ritengo doveroso soffermarmi su alcuni aspetti già trattati in Commissione e per i quali non è stato fornito alcun chiarimento, con rimandi, ovviamente, anche alla diffida ricevuta. Infatti tanto nella diffida quanto nelle missive trasmesse dalla società, viene più volte ribadito il concetto di aver già ricevuto un parere favorevole in data 26 marzo dal precedente dirigente”.
“Ritengo doveroso precisare che il parere rappresenti un atto a carattere ausiliario con il quale, nel caso di specie, gli uffici erudiscono il Consiglio comunale sugli aspetti propri della proposta di delibera. Esso”, ha precisato il presidente della Commissione Urbanistica, “non ha carattere vincolante in quanto, se così fosse, verrebbe meno il potere decisorio del Consiglio comunale, che dovrebbe limitarsi a una mera presa d’atto. Pertanto, il fatto che precedentemente sia stato emesso un parere favorevole, non determina un diritto a edificare acquisito che, contrariamente, è conseguente al voto di noi consiglieri. La proposta che stiamo esaminando, vede come unica variazione rispetto al titolo cosiddetto diretto, quella di innalzare l’altezza dell’erigendo fabbricato da 12 metri a 16 metri, ove si afferma che tale variazione non determini un incremento volumetrico. Su questo punto appare fortemente difficile comprendere tale affermazione che, per il suo tenore letterale, stabilisce esattamente il contrario, essendo poco evidente come l’innalzamento di un fabbricato di 4 metri non determini conseguentemente un incremento volumetrico, giusta l’assenza di un elaborato grafico atto a suffragare tale tesi. Infatti, una mera dichiarazione di parte è da intendersi totalmente insufficiente per potersi esprimere con consapevolezza”.
“Sulla questione legata al rispetto della distanza del fabbricato dal confine, preciso che la proponente, con propria nota del 15 ottobre, afferma testualmente: ‘la tavola 3 riguarda esclusivamente la distribuzione degli spazi di parcheggio ceduti al Comune e non è indicativa per le distanze del fabbricato dal confine che risultano in ogni caso conformi (come si evince dagli elaborati in possesso di codesta Amministrazione) a quanto previsto dall’art. 17 NTA del Puc’. Questa affermazione è totalmente insufficiente a fugare i dubbi emersi, perché, qualora la proponente intendesse con il termine ‘elaborati in possesso di codesta amministrazione’, l’elaborato denominato distanze dai confini e situazione al contorno, devo sommessamente segnalare che, anche in esso, l’indicazione della dubbia distanza viene totalmente omessa”.
“Quanto alla monetizzazione parziale degli standard, ritengo utile e necessario richiamare la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata il 4 agosto 2023, riguardante proprio un caso in zona B* nel Comune di Oristano. La sentenza, al punto 9.4.2 recita che la monetizzazione degli standard urbanistici presuppone una valutazione degli uffici comunali in ordine alla mancanza di interesse pubblico alla acquisizione delle aree da destinare a standard urbanistici; detta valutazione non può esaurirsi nella semplice quantificazione del valore delle aree destinate a standard, richiedendo una estrinsecazione delle ragioni per le quali l’amministrazione comunale ha ritenuto che non sussista l’interesse pubblico alla acquisizione delle aree, potendosi procedere quindi alla monetizzazione del valore delle stesse. Alla luce di questa autorevole precisazione, informo l’aula che tra gli atti trasmessi non risulta allegata alcuna valutazione sulla mancanza di interesse pubblico, venendo meno la motivazione che abbia indotto a tale scelta”.
“Avviandomi alla conclusione”, ha proseguito Fulvio Deriu, “rimarco il doveroso e necessario rispetto dei principi di logica e imparzialità sulle monetizzazioni, già affermato da questo Consiglio comunale nelle delibere relative ai piani attuativi di via De Gasperi angolo via Leone XIII e di via Lepanto. Evidenzio che il principio di monetizzazione deve essere strettamente legato all’insussistente necessità di acquisire un’area oggetto di cessione, utilizzando i proventi per l’acquisizione e la realizzazione di parcheggi pubblici in una zona ove gli stalli risultino carenti. Tale circostanza pone alla base del ragionamento l’interesse pubblico-economico volto tanto ad una perequazione urbanistica nei confronti di tutti i cittadini, quanto ad evitare un gravame sul bilancio municipale. Sia chiaro a tutti, infatti, che la somma di 19.610,72 euro corrisposti dalla proponente a titolo di monetizzazione parziale degli standard S4, è significativamente insufficiente a coprire le spese di acquisto, delle fasi progettuale ed esecutiva e della realizzazione di un’area destinata a parcheggi pubblici in surroga a quella monetizzata. Questo, in concreto, determinerebbe un ulteriore aggravio di spesa sul nostro bilancio, in aggiunta alla manutenzione della viabilità qualora venisse accolta questa proposta di piano attuativo. Condizione, infatti, che causerebbe una distrazione di fondi sottratta ai servizi per la collettività, in favore di un solo cittadino. Alla luce di tutte le valutazioni fatte, annuncio sin da ora il mio voto contrario all’adozione del piano attuativo proposto”.
Per Giuliano Uras (Oristano al centro) “è necessario che in una materia così delicata le norme siano certe e non siano soggette, di volta in volta, a interpretazioni. Mai come in questa materia il Consiglio è sovrano, è uno dei momenti massimi di indirizzo che un’amministrazione può esprimere. L’amministrazione non può fare figli e figliastri, deve usare l’equilibrio, che si trova soltanto con il rigore. Nel caso specifico, ho poco da discutere. C’è un parere negativo del nuovo dirigente, che ci dice che è preferibile respingere la proposta. Il Consiglio è sovrano, ma se non abbiamo motivazioni reali per poterla fare passare, votare contro è la cosa più semplice e naturale”.
Quindi è intervenuto Sergio Locci. “Ho trovato inappropriata la diffida recapitata in qualità di consigliere comunale, che esercita una funzione pubblica e non può essere sottoposto a nessun tipo di pressione. Da quanto ho esaminato”, ha detto l’esponente del gruppo Aristanis, “qui non vedo la presentazione di un piano attuativo. Non posso accettare che questo Consiglio si debba fare interprete di atti progettuali che non corrispondono legittimamente alle decisioni che dovrebbero essere assunte”.
Infine, prima della votazione ha preso la parola il sindaco Massimiliano Sanna. “In merito alla diffida del 5 novembre 2024, ho chiesto una risposta da parte del legale del Comune. L’avvocato, con una nota, scrive che ‘la diffida lede gravemente le prerogative consiliari, tendando di coartare la volontà degli amministratori, che deve esplicarsi libera e piena. Ove tale comportamento dovesse proseguire, l’amministrazione comunale non esiterà a tutelare le sue ragioni presso ogni sede competente’. I consiglieri”, ha detto il sindaco, “hanno una responsabilità. Oggi vari consiglieri si sono alzati e non hanno partecipando alla discussione, purtroppo non hanno fatto il proprio dovere. Il coraggio si esprime votando determinate cose e intervenendo chiaramente. C’è purtroppo qualcuno che predica bene e razzola male”.