Giovedì, 28 novembre 2024
È stato presentato ieri nella sala San Pio X del Museo Diocesano Arborense il libro “Mostri o nostri? La prevenzione degli abusi e il trattamento dei rei: una sfida per la Chiesa”, scritto dal presbitero e psicologo oristanese Paolo Baroli e recentemente pubblicato dalle Edizioni San Paolo.
Don Baroli ha ringraziato il pubblico e gli ospiti che hanno presentato le loro relazioni a conferma dell’attenzione su un fenomeno che oggi più che mai va contrastato.
“Mostri o nostri?”, si è chiesto don Baroli. “Gli abusi non accadono per caso o in modo isolato, ma proprio all’interno di un sistema. Un proverbio africano dice che per educare un bambino occorre un villaggio. Noi dobbiamo chiederci, con serietà, se siamo e vogliamo essere un villaggio che favorisce o che impedisce il perpetrarsi degli abusi”.
“Ho incontrato in questi anni le vittime di questi abusi”, ha detto ancora il sacerdote e psicologo. “So quanto hanno sofferto e il peso che portano addosso. Molti si sono rialzati e hanno raccontato quanto è accaduto. Ed è proprio la testimonianza di una di queste vittime che mi ha portato a scrivere questo libro. Mostri o nostri è una domanda che vuole provocare, per ogni persona della Chiesa, una presa di posizione ferma e decisa. Vogliamo farci ostacolare dalle nostre paure o vogliamo fare davvero il possibile per contrastare il fenomeno degli abusi? Questo libro vuole essere un piccolo, utile contributo alla promozione di una cultura di attenzione, di impegno, di responsabilità nella salvaguardia della vita dei minori e delle persone vulnerabili. Lo siamo tutti, perché vulnerabili prima o poi lo siamo tutti”.
Alla presentazione, accanto all’autore, sono intervenuti l’arcivescovo di Oristano Roberto Carboni, delegato della Conferenza Episcopale Sarda per la tutela dei minori, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni, già presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori della Conferenza Episcopale Italiana, l’avvocata Valeria Aresti, responsabile del Centro di ascolto del servizio diocesano per la tutela dei minori dell’Arcidiocesi di Cagliari, e il coordinatore del Servizio regionale per la tutela dei minori, Michele Fadda. Ha moderato l’incontro Maria Luisa Secchi, giornalista e direttrice di Radio Kalaritana.
“Siamo qui oggi per aiutarci ancora una volta a riflettere sulla necessita della Chiesa di proteggere i minori e gli adulti vulnerabili, da ogni forma di abuso, soprattutto da quelli nell’ambito ecclesiastico” ha detto l’arcivescovo Roberto Carboni. “Per sviluppare l’atteggiamento di ascolto e di rispetto e di aiuto delle vittime, insieme alla necessita di denunciare gli abusi, abbiamo invitato monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia. È stato il primo presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della Chiesa. Sotto la sua direzione e la sua competenza sono state approvate dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, le linee guida contro gli abusi. Oggi, insieme a lui e agli altri illustri ospiti, l’avvocata Valeria Aresti, del Centro di ascolto della Diocesi di Cagliari, di don Michele Fadda, coordinatore diocesano per la tutela dei minori, presentiamo insieme alla giornalista Maria Luisa Sechi, docente e direttrice di Radio Kalaritana, il libro di don Paolo Baroli, presbitero della Chiesa arborense. Don Paolo Baroli è laureato in Psicologia nell’Università Gregoriana, ha approfondito un tema importante e molto delicato come quello della prevenzione degli abusi, fondamentale nella formazione degli operatori pastorali. Monsignor Ghizzoni ci aiuterà a riprendere il cammino che la Chiesa ha fatto e sta facendo per la tutela degli abusi”.
“Questo fenomeno complesso”, ha dichiarato monsignor Ghizzoni, “non riguarda solo il clero e gli operatori pastorali, ma l’intera società. Come risulta anche dagli ultimi rilevamenti della polizia postale, l’abuso psicologico, fisico, sessuale, le violenze assistite, il problema della trascuratezza della figura dei minori sono un fenomeno molto esteso, il 93% ricorrono soprattutto nell’ambito familiare, dello sport del divertimento, nel luogo di aggregazione, dove ci sono i minori, che possono essere più facilmente manipolati, adescati, sedotti e resi complici. Preoccupa questo abuso di potere e di coscienza”.
Monsignor Ghizzoni ha ricordato gli scandali che hanno investito nel 2000 la Chiesa americana, con processi e risarcimenti milionari, una realtà ben diversa dalla nostra, ma che ha interessato molte delle 5.000 Diocesi del mondo. “La Cei non ha dormito, come molti ci accusano”, ha assicurato il religioso, “nel 2006 ha convocato un piccolo gruppo di vescovi ed esperti, tra i quali anche il sottoscritto, e ha avviato le prime indagini, creando di fatto la prima commissione per la pedofilia del clero in Italia. Nel 2102 sono state redatte le prime linee guida e abbiamo lavorato per cambiare la situazione, fare un passo in avanti. Nel 2018 è nato in ogni diocesi il servizio nazionale tutela minori, dove sono presenti anche dei laici. Di questi temi occorre parlarne anche nelle parrocchie”, ha concluso monsignor Ghizzoni, “occorre ancora la collaborazione di tutti, perché questo tema che è ancora nascosto. Il Papa più volte ha messo in evidenza il danno che si stava causando. Il predecessore di Francesco, Papa Benedetto XVI, disse: ‘quanta sporcizia c’è nella Chiesa’. Oggi mi chiedo se il rilevamento funziona. Per la mia esperienza personale ho tanti dubbi, si negano ancora i fatti ed è difficile avere una vera confessione di chi commette oggi questi abusi”.
L’avvocata Valeria Aresti, della Diocesi di Cagliari, e componente del centro di ascolto diocesano, riprendendo il titolo del libro di Paolo Baroli, si è chiesta se “sono mostri o nostri”. “Sono identici e fanno parte della stessa comunità. Il libro”, ha detto, “affronta un tema delicato del trattamento del clero e della prevenzione del reo. Purtroppo il fenomeno non è stato ancora debellato. Il pericolo esiste, come è stato detto, in famiglia, a scuola, nell’ambiente sportivo. Questo fenomeno si debella con la cultura, è necessario più che mai denunciare e segnalare. Il lavoro che fanno i centri di ascolto e gli esperti è positivo e hanno molte competenze. Ma la cosa fondamentale è che chi commette gli abusi deve essere inviato ai centri maltrattanti”.
Don Michele Fadda, coordinatore diocesano per la tutela dei minori, ha fornito alla platea i numeri di un fenomeno inimmaginabile. “L’Unicef, nel suo ultimo report, evidenzia che nel mondo ogni quattro minuti un bambino viene ucciso con violenza. Circa 90 milioni di bambini nel mondo hanno subito violenze e uno su quattro è vittima di stupro. Una gravità devastante”, ha detto don Michele Fadda, “negli ultimi sei mesi gli abusi sono aumentati del 10% rispetto allo scorso anno. Poi abbiamo un pericolo emergente della rete, la pedofilia online. Occorre più che mai proteggere i minori per evitare che si ripetano tragedie”.