Sabato, 28 dicembre 2024
Mancano poco più di due mesi alla Sartiglia, ma il clima attorno alla giostra equestre di Oristano è già bollente, con un botta e risposta tra i cavalieri e il Comitato Sartiglia, organo consultivo della Fondazione Oristano. Pomo della discordia è il limite dei 65 anni previsto dal regolamento della corsa. Una norma che – salvo deroghe – impedirebbe al veterano Enrico Fiori di correre domenica 2 marzo e martedì 4.
Secondo il Comitato, l’età non rappresenta invece un problema per i cavalieri delle pariglie di testa, perché scelti dai Gremi dei contadini e dei falegnami. Non è quindi in discussione la partecipazione alla prossima Sartiglia di Pietro Putzulu, anche lui over 65: insieme ad Angelo Porta accompagnerà il componidori della domenica, Diego Pinna. Ma secondo l’associazione Cavalieri di Oristano per la Sartiglia, così facendo si utilizzano due pesi e due misure.
Di seguito il comunicato diffuso dall’associazione presieduta da Ignazio Nonnis.
Fin dal 2019, la nostra Associazione ha comunicato a tutti i soci che il regolamento della Fondazione Oristano era da noi condiviso, che doveva essere rispettato da tutti e ciò avviene ormai da 5 anni. È opportuno ricordare che a marzo 2024, subito dopo la Sartiglia, i componenti il Comitato Sartiglia presieduto dal dottor Angelo Bresciani hanno chiesto e rimarcato con forza che da quel momento in poi il regolamento venisse onorato alla lettera e che non sarebbe stata più accettata alcuna deroga. Il Comitato Sartiglia vede la nostra Associazione quale semplice partecipante senza alcun diritto di voto, a differenza di quanto spetta invece a tutti gli altri membri. La nostra Associazione ha semplicemente dato un suo parere su quanto scritto e votato da altri. E alcune volte, come di recente, non è stata neanche invitata a partecipare alle riunioni. Siamo stati invece inviatati alla riunione del 16 dicembre, nella quale i rappresentanti della nostra Associazione hanno ritenuto di non voler più assistere a una imbarazzante e inutile perdita di tempo in cui la nostra volontà non è tenuta in nessuna considerazione.
A maggio 2024, siamo venuti a conoscenza della volontà del nostro socio, il signor Enrico Fiori, di voler partecipare alla Sartiglia 2025 chiedendo una deroga allo stesso regolamento (articolo 12) che prevede, a differenza di quello della nostra Associazione, il limite di età dei 65 anni. Ci è stato anche riferito con nostro grande stupore che, a detta di alcuni, la non volontà di cambiare tale regola dipendeva unicamente dalla nostra Associazione. A tal punto, per chiarezza e correttezza, abbiamo chiesto una riunione in cui la Fondazione ci ha comunicato ancora una volta la sua ferma volontà di non fare deroghe per nessuno dei nostri soci. Ricordiamo a tutti che in occasione di un’altra intervista, il dottor Bresciani ha più volte rimarcato con forza tale netta posizione. E la nostra Associazione si è adeguata. Questo Consiglio, fin dal suo insediamento, ha sempre cercato di far rispettare le regole ritenendo che questo sia il fondamento per la crescita della nostra Associazione. E il rispetto delle regole purtroppo ci ha visto costretti ad agire contro i nostri stessi soci, senza tenere conto dei rapporti personali, ma abbiamo sempre ritenuto fosse fondamentale che tutti avessero uguali diritti ma anche uguali doveri al di là dei legami personali. Assistiamo invece a un comportamento totalmente contrario ai nostri principi, in cui le regole vengono interpretate e modificate ad personam e non sono le stesse per tutti: favoriscono e tutelano uno ma danneggiano tutti gli altri.
Oggi ci troviamo di fronte infatti a una situazione in cui il signor Enrico Fiori, che partecipa con amore a questa manifestazione da ben oltre cinquanta anni, venga escluso mentre un altro cavaliere, il signor Pietro Putzulu, coetaneo, ha la possibilità di correre. Fermo restando il grande rispetto che questa Associazione ha nei confronti del Gremio dei contadini e di quello dei falegnami, questo non è equo. Anche perché il regolamento, scritto e votato dai componenti del Comitato Sartiglia con diritto di voto e non da noi, dice all’articolo 9 “I Gremi scelgono le pariglie de is Componidores in totale autonomia e discrezione. I componenti delle pariglie dei capi corsa sono comunque soggetti a tutti gli adempimenti prescritti per i cavalieri partecipanti alla Sartiglia”. Giusto per completezza e a scanso di equivoci, la Treccani dice “adempimento=operazione da compiere per obbligo; carico, obbligo”. Tutti gli adempimenti sono quindi obblighi che comunque tutti, nessuno escluso, devono rispettare.
Il dottor Bresciani ci dice invece che gli adempimenti sono, ad esempio, il possesso dell’idoneità psico-fisica dei partecipanti o le visite veterinarie dei propri cavalli. Però il Comitato da lui presieduto dice anche (art. 13) che “tutte le pariglie di cui all’art. 12 (che comprende anche quelle dei due Componidores) dovranno formalizzare alla Fondazione, per il tramite della Associazione Cavalieri, la propria iscrizione alla Sartiglia […] si impegnano a rispettare i regolamenti della manifestazione e tutte le disposizioni inerenti la manifestazione stessa, condivise con l’Associazione Cavalieri e emanate dagli organi della Fondazione”. Nella stessa domanda di partecipazione alla Sartiglia, all’articolo 6, si dice “di conoscere e rispettare i regolamenti della Fondazione Oristano, inerenti la manifestazione”.
Ora il dottor Bresciani, che ha scritto e votato queste norme, chiede a noi, che lui stesso chiama semplici uditori, di fare richiesta di cambiare le regole. Forse sarebbe meglio che invece il Comitato dicesse con chiarezza quali di queste, da lui stesso stilate, siano scritte in modo non corretto, quali siano da modificare, quali da rispettare e quali invece siano interpretabili. Quindi, per esempio, ci chiediamo se l’articolo 9 che abbiamo citato sia ancora parte integrante del regolamento oppure no. Lui, uomo saggio ed esperto più di tutti di questo mondo, forse dovrebbe invece spiegare come mai il suo Comitato abbia scritto delle regole che vengono rispettate solo in parte a piacimento e in cui le parole hanno un significato che vale per alcuni e non per altri. Perché fino ad adesso è stato solo sinonimo di poca coerenza e serietà da parte di chi dovrebbe avere come unico interesse la tutela della nostra Sartiglia.
Ma soprattutto sarebbe il caso che tutti capissero che non consentiremo più di scaricare sui cavalieri la responsabilità di proprie mancanze ed errori. Questo non è più accettabile e al limite del ridicolo. Anche, se ci è permesso, abbastanza stancante e offensivo per l’intelligenza e la dignità di chi fa la Sartiglia e senza il quale sarebbe abbastanza difficile organizzarla. La presunzione di infallibilità e di superiorità di alcuni non ha di certo aiutato. Prendere invece coscienza dei propri errori e limiti si chiama assunzione di responsabilità.