spot_img
lunedì, Gennaio 27, 2025

Tutti i numeri della povertà in Sardegna. Doveri della politica e impegno del volontariato

Confronto a Oristano nel convegno organizzato dall’associazione “Lucio Abis” 

Sabato, 25 gennaio 2025

Sono preoccupanti i dati emersi nel corso del convegno sulla povertà, l’emarginazione e la fragilità, organizzato dall’Associazione culturale Senatore Lucio Abis, con il contributo della Fondazione di Sardegna e il patrocinio del Comune e della Provincia di Oristano e svoltosi ieri pomeriggio nei locali dell’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano.

L’Istat ha certificato che il 16 per cento della popolazione sarda – 118 mila famiglie – è in stato di povertà. Le cause? Oltre ai fenomeni ciclici e alle crisi economiche internazionali, che rpivocano perdita di lavoro e di reddito, c’è stato il peso dell’inflazione, in crescita già prima della guerra in Ucraina, e l’aumento di costo dell’energia. Si paga di più tutto e si porta sempre di meno a casa.

Nel 2024 la Sardegna ha registrato una crescita della povertà, seppure lieve: + 1,2%, al di sotto della media italiana ma meglio di poche regioni come Puglia e Calabria. Poi esiste anche la disuguaglianza di genere: le donne guadagnano di meno, anche a parità di lavoro svolto.

Oristano ha l’indice di vecchiaia più alto in Sardegna. Si vive di più ma il peso della componente anziana a livello economico è aumentato e i giovani non garantiscono una copertura adeguata. Il numero delle persone morte è sempre maggiore dei nati.

I centri di ascolto della Caritas nell’Isola seguono più di 10mila persone. La povertà è giovane, va dai 40 e 50 anni, e queste persone dovrebbero essere occupate.

Ad Oristano la Caritas diocesana assiste 538 famiglie, quasi 1.500 persone. Tra questa, 504 sono minori, 287 gli stranieri extracomunitari e 216 quelli comunitari.

“Non è povera solo la provincia di Oristano, ma tutta la Sardegna: il 41% dei sardi è a rischio povertà”, ha detto Pietro Arca, presidente dell’Associazione Lucio Abis. “I dati Istat lo certificano, con quasi 6 milioni di poveri assoluti in Italia. Credo che la politica si debba impegnare in modo diverso per cercare di risolvere queste grandi disuguaglianze che non riguardano solo la povertà, ma l’emarginazione, le fragilità delle famiglie, gli immigrati e la situazione che si vive nelle carceri. Sono problemi che bisogna affrontare con una visione di insieme, credo che la politica abbia il dovere e l’urgenza di porvi rimedio. Noi oggi abbiamo voluto soprattutto dare risalto al grande lavoro delle organizzazioni di volontariato, coloro che aiutano i poveri e gli emarginati. Insieme a loro oggi possiamo contribuire a dare risposte, proporre progetti per cercare di risolvere questi problemi che attanagliano l’Italia, la Sardegna e la nostra provincia”.

“Nell’incontro di oggi sono emerse tante questioni che appaiono molto più grandi di noi”, ha detto Raffaele Callia, sociologo della Caritas regionale. “credo che sia importante sottolineare la volontà di un impegno e di una responsabilità, facendo tesoro delle associazioni, compreso il territorio di Oristano, perché rappresentano una risorsa importante nella risposta alla povertà, insieme a quello doverosa e necessaria delle istituzioni. Oggi sono più di mille le persone ascoltate dalla Caritas Diocesana di Oristano, in un territorio anche eterogeneo, che ha differenze territoriali significative. Si va da Aritzo al Medio Campidano, al Sud Sardegna. Incidono per una parte significativa che è sempre però la punta di un iceberg. Noi non abbiamo la pretesa di dire che arriviamo laddove ci sono tutte le situazioni di disagio, non percepiamo un’importante presenza e forse il compito per noi è anche quello di andare oltre l’attesa delle persone che chiedono aiuto, ma provare a cercarle anche nei territori e trovando tutte le occasioni che sono opportune e inopportune per dare risposte a chi ne ha bisogno”.

“Noi come servizi diocesani”, ha aggiunto don Maurizio Spanu, direttore della Caritas di Oristano e cappellano del carcere di Massama, “nel corso del 2024 abbiamo accompagnato circa 1400, 1500 persone. Le povertà sono in crescita e riguardano soprattutto la dimensione abitativa, la carenza di lavoro, l’espressione del lavoro povero e riguardano chiaramente le famiglie. Ci si rende conto che avere figli minori, limiti in modo notevole le risorse delle famiglie che spesso hanno bisogno di essere accompagnate. Quella che di per sé sarebbe una risorsa della società, la più importante, i figli, diventano difficili da gestire in tanti casi senza un supporto. La Caritas diocesana è espressione della chiesa e della Diocesi di Oristano, sotto questo fronte si impegna con alcuni servizi diocesani che sono, certo la distribuzione di alimenti, importante è anche l’emporio della solidarietà, la farmacia solidale e su tutte, quello più importante il centro di ascolto. Ci rendiamo conto come l’accompagnamento delle persone, l’ascolto dei loro bisogni, l’indirizzo, il parere, sia la prima risposta da fornire alle persone che rivolgono a noi la richiesta di aiuto”.

Il pubblico presente in sala per il convegno

Don Maurizio ha ricordato che la Caritas diocesana: “sta seguendo tre progetti: annunciare il Vangelo della Carità, come ha ricordato anche l’arcivescovo, nella lettera pastorale, riparare le reti della Giustizia, con i 260 detenuti della Casa circondariale di Massama; una realtà molto complessa. Sono 130 i detenuti che hanno richiesto aiuto, persone tra 45 e 53 anni, in condizione di fragilità anche dal punto di vista economica. I più poveri presenti sono italiani. Ma anche gli stranieri hanno bisogno di aiuto. Vestiario e sussidi economici, beni di prima necessità. Gli manca anche la scheda telefonica, per chiamare ai familiari, che non gli viene fornita. E infine il contrasto alla povertà energetica. Le famiglie non riescono a pagare le bollette e gli affitti”.

Il presidente del Consorzio Uno, Gianvalerio Sanna, ha ripreso il problema della casa, definendolo una vera e propria emergenza. “Il problema dell’abitazione in Sardegna è decisamente gravissimo”, ha detto Sanna, “dal 2013 la Regione non ha più investito un euro per l’edilizia residenziale pubblica. L’assessore ai Lavori pubblici di recente ha propagandato un intervento di 180 milioni per ristrutturare le abitazioni esistenti. Ma non ha il polso della realtà, perché nei nostri Comuni sono depositate attualmente oltre 4mila domande di famiglie che attendono una casa, oltre 400 solo ad Oristano. La politica regionale deve capire che servono le nuove case, ma non dà le risposte che attendono i cittadini. Per loro è più facile ristrutturare che costruire nuove abitazioni.

“Il Consiglio regionale” ha concluso Gianvalerio Sanna, “ha preferito distribuire 24 milioni di euro di avanzi di amministrazione ad ogni consigliere per fare bottega invece di destinare quelle risorse ai problemi della Sardegna. Dimenticandosi che ci sono problemi e bisogni importanti, la povertà è sempre più legata al rispetto dei diritti delle persone”.

Un momento dell’incontro di ieri pomeriggio

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.

ULTIME NOTIZIE