Il Museo Diocesano di Oristano prosegue la propria attività volgendo lo sguardo, come di consueto, al mondo dell’arte che incontra la religiosità i temi sacri. Nella galleria del museo, giovedì 23 luglio alle 19 si inaugura “Òntos\esserci\esserenelmondo”, la mostra temporanea dell’artista Antonello Cuccu.
In questa sua personale, l’architetto e designer mostra il suo impegno legato alle pregevoli pubblicazioni nel campo della storia dell’arte sarda.
La mostra sarà visitabile il giovedì e il venerdì dalle 17 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, fino al 20 settembre.
“Òntos\esserci\esserenelmondo” Antonello Cuccu – Opere 1985/2020. L’esposizione offre al visitatore trent’anni dell’attività di un artista ermeneutico e neorinascimentale. Gli esiti della sua ricerca estetica sono espressione di un sostrato disciplinare eterogeneo che, attraverso un centinaio di lavori, restituisce una costante ricerca e rivelazione del sé.
La quotidianità, forse come non mai, invita ad una riflessione sul senso profondo, ultimo e labile, dell’esistenza umana. In questo contesto storico si inserisce il lavoro di Antonello Cuccu, su temi difficili che anche i grandi del pensiero filosofico del Novecento hanno affrontato, come Heidegger e Jaspers. La narrazione visiva di Cuccu si struttura indagando il problema dell’esistenza partendo dall’esserci (òntos), cioè dall’essere-nel-mondo.
Il mondo rappresenta ovviamente la totalità dei rimandi che hanno senso in vista di un progetto dell’Esserci. Rimandi che poi esplodono in una moltitudine di possibilità, di scelte, che l’uomo deve continuamente
fare per determinare il proprio modo d’essere; una lotta ragionata davanti alle improvvise avversità di tutti i giorni per non esserci in modo sterile e casuale.
Cuccu mostra le cose ordinarie e universali liberandole dalle coperture, dalle apparenze e le svincola dal tempo e dal contesto storico nel quale si verificano. Riflette sulla vita, sul passato, sul presente, alle sue possibilità e alle modalità dell’esserci.
La omaggia, la ringrazia, anche quando è dura e le dedica un altare in apertura del suo racconto artistico. Celebra e glorifica il nostro cammino, che spesso è comune, che si consuma veloce e in linea retta senza possibilità di ritorno. La vita che dura il tempo di un clic.
Le quattro stagioni sono parte dei quattro elementi, simbolo di generazione e corruzione, evidenza temporale di una vita mutevole ma non durevole, per sua natura storica, che necessita costantemente un ripensamento critico della tradizione che la determina. L’artista manifesta nel suo lavoro, scevro da orpelli, il nascondimento della totalità a cui l’uomo appartiene, alla nostra collocazione-limite, immersi negli spazi profondi, anche interiori, dai quali la domanda metafisica circa il senso dell’essere è destinata ad un naufragio non solo concettuale, che chiude magistralmente la mostra.
Cuccu rifugge il decoro e declina il suo gusto verso la maestà delle forme
essenziali, vive il suo modo d’essere dell’esserci nella comprensione del tempo, compenetrazione tra passato, presente e futuro, in cui domina il futuro.
Antonello Cuccu (Bosa 1958). Laureatosi in Architettura a Roma, dove ha vissuto sino al 1997, è orientato alla museografia, alla comunicazione, alle arti e al design. Cura dal 1993 il settore espositivo della casa editrice Ilisso di Nuoro. È stato Responsabile Didattico dell’Istituto Europeo di Design di Roma (1993-97), nel contesto del quale è stato promotore, curatore e allestitore di numerose mostre. Ha firmato il progetto allestitivo di esposizioni quali, a Roma: I. Kowaliska, 1989; C. Nivola, 1992; M. Lai, 1993. A Bosa: Melk. Melis, 1989 (curatore anche del catalogo). A Cagliari: F. Melis Marini, 1994; E. Tavolara, 1994; M. Manca, 1995; E. Leinardi, 1995; T. Sini, 1998; Collezione Ingrao (permanente), 2001; C. Nivola, 2008. A Sassari:
G. Biasi, 1998; M. Delitala, 1999; 100 Anni di Ceramica (curatore anche del catalogo), 2000; S. Dessy, 2002; A. Marras, 2003. A Nuoro, 2010, ha disegnato gli arredi del Museo F. Ciusa. Nel 2011, componente del team di progettisti per DOMO, XIX Biennale dell’Artigianato Sardo, gli viene assegnato dall’Adi Index, il Compasso d’Oro.
Dal 1985 ha messo a punto un personale codice espressivo sulla rilettura della tradizione popolare partendo da quella isolana ed esponendone gli esiti artistici in forma individuale a Villanova Monteleone, Palatu ’e sas Iscolas, 2000; Roma, Galleria AAM Architettura Arte Moderna, 2001; Cagliari, Lazzaretto di Sant’Elia, 2003; San Vero Milis, Museo Archeologico, 2016; Guimarães (Portogallo), Nove às Cinco, 2017; Milano (Asino vola, 2018), Università Bocconi; Mamoiada (Ineffabile volto, 2019), Museo della Cultura e del Lavoro.
Sabato, 18 luglio 2020