Lunedì, 9 agosto 2021
“Il caldo afoso di questi giorni, reso ancora più insopportabile dagli incendi che hanno favorito un innalzamento delle temperature, insieme alla convivenza di tre o quattro persone in celle progettate per due, stanno creando disagio tra i ristretti della casa di reclusione ‘Salvatore Soro’ di Oristano-Massama”. Lo segnala Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, facendosi portavoce delle proteste raccolte dai familiari dei detenuti.
“L’istituto oristanese”, precisa Caligaris, “ha fatto registrare il 31 luglio (dati del Ministero della Giustizia) un numero di presenze di 262 reclusi per 259 posti. Si tratta solo apparentemente di un’eccedenza insignificante. In realtà non tutti i posti nella Casa di reclusione sono sempre disponibili,per necessità inerenti ristrutturazioni e/o adeguamenti, e ciò costringe alcuni detenuti a condividere le celle con più persone. Occorre altresì ricordare che la maggior parte dei cittadini privati della libertà di Massama sono ergastolani e dovrebbero poter usufruire di celle singole”.
“Attualmente quello di Oristano, secondo i dati ministeriali, è l’unico istituto sardo oltre il limite regolamentare. gli altri invece, pur con situazioni di oggettiva difficoltà dovute alla presenza di stranieri, tossicodipendenti e malati con gravi disturbi psichici, sono nella norma”, prosegue l’esponente di Sdr. “Quel che emerge con sempre maggiore evidenza dal resoconto ministeriale è però il fatto che la Sardegna primeggia a livello nazionale per il numero delle case di reclusione all’aperto semi-vuote (208 presenze per 613 posti), per la concentrazione di detenuti in alta sicurezza e 41 bis (circa 750), per la gravissima carenza di direttori (4 su 10). Senza dimenticare le problematiche legate alla inadeguatezza del numero del personale della polizia penitenziaria, dei funzionari giuridico-pedagogici (educatori) e degli amministrativi”.
“Da troppo tempo cadono nel vuoto gli appelli ai parlamentari sardi, al presidente della Regione e ai responsabili del Ministero e del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria per dare all’isola il personale adeguato ai bisogni reali . L’auspicio”, conclude Caligaris, “è che la ministra Marta Cartabia intervenga personalmente per garantire almeno i direttori degli istituti”.