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giovedì, Febbraio 6, 2025

Rapaci notturni, tra scienza e superstizione: a Oristano un incontro con Federico Cauli

Iniziativa promossa dalla sezione provinciale della Lipu

La locandina dell’iniziativa

Martedì, 11 ottobre 2022

In tanti ne sono affascinati, ma su di loro – soprattutto in Sardegna – girano anche tante credenze popolari. Sono gli uccelli rapaci notturni, protagonisti di un libro di Federico Cauli che sabato sarà presentato a Oristano. Appuntamento alle 18 nella sala della Fondazione Berlinguer, in via Canepa 58, per iniziativa della Lipu di Oristano.

Coordinerà la serata Gabriele Pinna, delegato provinciale della Lipu e interverrà Giovanni Pischedda, responsabile del progetto OTUS (Oasi di Tutela per gli Strigiformi) Sardegna.

“Nel corso dell’incontro, l’autore – insegnante di scienze, autore di libri di letteratura naturalistica e di saggi, collaboratore e consulente di riviste sulla natura e programmi televisivi di carattere ambientale e documentarista – tratterà della biologia, dell’etologia e delle superstizioni che hanno accompagnato questi uccelli nei secoli”, anticipa Gabriele Pinna.

“Nell’interessante libro di Federico Cauli, scritto in modo rigoroso e facilmente accessibile da tutti, potremo scoprire tutto sulla biologia e sul comportamento di questi uccelli. Il libro è composto da 411 pagine e contiene 182 fotografie dei migliori fotografi italiani e stranieri”, continua il delegato della Lipu. “Gli strigiformi, comunemente noti come rapaci notturni o gufi, costituiscono un ordine molto caratteristico ed omogeneo di uccelli predatori dall’aspetto inconfondibile, dovuto al capo grosso e tondo e alla loro posizione eretta. I più noti in Sardegna sono il barbagianni, la civetta e l’assiolo. Spesso li sentiamo ma non riusciamo a vederli, grazie al loro incredibile mimetismo. Il volo è silenzioso e l’udito è eccezionale. Caratteristiche che permettono loro di piombare sulle prede nel massimo silenzio”.

“Nel Campidano il barbagianni è noto come sa stria, la strega, ed è solito nascondersi nelle cavità dei vecchi edifici, agendo esclusivamente di notte, a differenza della civetta che si può osservare anche di giorno posata su pietre e pali”, continua Pinna. “Sulla civetta si accanisce la superstizione popolare, il suo verso lamentoso cuccumeu è di cattivo presagio. Si dice infatti che quando la civetta canta sopra una casa qualcuno degli occupanti muore. Anche nella letteratura si trovano diversi esempi di come i gufi siano considerati uccelli della stregoneria e della morte: tristi, maledetti, spettrali”.

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