Mercoledì, 16 agosto 2023
Con il vento che accarezza il viso e gli spruzzi delle acque cristalline tutto intorno, sono molti coloro che scoprono la Sardegna dal mare, su una barca a vela. Lungo i suoi 1849 chilometri di coste, alte scogliere, spiagge candide e panorami mozzafiato c’è davvero tanto da scoprire. Proviamo a farlo insieme a due noti velisti oristanesi, due ex presidenti della Lega navale di Oristano, Doriana Licheri e Francesco Usai, che ci dispensano suggerimenti e consigli
La costa occidentale
“La costa ovest dell’Isola offre senza dubbio scorci e itinerari molto suggestivi. Gli approdi non sono tanti, ma i porti di Alghero, Bosa e Oristano sono a disposizione”, ricorda Francesco Usai, con 60 anni di navigazione alle spalle. “Poco frequentata, dà la possibilità di vivere a pieno la navigazione, con itinerari tra le acque di Alghero, Oristano e l’Isola di San Pietro”.
Il viaggio parte dunque da Alghero, città del corallo dalle mille bellezze, e dal suo porto, le cui banchine sono situate a ridosso delle mura della città vecchia. La prima tappa è la baia di Porto Conte, capace di accogliere le barche donando protezione dai venti da diversi quadranti.
Facilmente raggiungibile da Alghero, le sue acque blu sono inserite all’interno del vasto parco di Porto Conte al cui nord si staglia Monte Doglia e che include perle come Punta Giglio e Cristallo, la spiaggia di Porticciolo con la sua torre, Cala Viola e le grotte di Capo Caccia, delle quali la più conosciuta è quella di Nettuno. Imperdibile una sosta alla spiaggia delle Bombarde per un tuffo nella sue acque azzurre.
Il secondo itinerario porta alla scoperta di un meraviglioso triangolo lungo le coste oristanesi. La prima tappa è quella di Tharros, l’antica città fenicia, le cui rovine si potranno ammirare stando comodamente sul ponte della barca.
Da Tharros si fa rotta verso la Capo San Marco con la sua deliziosa caletta del Faro e le sue acque limpide profumate dalla macchia mediterranea. Si riparte alla volta dell’Isola di Mal di Ventre, seconda punta del triangolo: selvaggia, quanto i venti che la funestano, è uno dei gioielli della marina di Cabras, inserita nell’area protetta della Penisola del Sinis.
Tappa, quindi, a Mandriola, spostandosi nella marina di San Vero Milis. La sua piccola baia offre riparo alle imbarcazioni offrendo scorci meravigliosi su una delle spiagge più famose della zona, ovvero quella di Putzu Idu, con le sue acque basse e la spiaggia finissima.
A questo punto il viaggio può continuare fino alla baia di Su Pallosu, ammirando lungo il percorso le scogliere a strapiombo di Capo Mannu con il suo faro, le numerose torri difensive disseminate lungo la costa, la suggestiva spiaggia di Sa Mesa Longa e l’isoletta della Tonnara.
Giunti alla baia di Su Pallosu, le sue acque offrono un po’ di protezione dai venti e anche qui non mancano bellezze come la spiaggia di Sa Marigosa, Sa Rocca Tunda, Su Crastu Biancu e le calette di Scal’e Sai.
Lasciate alle spalle le coste dell’oristanese, è il momento di veleggiare verso il sud dell’Isola. “Una delle perle è senza dubbio l’Isola di San Pietro, impropriamente chiamata Carloforte come la sua cittadina”, ricorda Francesco Usai. “Completamente circumnavigabile e priva di limitazioni, date dalle aree marine protette o dalla presenza di parchi, è ricca di baie e ridossi che offrono riparo da tutti i venti”.
Partendo dal porto di Carloforte, si può veleggiare lungo tutte le coste ammirando tanti sprazzi suggestivi, come le famose spiaggia Giunco, di Girin, Punta Nera e Guidi, senza tralasciare quella della Bobba e i meravigliosi faraglioni delle antiche colonne, formazioni rocciose che si stagliano verso il cielo come dei grossi pilastri naturali.
Lasciandosi alle spalle la Cala Mezzaluna, le punte Mingosa, Fradellin, Spalmatore di Fuori e Castello, si approda a La Caletta, tra le spiagge più famose dell’Isola. Da lì si riparte per ammirare chilometri e chilometri di costa con le punte dei Cannoni, Laggioni, Capodolio e Caporosso, fino ad arrivare a Capo Sandalo e le sue scogliere con il lontananza l’Isola del Corno.
Il viaggio continua tra Cala Fico e Cala Vinagra, salendo verso nord, fino alle scogliere di Punta delle Oche, lasciandosi alle spalle le piscine naturali di Nasca. Si tocca dunque la parte settentrionale dell’Isola di San Pietro con le Tonnare e l’isole dei Ratti e Piana, quest’ultima dotata di un piccolo porticciolo. Si torna dunque a Carloforte ammirando le spiagge Tacca Rossa e Cantagallina.
La costa orientale, ma non solo
“La parte est dell’isola, in particolare a nord, offre tanti scorci meravigliosi e riesce a dare ai velisti ciò di cui hanno bisogno: calette e porticcioli in cui fare sosta e rifugiarsi al sicuro dal vento”, spiegato Doriana Licheri, velista di lungo corso, la cui passione per la navigazione è nata quasi per caso 40 anni fa e fa il paio con quella per il volo aereo. “Lasciando da parte i luoghi più turistici, troppo congestionati e ricchi di difficoltà a causa dell’eccessivo traffico, è bello scoprire gli autentici gioielli che il nord e l’est della Sardegna offre, come le isole de l’Asinara, La Maddalena e Caprera”.
In viaggio verso l’est parte dall’Asinara, con tante meraviglie illustrate qui: prima isola-carcere di massima sicurezza, paradiso e parco naturalistico poi, famoso per i suoi candidi asinelli, è ricca di vegetazione e acque talmente limpide da confondersi con il colore del cielo. Tra i punti più suggestivi Cala Sabrina, Cala Trabuccato, la Caletta degli isolotti del Candeliere e la Cala dell’Ossario.
Si fa rotta dunque verso La Maddalena, gioiello del nord Sardegna, amato dai turisti (qui le informazioni) e dai velisti. Dotata di tre porti – quelli di Cala Balbiano, Cala Gavetta e Cala Mangiavolpe – è un’isola tutta da scoprire, sia a terra che per mare. Ricca di calette e spiagge, con punti suggestivi con la Cappella della Madonnetta a picco sul mare, offre numerosi percorsi, con panorami sulle spiagge Cala d’Inferno, Bassa Trinita, dello Strangolato, del Cardellino e di Cala Spalmatore.
Ci si sposta dunque a Caprera (la si può scoprire qui), con approdo a Porto Palma. Da nord a sud l’isoletta famosa per essere stata l’ultima residenza di Giuseppe Garibaldi, presenta tantissime perle.
Tra queste è impossibile non nominare Cala Coticcio: definita la “Tahiti sarda” per il colore delle sue acque, è incorniciata da una spiaggia candida e delle rocce rosate. Altrettanto cristallini i mari delle spiagge del Relitto, Cala Garibaldi e Cala Napoletana.
Le bellezze dell’est continuano spostandosi verso sud. “Scendendo non sono presenti tanti approdi quanto in queste isole, ma non mancano i panorami suggestivi, come per esempio Tavolara. È un vero e proprio gioiello da ammirare dalla propria barca ed è raggiungibile dal porto di Olbia”, continua Doriana Licheri. “Altra tappa interessante Arbatax, dotata di porto, con la vicina Santa Maria Navarrese. Anche quest’ultima con porto e molto accessibile”.
“Un altro itinerario molto interessante sulla costa sud-orientale della Sardegna è quello con partenza da Pula: da qui è meraviglioso ridiscendere verso il Golfo degli Angeli di Cagliari e trovando a est il porto di Teulada, purtroppo particolarmente congestionato in questo periodo estivo”, aggiunge il velista oristanese Francesco Usai. “Scendendo ancora si trova l’Isola di Tuerredda, con acque molto belle”.
Veleggiando per mare, in sicurezza
Andare per mari è sicuramente una meravigliosa esperienza, ma la sicurezza non deve mai passare in secondo piano. “Sono essenzialmente due le situazioni nelle quali si sceglie di andare in barca vela”, spiega Doriana Licheri. “La prima è per motivi agonistici, con regate i cui percorsi sono scelti e studiati. Mentre la seconda è sicuramente per scopi ricreativi, per andare alla scoperta dei mari con amici e parenti, che spesso non hanno mai navigato. In questo caso è indispensabile una conoscenza approfondita delle coste: veleggiare a poche miglia presenta delle insidie, soprattutto per chi non conosce bene le carte nautiche. È indispensabile non avventurarsi troppo in acque sconosciute”.
Anche il meteo influisce sulle rotte da seguire. “Si deve navigare sempre visionando con anticipo le previsioni, per evitare di mettersi in mare con pericolo di maltempo”, aggiunge Francesco Usai. “Altro dettaglio importante sono i porti: per esempio, tra Bosa e Carloforte, lasciando da parte Oristano, ci sono 50 miglia di mare, equivalenti a 10 ore di navigazione con pochissime cale e approdi. È dunque consigliabile contattare sempre le autorità marittime e i porticcioli per capire se è possibile trovare un posto libero”.
“Infine consiglio a tutti di lasciare da parte i posti troppo turistici: tante barche, persone e mare sempre mosso a causa dei motori delle imbarcazioni, non fanno vivere a pieno la barca a vela”, conclude Francesco Usai. “Meglio scegliere tratti meno frequentati che siano più libertà. Un esempio è l’Isola di Mal di Ventre con la sua Cala Pastori, con il suo mare libero e poco affollato”.
[ Progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]