Sabato 2 settembre 2023
Il terzo pontile di Torregrande rischia di fare la fine del primo: è crollato due giorni fa, a causa del cedimento di una decina di piloni, e probabilmente resterà un rudere, perché non ci sono né risorse né progetti per recuperarlo.
Primo e terzo pontile appartengono al Demanio dello Stato, mentre il secondo – ancora utilizzato – appartiene all’ex Sipsa.
“Il Comune attualmente non ha alcuna competenza o risorsa per intervenire sui due pontili”, spiega il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, Giuseppe Pinna. “L’unica cosa che può fare in queste situazioni è supportare gli organi dello Stato – la Capitaneria di porto e l’Agenzia del Demanio – a mettere in atto le misure di sicurezza nella zona”.
“Come abbiamo già fatto in passato”, dice l’ingegner Pinna, “per il primo pontile provvederemo a sistemazione cartelli, transenne e segnali per informare i cittadini del pericolo che rappresentano le due strutture. Abbiamo visto che cosa può accadere, da un momento all’altro, quando mancano gli interventi di manutenzione delle opere pubbliche”.
I progetti ipotizzati nel passato per il riutilizzo del primo pontile a fini turistici sono oramai solo un ricordo e sarà difficile che ve ne siano nel futuro, visto il suo stato di degrado.
“Purtroppo il primo pontile oramai è diventato un rudere”, conferma Giuseppe Pinna, “dopo i recenti crolli è difficile anche pensare al recupero o alla rimozione delle macerie: sarebbe decisamente costoso”.
Insomma, il destino delle due strutture sembra segnato, perché nemmeno il Demanio è interessato al loro recupero: qualche anno fa aveva provato a cederli al Comune.
Il secondo pontile ancora utilizzato è della perlite.
Il terzo è Sipsa.
Demanio = ENTE parassita, che sta in piedi dai soldi che chiede ai cittadini. Vergogna
altra situazione che è lo specchio di come è ridotta la borgataarina e la cittadina di Oristano. ora transenne, cartelli vari e andiamo avanti per mio 25/30 anni
passati i tempi di quando era illuminato e si poteva pescare su..
credo che fra brillare le parti e rimuovere i detriti sia la soluzione migliore in termini di costi. Forse una settimana di lavoro.
Le macerie si possono conferire in discariche o macinare per essere riutilizzate.
Volendo pensare meglio si potrebbe creare una barriera frangiflutti utile per diversi scopi ed evitare spostamenti e conferimenti degli inerti.
Sarebbe un modo per dare un futuro e una nuova occasione per attività legate a vari sport e nuovi occupati e servizi.