Venerdì, 24 novembre 2023
Nelle ultime settimane si è parlato tanto del futuro dell’aeroporto di Fenosu, chiuso da ormai 13 anni. Diversi sono stati gli incontri istituzionali, ad alcuni ha partecipato anche l’assessore regionale dei Trasporti ,Antonio Moro. Non c’era però Aeronike, la società che controlla il pacchetto di maggioranza della Sogeaor, e che oggi chiede maggiore coinvolgimento e chiarezza sui progetti in discussione.
L’amministratore di Aeronike, Riccardo Faticoni, ha inviato una lettera al sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, all’amministratore straordinario della Provincia, Massimo Torrente, all’assessore regionale Antonio Moro, al Consorzio industriale provinciale dell’Oristanese, alla Camera di commercio di Cagliari-Oristano e alla Sfirs.
Nella nota, Faticoni ricorda le tappe chiave della gestione della Sogeaor, fino alla privatizzazione della società, e che la Provincia di Oristano aveva revocato per irregolarità l’aggiudicazione delle quote a un’altra società, nel 2016. Nessun altro imprenditore in quel momento aveva manifestato interesse verso l’aeroporto.
“Apprendo dalla stampa che nei giorni scorsi ci sono stati diversi incontri tra gli ex soci della società di gestione che oggi mi onoro di rappresentare, volti a valutare la possibilità di partecipare al rilancio dell’aeroporto di Oristano-Fenosu. Come ben sapete”, si legge nella comunicazione che Faticoni ha inviato a Comune, Provincia, Regione, Cipor, Camera di Commercio e Sfirs, “l’argomento mi appassiona non poco, e da anni mi impegno in prima persona affinché l’aeroporto possa trovare nuovi sviluppi, profondendo enormi sforzi sia in termini finanziari che umani”.
“Permettetemi innanzitutto un breve excursus che consenta di ripercorrere i più significativi passaggi che hanno portato all’attuale configurazione societaria: gli ex soci pubblici che attualmente reclamano un ruolo attivo, in passato, dopo aver speso 22 milioni di euro di denari pubblici per avviare un progetto di rilancio dello stesso aeroporto, hanno determinato il quasi fallimento della società a causa di una serie di scelte inopportune che hanno provocato una perdita di ulteriori quasi 6 milioni di euro, con importanti ripercussioni sul territorio. A quel punto la politica locale e regionale ha deciso di non rifinanziare la società di gestione e la società è stata privatizzata. Fu allora che intervennero dapprima l’Aeronike, società che rappresento, e poi la FenAir (di cui detenevo una larga maggioranza)”.
“Per poter salvare la società mi sono fatto carico in prima persona di una serie di oneri pesantissimi lasciati in eredità da parte degli ex soci pubblici: in primis”, scrive l’amministratore di Aeronike, “il ricorso avverso all’aggiudicazione della Provincia, poi i debiti nei confronti di alcuni ex dipendenti, dei sindaci della società e del liquidatore, degli enti previdenziali e di alcuni fornitori. A tutto questo, sempre il sottoscritto ha dovuto far fronte con importanti risorse finanziarie private, enorme dispendio di tempo e di energie, consulenze legali e amministrative, coinvolgimento di specialisti aeronautici e dipendenti di Aeronike, etc”.
“Diverse missioni all’estero sono state necessarie per prendere contatto con le più importanti scuole di volo internazionali. Non ultimo, nel frattempo è intervenuto il Covid, che ha temporaneamente bloccato tutte le attività. Tutto ciò ha prodotto la rimessa in bonis della società, una approfondita analisi di mercato volta a determinare le reali potenzialità dell’aeroporto, un piano di rilancio, la predisposizione di tutta la corposa documentazione richiesta dall’Enac per poter ottenere la nuova concessione e la preparazione dell’aeroporto per la nuova riapertura, che ci auguriamo possa avvenire quanto prima. In breve, anche se dall’esterno può sembrare che tutto langue nel totale abbandono, tante attività sono state portate a termine con successo e si sta lavorando per disegnare l’aeroporto del futuro, energeticamente autosufficiente, ecosostenibile e punto di eccellenza per la formazione dei piloti civili”.
Oggi, 13 anni dopo la chiusura, sembra finalmente che qualcosa si stia muovendo. “L’aeroporto di Oristano-Fenosu ora è finalmente pronto a ripartire. Come voi stessi avete giustamente sottolineato”, si legge nella nota firmata da Faticoni, “è un’infrastruttura che presenta enormi potenzialità, con ricadute positive certe nei confronti del territorio e dell’intera Sardegna, non fosse altro per la posizione strategica e per la vastità del sedime. Seppur molte delle infrastrutture si presentano in eccellente stato, è anche vero che, allo stato attuale, lo stesso aeroporto rivela anche evidenti limiti: la pista di soli 1.200 metri, la portanza della pista e soprattutto dei raccordi che non consente la movimentazione di aerei sopra i 50 passeggeri, le strade vicinali in condizioni precarie, gli ausili alla navigazione strumentale ormai obsoleti”.
“Vi chiedo pertanto quale sia lo sviluppo da voi ipotizzato”, domanda l’amministratore di Aeronike, “se questo sia compatibile con l’infrastruttura attuale oppure se immaginate ulteriori ampliamenti, e in quali tempi questi sviluppi possano concretizzarsi. Dal canto nostro, in qualità di socio di maggioranza che detiene complessivamente il 73%, auspichiamo sinceramente una collaborazione con il pubblico che possa fungere da acceleratore, ma gli obiettivi, i tempi e le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo, devono essere chiari fin dal principio”,
“Inoltre riteniamo che un punto fermo debba essere una gestione sana, in grado di mantenere costantemente un equilibrio economico-finanziario”, conclude Faticoni. “Dei tanti errori fatti in passato è necessario fare tesoro ed evitare di ripeterli per il futuro, affinché l’aeroporto di Oristano-Fenosu possa finalmente diventare una risorsa importantissima al servizio della comunità, delle aziende e dei trasporti della Sardegna. In quest’ottica noi siamo pronti fin da adesso ad affrontare discorsi condivisi con chiunque voglia apportare valore aggiunto. Auspichiamo pertanto che ci vogliate quanto prima coinvolgere per discutere in maniera condivisa, fattiva e propositiva di eventuali sinergie per lo sviluppo dell’aeroporto”.
Il succo e il vero significato delle parole di Faticoni è: “la situazione è malandata ma io ho il coltello dalla parte del manico”. Morale della favola? Sono passati 7 anni e ne potranno passare altri 7 senza riaprire l’aeroporto!
Il succo è quello che dico ogni volta che si parla di Fenosu… primo 30 milioni di soldi pubblici buttati via… una pista insignificante in termini di lunghezza… sistemi di ausilio alla navigazione aerea altro che obsoleti… inesistenti, visto che nei sei mesi di apertura si navigava a vista e non dopo il tramonto o prima dell’alba e mai in presenza di nebbia… Tutte le infrastrutture collegate qualora si investa su un allungamento della pista andrebbero rifatte così come il livello dei VV.FF. e di conseguenza anche la torre di controllo…. Domandiamoci… quanti soldi? Per ottenere cosa? Aerei da 50 passeggeri? Aerotaxi?… una miseria, altro che sviluppo del territorio
22 milioni di euro intanto sono stati spesi.
Con quei soldi si rimetteva Oristano a nuovo, creando chissà quanti posti di lavoro.
Ma siccome l’aeroporto ormai è costruito bisogna in qualche modo metterlo in attività e produttivo, visto che i soldini PUBBLICI sono stati spesi !
Sempre che “qualcuno “ non voglia continuare a boicottare ogni struttura strategica che possa sorgere nell’ oristanese.
Chi ha orecchie per intendere intenda.
Le motivazioni della Aeronike sono condivisibili. La gestione pubblica ha creato solo danni, dipendenti a spasso e debiti verso imprenditori anche locali. Non si può gestire un aeroporto come uno strumento di consenso elettorale con progetti velleitari e irresponsabili a spese della comunità.
Vorrei solo esprimere un parere personale , ci sono realtà in Europa , belle cosiddette Isole minori , una volta anche riconosciute vine “territori in ritardo di sviluppo ” nelle quali l’apertura di una infrastruttura aeroportuale ha significativamente contribuito a sviluppare e riqualificare l’economia locale , a 360 gradi. Ovviamente serve una visione d’insieme, non pensare all’aeroporto come “attore unico ” bensì punto di forza all’interno di progettualità pensate , e da concretizzare . Sarebbe troppo lungo dettagliare i particolari, e questa non è la sede adatta, resta il fatto che in regioni d’Europa come lo a Corsica, che vale 1/3 della superficie regionale Sarda con poco meno di 1/6 degli abitanti, coesistono 4 Aeroporti , e tutti inizialmente sorti con il principio della continuità territoriale. Quelle che poi sono state le importanti ricadute a valle delle infrastrutture messe a sistema sono facilmente rilevabili . In ultima analisi se tanti Oristanesi resteranno convinti che l’aeroporto di Cagliari è a soli 90 km e si raggiunge con l’ausilio di un treno e fermata aeroportuale dedicata , amen! Non si potrà più parlare di problemi della politica o di capacita/incapacità imprenditoriali etc… Ma più onestamente occorrerà guardare in faccia la realtà è rendersi conto che il territorio non vuole l’aeroporto , o meglio non ne è più convinta come lo era pochi anni fa quando 74 (altri) Sindaci hanno pubblicamente dichiarato l’importanza del collegamento aereo in partenza/arrivo su Oristano -Fenosu .
Prima che degli altri le colpe sono spesso di noi stessi.
perfettamente d’accordo con Mauro Grussu. L’aeroporto non è solo per i 30mila oristanesi, bensì per tutto il bacino di utenti di tutta la provincia e sconfinando anche di abitanti vicini deve province di Nuoro e Medio Campidano. Cioè per quasi 300mila abitanti.