Venerdì, 15 dicembre 2023
No alle scorie nucleari nell’Oristanese e in Sardegna. È quanto sostengono il consiglieri di minoranza di Oristano che sul tema hanno presentato una proposta di ordine del giorno.
“Chiederemo che venga portata all’attenzione dell’aula nella sessione di lavori del consiglio già convocata per il 19 e 21 dicembre, spiega Efisio Sanna, primo firmatario.
La proposta accorda pieno mandato al sindaco affinché possa “esercitare e favorire tutte le intransigenti azioni istituzionali, amministrative e di altra natura democratica, utili a rappresentare in qualunque sede la presente deliberazione” e ancora “promuovere, per quanto di propria competenza, l’unità delle forze politiche e sociali del territorio Oristanese perché i comuni dell’Alta Marmilla e l’intera Sardegna vengano stralciati dai possibili siti idonei ad ospitare le scorie nucleari”.
I consiglieri Efisio Sanna, Carla Della Volpe, Francesca Marchi, Umberto Marcoli, Francesco Federico, Maria Obinu, Massimiliano Daga e Giuseppe Obinu propongono che il Congilio deliberi di “ribadire, senza tentennamento alcuno, la denuclearizzazione del proprio territorio Comunale e l’assoluto divieto, di stoccaggio e transito- anche temporaneo – di scorie nucleare; riaffermare, con ferma decisione, la totale contrarietà all’individuazione della Sardegna quale sede di siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi; condividere e fare propria l’annunciata battaglia delle comunità di Albagiara, Assolo e Usellus e del sud Sardegna”.
Nel documento si ricorda che il Consiglio Comunale di Oristano, all’unanimità, aveva già respinto l’intenzione che la provincia e l’Isola diventassero sede di depositi nucleari. “E continuerà a respingere con forza ogni tentativo di relegare la Sardegna quale pattumiera nucleare, con irreversibile danno per la vocazione turistica dell’isola e la compromissione del proprio sviluppo fondato su una economia eco-sostenibile, sul rispetto del patrimonio ambientale e sulla valorizzazione della bellezze culturali, storico, nuragiche e prenuragiche e naturalistiche”, si legge nel documento.
“Qualsiasi rifiuto legato al nucleare è incompatibile con gli interessi della Sardegna, e meno che mai con quelli del territorio Oristanese che da anni si vede impegnato in una idea di sviluppo non conciliabile e con la presenza di scorie radioattive”, si legge ancora nel documento, nel quale viene precisato che “la chiara scelta, già operata, di ospitare l’investimento sull’Einstain Telescope, pone la Sardegna fuori da qualsiasi malaugurata ipotesi di stoccaggio delle scorie”.
“I sardi, con oltre il 97% dei contrari, attraverso il referendum popolare del 2011, hanno espresso una chiara, forte, autorevole e irrevocabile contrarietà alle scorie nucleari in Sardegna”, ricordano i consiglieri comunali di opposizione. “La Sardegna ha già pagato e paga, in diverse forme il tributo verso lo stato Italiano”, continuano con riferimento ai “numerosi siti inquinati dalla industria legata alle partecipazioni statali”.
“La Sardegna, più di ogni altra regione”, si oppone la minoranza consiliare, “subisce le interdizioni, le diseconomie e i durevoli inquinamenti derivanti dalla presenza delle servitù militari, che rappresentato il 60% del totale italiano, con circa 35.000 ettari di territorio occupato, oltre alle limitazioni e inibizioni che interessano anche l’ambiente marino in considerazione della presenza dei 3 poligoni militari più grandi d’Europa”.
Sempre con questa irrazionale paura delle “scorie”.
io non riesco a capire perché non si riesca ad affrontare la discussione su tutto ciò che riguarda la radioattività in maniera laica senza dovere per forza prendere posizioni talebane . La stessa immagine riprodotta nel titolo di questo articolo dimostra l’approccio mentale distorto.
Visto che non abbiamo centrali nucleari le scorie che produciamo sono per lo più provenienti da materiale esausto di provenienza medica e da lavorazioni industriali. Il materiale radioattivo di natura militare potrebbe essere l’unico materiale che potremo rifiutare di stoccare ma non per il pericolo ma per dare un segnale che non amiamo le armi di distruzione di massa. La radioattività è oramai in tutto quello che muove la nostra civiltà
Pongo allora un domanda. Ma se non vogliamo le “scorie” radioattive da altre regioni mi spiegate dove mettiamo quelle che produciamo noi in Sardegna (perché sia chiaro che anche noi ne produciamo)?
O qualcuno pensa che noi non vogliamo le scorie ma altri devono prendersi ne nostre?. Che ci piaccia o non prima o poi dovremo affrontare questo problema. La proposta di questa agenzia governativa ha in se un errore ovvero ogni regione deve avere il suo deposito e smaltire quello che produce cosi ognuno in casa sua verifica il corretto smaltimento