Sabato, 24 agosto 2024
Un ricorso all’Unione europea che sarà presentato dal Comitato per l’insularità in Costituzione; la prosecuzione della raccolta di firme a sostegno della proposta di legge Pratobello 24; i dubbi sull’efficacia delle strategie della Giunta Todde nel contrastare i cantieri per la realizzazione delle rinnovabili che stanno distruggendo la Sardegna. Sono alcuni degli elementi di fondo emersi nel convegno-dibattito “Un’isola da salvare”, oggi a Oristano all’Auditorium San Domenico per iniziativa dell’associazione Liberanimos.
È stato Gian Valerio Sanna, ex assessore regionale dell’Urbanistica, ad annunciare la preparazione di un ricorso giurisdizionale all’Unione europea per danno ambientale, in violazione delle norme previste dalla Convenzione europea del paesaggio. Sanna ha inoltre ricordato che la Regione aveva anche la possibilità di ricorrere contro il decreto Draghi, ma avrebbe dovuto farlo entro lo scorso 21 agosto.
Il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, nel saluto introduttivo ha ribadito che “siamo davanti ad un tema delicato che ci vede tutti coinvolti. Lo vediamo tutti che il nostro ambiente ambiente è stato violentato per interessi privati. Condivido la protesta e abbiamo promosso come amministrazione questo convegno perché la gente va informata”.
“A breve convocherò i sindaci di tutta la provincia” ha concluso Sanna, “per proseguire questa nostra battaglia. Dobbiamo lasciare a chi arriva dopo di noi un ambiente sano, nel quale si possa vivere. Non sono contro le energie rinnovabili, ma non possiamo accettare questa speculazione che mette a rischio la nostra peculiarità: i beni ambientali e paesaggistici”.
Michele Zuddas, avvocato promotore della legge Pratobello 24, ha ricordato di aver presentato un esposto alla magistratura sui lavori fatti per l’impianto di Villacidro. Ed ha sostenuto che nella Giunta Todde è presente un assessore che ha un “enorme conflitto di interessi visto che gestisce un’azienda che fornisce servizi alle aziende che producono le energie alternative”.
Maria Antonietta Pirrighddu, del Coordinamento Gallura, ha insistito sulla “mostruosità a cui ci stanno obbligando. Come sardi non abbiamo il diritto di decidere per la nostra terra, non siamo più padroni a casa nostra. Abbiamo lo strumento delle firme a sostegno della legge Pratobello e non ci arrenderemo”.
“Andiamo tutti a firmare”, ha concluso Pirrigheddu. “Questa non è una transizione energetica, è una transazione economica, una nuova servitù. Alla presidente Todde ribadiamo che in Sardegna non abbiamo aree idonee. Per questo motivo non abbiamo aderito alla proposta dell’assessore regionale dell’Urbanistica. Non vogliamo essere coinvolti in questa farsa”.
Maurizio Onnis, sindaco Villanovaforru, ha ricordato che il suo Comune è stato il primo ad avviare questa battaglia contro gli impianti di energie alternative: “Abbiamo fatto resistenza quando dieci anni fa hanno messo in piedi 13 pale da mini eolico, abbiano promosso un comitato proprio per opporci a questi impianti. Anche allora avevamo condannato questa speculazione energetica che stava portando alla vendita delle terre dei nostri contadini, li abbiamo bloccati perché in quelle campagne era presente il vincolo degli incendi, e non sono stati realizzati impianti”.
“Nessuno a Villanovaforru ha venduto la terra o ceduto mai il diritto alla superficie”, conclude Onnis. “Purtroppo questo lavoro non è stato fatto negli altri comuni. Noi abbiamo costituito la prima comunità energetica, e ne esiste purtroppo solo un’altra in Sardegna. Non ci aspettiamo niente oggi dal centro sinistra. Lo scorso anno abbiamo avuto esperienze terribili dal governo di centro destra. Non ci aspettiamo niente nemmeno da questa maggioranza. Mettiamo le firme ma non aspettiamoci niente”.
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in tutta sincerità ho l’impressione che questo sommovimento di protesta per le pale eoliche e i campi fotovoltaici stia sfuggendo di mano a chi deve fare l’amministratore . A qualsia livello. Continuo a sentire proclami che servono a volte solo per dare fiato alla bocca me se poi ci si sofferma a fare 2 conti si capisce che senza fotovoltaico e eolico non si va da nessuna parte. Parto da un punto. Non vogliamo essere il deposito delle scorie radioattive figuriamoci di un centrale atomica anche se di ultima generazione. Non vogliamo i termovalorizzatori ,non vogliamo le centrali a biomasse, con vogliamo i rigassificatori , non potremo tenere le 2 centrali a carbone che per inciso sono quelle che oggi producono la maggior parte dell’energia che consumiamo, Non siamo neanche disposti a ridurre del 50% i consumi di energia che consumiamo. Domando allora a chi ha la verità in tasca : come si pensa di fare fronte alle richieste di energia? Da quello che si legge la regione Sardegna ha deciso di lasciare il cerino acceso in mano ai comuni e ci sarà da piangere quando si dovrà tirare una riga e decidere dove e quanto territorio destinare alle rinnovabili. Il mio pensiero è : meno pseudo ideologia “sardopaesaggistica” e più concretezza se non vogliamo trovarci in un attimo nel medioevo