Lunedì, 2 settembre 2024
A Oristano continua la mobilitazione dei sindaci della provincia contro i pericoli della speculazione legata ai progetti sugli impianti di produzione energetica. Venerdì prossimo, 6 settembre, alle 10.30, i sindaci si ritroveranno nella sala convegni del Seminario arcivescovile di Oristano per individuare una linea di condotta comune e tutelare i territori e le comunità locali.
A chiamarli a raccolta – con la consapevolezza che quello dell’invasione eolica sia un tema comune a tutte le comunità locali – è stato il primo cittadino di Oristano, Massimiliano Sanna.
“Sono certo che tutti stiamo vivendo con trepidante preoccupazione il problema della transizione energetica”, ha scritto il sindaco Sanna nella lettera di invito, “soprattutto per la paventata ipotesi che i nostri territori possano essere individuati come luoghi per l’installazione di impianti di produzione di energia alternativa, in virtù di norme europee e nazionali. Il problema della transizione energetica in Sardegna è oggi motivo di un complicato rapporto tra le amministrazioni comunali e i cittadini, i quali riversano sui sindaci, in particolare, le proprie oggettive preoccupazioni per l’impatto ambientale che il possibile insediamento di impianti industriali eolici, fotovoltaici e agro voltaici causerebbe nei territori municipali e sulle collettività”.
“Ritengo utile promuovere un incontro con tutti i sindaci della provincia di Oristano per approfondire la problematica e individuare azioni politiche e amministrative condivise, per tutelare i nostri territori e fornire, anche con l’organizzazione di ulteriori pubblici incontri sulle tematiche di cui sopra, un’informazione tempestiva, corretta e doverosa. Ci accomuna il desiderio di conoscere”, conclude la lettera firmata dal primo cittadino di Oristano, “di essere coinvolti ed esprimere un parere sulle scelte che riguardano la nostra terra, evitando il consumo di suolo che sarebbe causato dalla costruzione di nuovi impianti di produzione energetica e l’irreversibile e devastante modifica dei luoghi in cui viviamo e del patrimonio, ambientale e identitario, di cui andiamo fieri, contro ogni forma di speculazione”.