Appello dei sindaci da Oristano: “No alle speculazioni delle rinnovabili”. Ma tante le assenze

Presenti poco più del 20% dei primi cittadini della provincia. Critiche alla Regione sulle scadenze legate alle aree idonee

Stamane l’incontro dei sindaci in seminario – Foto Ufficio Stampa Comune di Oristano

Venerdì, 6 settembre 2024

“Siamo favorevoli alla transizione energetica, ma siamo contrari a ogni forma di speculazione e a scelte calate dall’alto che non tengano conto delle posizioni delle comunità e delle istituzioni locali”.

I sindaci della provincia di Oristano sono uniti nel ribadire la posizione delle loro comunità contro i pericoli della speculazione legata ai progetti sugli impianti di produzione energetica. All’invito del primo cittadino del capoluogo, Massimiliano Sanna, hanno risposto una ventina di sindaci che nel salone del seminario tridentino si sono confrontati sulla strategia migliore da mettere in campo per contrastare quella che è stata definita una invasione della speculazione.

Sanna ha aperto il dibattito invitando tutti a trovare una linea condivisa “a cominciare dall’individuazione delle aree idonee e di quelle non idonee. I tempi che ha imposto la Regione sono troppo stretti e le strutture tecniche dei comuni non sono in grado di fornire le risposte richieste”.

Una valutazione condivisa da tutti, sia pure nella consapevolezza che i processi se non sono governati vengono imposti e si corre il rischio che le decisioni siano assunte senza che le comunità locali abbiano il tempo per esprimersi.

“Siamo di fronte a un’aggressione difficile da fermare e per questo motivo è ancora più importante la consapevolezza e l’unione”, ha detto Antonio Pili, sindaco di Allai. “Il metodo di coinvolgimento seguito dalla Regione non è adeguato”.

Massimiliano Sanna – Foto Ufficio Stampa Comune di Oristano

Per la sindaca di BonarcadoAnnalisa Mele, “bisogna far sentire la nostra voca a Roma, perché solo una moratoria nazionale potrebbe servire a interrompere i tempi. Siamo favorevoli alla transizione energetica, ma la nostra è una ferma condanna a questa invasione sconsiderata. Ci chiediamo, inoltre, che fine farà l‘energia che verrà prodotta. Non esistono gli impianti per lo stoccaggio”.

“Bisogna fare fronte comune, da soli non otteniamo niente. Peraltro, dire no a tutto non porta niente”, ha sottolineato il sindaco di Ula Tirso Danilo Cossu. “Chiediamo che si tenga conto dei sacrifici già compiuti dai territori e che nel calcolo della capacità produttiva venga conteggiata anche la quota di energia già prodotta, ad esempio quella della diga sul Tirso”.

Il sindaco di Busachi Gianni Orrù si è detto rammaricato per la scarsa presenza di sindaci all’incontro di Oristano: “Gli assenti hanno già abbandonato il campo? Oggi la presenza di tutti era fondamentale. La Regione ci impone un quesito stringente, ma non siamo nella condizione di individuare le aree idonee. Allo stesso tempo non possiamo non essere preoccupati per ciò che potrebbe accadere se non esprimessimo il nostro parere”.

“Abbiamo necessità di energia e serve che sia a basso costo per le nostre aziende”, ha evidenziato la sindaca di Tramatza Sebastiana Moro. “Partiamo allora dalla conoscenza del fabbisogno presente e futuro. È un punto di partenza indispensabile per un ragionamento su un tema tanto importante come quello dell’energia”.

Nino Manca, assessore all’agricoltura di Milis, ha ammonito: “Stiamo attenti, non è la prima volta che si realizzano progetti calati dall’alto che non tengono conto dei pareri dei comuni. Milis con gli impianti già realizzati e con quelli previsti sacrificherebbe il 20% del suo territorio”.

“Gli impianti per la produzione di energie rinnovabili non devono mettere a rischio le produzioni agricole e alimentari”, ha osservato la sindaca di Arborea Manuela Pintus. “Dobbiamo far sentire la nostra voce a Roma e far capire che siamo contrari a ogni forma di speculazione”.

“Dobbiamo ascoltare il popolo e ciò che sta chiedendo è chiaro a tutti”, ha puntualizzato il primo cittadino di Tadasuni Pierpaolo Pisu. “Nel momento in cui la Regione ci impone una risposta in pochi giorni, il Consiglio regionale si prende tre settimane di ferie. Roma deve capire il problema sociale della Sardegna e valutare i sacrifici che la nostra isola ha già affrontato con servitù di ogni tipo: militari, industriali, culturali, dei trasporti”.

Dal sindaco di Paulilatino Domenico Gallus “porte sbarrate dalla nostra comunità dove sono state raccolte 600 firme a sostegno della proposta di legge Pratobello. Sottolineo con dispiacere la mancanza dei sindaci di centrosinistra a questa assemblea”.

Infine il primo cittadino di Narbolia Gian Giuseppe Vargiu ha invitato a valutare adeguatamente sul ruolo dei comitati spontanei.

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