Oristano città policentrica: dal convegno idee per un nuovo ruolo guida

Amministratori passati e attuali a confronto

Il tavolo delle presidenza durante il convegno nel Seminario

Sabato, 26 ottobre 2024

Una trasformazione urbana, sociale e culturale che faccia assumere ad Oristano un ruolo di guida e di riferimento nello sviluppo di una condizione di maggiore centralità politica, istituzionale ed economica rispetto al territorio circostante e all’intera provincia. Sono gli obiettivi proposti nel corso del convegno “Oristano città policentrica”, organizzato dall’Associazione culturale senatore Lucio Abis, con il contributo della Fondazione di Sardegna, ospitato nella sala Papa Paolo VI del Seminario tridentino.

“La Provincia di Oristano con i suoi 88 Comuni risulta un ambito territoriale a forte spopolamento e con gravi ritardi nello sviluppo territoriale” ha detto nel suo intervento Pietro Arca, ex sindaco e presidente dell’Associazione Lucio Abis.  Col tramonto delle Province nel panorama istituzionale locale, è quanto mai necessario che la città ritorni nuovamente ad assumere un ruolo regolatore e possa governare lo sviluppo allargando il proprio sguardo al territorio, non solo all’ambito urbano. Ecco perché occorre pensare ad una Oristano policentrica, che rappresenti il fulcro e la propulsione di una serie di fattori territoriali, capace di esprimere la ricchezza del territorio dell’oristanese sia in termini di ambiente e naturalità, ma anche di servizi e di opportunità di crescita e di sviluppo”. 

Il professor Corrado Zoppi (docente del Dipartimento di ingegneria civile all’Università di Cagliari) ha parlato di soluzioni naturali per l’adattamento ai cambiamenti climatici, illustrando delle idee per la definizione di politiche sull’assetto del territorio urbano, analizzando nel dettaglio le caratteristiche del territorio provinciale con le potenzialità offerte del Monte Arci e dal fiume Tirso. Giuseppe Melis (docente del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Cagliari) ha parlato di sviluppo economico del territorio provinciale e delle sue potenzialità. 

Il sindaco Massimiliano Sanna ha ricordato l’impegno del senatore Abis per far crescere la città e la provincia, con la creazione del Consorzio industriale e del porto. “Non siamo più una città policentrica” ha detto il sindaco, “la città dovrebbe riassumere questo ruolo per riunire la costa con i centri dell’interno che si spopolano. Occorre però fare rete e sviluppare maggiormente le potenzialità, puntando sullo sviluppo delle le risorse naturali, del porto, dei musei, e facendo ripartire l’aeroporto”.

L’amministratore straordinario della Provincia, Battista Ghisu, ha ricordato che fu proprio Lucio Abis nel 1974 ad annunciare la nascita della nuova istituzione. “Oggi sembra che le Province non esistano, che siano state depotenziate” ha detto Ghisu, “ma sono rimaste in Costituzione ed esistono. Oristano ha avuto il suo ruolo dalla storia, ha combattuto contro l’occupazione spagnola. Oggi insieme agli altri paesi deve tornare ad avere un ruolo trainante. Lo può fare grazie ai nostri beni ambientali, storici e archeologici. Facciamo rete, cancelliamo le disconnessioni e rimettiamoci a lavorare”. 

Carlo Corrias, presidente del Consorzio di bonifica, ha ricordato che la provincia di Oristano fornisce il 40% della produzione agricola regionale. “Questo ci dice che l’agricoltura è trainante per il nostro tessuto economico. Lo Stato in Sardegna ha infrastrutturato 185mila ettari di zone irrigate, dei quali 36mila sono nell’Oristanese. Utilizziamo quelle risorse per il 65%, mentre gli altri consorzi le sfruttano solo per il 28%. Siamo una piccola provincia, ma riusciamo a valorizzare le strutture che ci hanno dato”.

Corrias ha però messo in rilievo che nei prossimi decenni la Sardegna, con i cambiamenti climatici, rischia la desertificazione del 50% del proprio territorio.  “L’acqua è fondamentale, abbiamo gestito le risorse con lungimiranza ma abbiamo visto anche la disperazione per la siccità, che in molte zone della Sardegna ha messo in ginocchio aziende e campagne. Una settimana fa abbiamo svolto un convegno organizzando un incontro con le scuole. Dobbiamo investire sulle nuove generazioni”.

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L’ex sindaco Guido Tendas ha ricordato che con la sua giunta aveva avviato quei progetti riproposti dalle relazioni di Zoppi e Melis, dal parco fluviale del Tirso al progetto della Ivi petrolifera a Torre Grande, fino alle tematiche legate al turismo. Tendas si è anche soffermato sulla vicenda dell’ex carcere di Oristano. “Per il Demanio e lo Stato è solo un ex carcere”, ha detto Guido Tendas, “mentre per noi oristanesi è stata la reggia giudicale. È necessario che le parti si incontrino. Un monumento quando viene dismesso cessa quelle funzioni. Quell’edificio ha finito la sua ragione d’essere. Nello stesso momento interviene lo Statuto regionale: ha già consentito, quando Pigliaru era presidente, di richiedere il passaggio alla Regione per trasferirlo al Comune di Oristano. Negli statuti del Comune e della Provincia viene ricordato che quell’edificio va restituito alla comunità locale. Ritengo grave che lo Stato con il Demanio venga ad Oristano e senza nemmeno la presenza del Comune firmi un accordo. Non siamo contro il Demanio o la Prefettura, ma le cose si devono fare in modo regolare e nel rispetto delle istituzioni locali. Ci sono altri edifici che possono ospitare la Prefettura, come l’ex palazzo Paderi o l’ex caserma della Finanza, che oggi ospita la Commissione tributaria”.

Il presidente del Consorzio universitario Uno, Gian Valerio Sanna, in conclusione ha apprezzato che si fosse discusso sui veri problemi della collettività. “Il titolo del convegno è una provocazione, Oristano città policentrica. Oggi dove guarda la città? Dovrebbe guardare al territorio. Ma qual è? Il sistema dovrebbe essere il territorio provinciale. Mentre noi subivamo le insidie populiste contro le Province, Sassari e di Cagliari si sono portate a casa l’Area metropolitana. E hanno una programmazione di contrasto sulla programmazione dei fondi  generali che non ha nessuno. Le Province di Nuoro e Oristano, le aree interne della regione, oggetto di approfondimento nelle discussioni delle commissioni parlamentari sulle condizioni di degrado e di arretratezza, indicarono nel rilancio di questi territori la necessità per riportare la Sardegna a un livello di competitività. Le due Province devono trovarsi e cominciare a ragionare su come si esca da questo vicolo cieco. Difficile trovare una soluzione se tutto è programmato a Cagliari, dove non ho forza di contrasto, e quando non ho un’idea di sviluppo da portare avanti”.

Un momento del convegno

1 commento

  1. 40 persone mal contate che tra le altre cose rappresentano la ragione dello stato in cui versa lo stato della città non possono rappresentare a pieno un consesso chiamato a elaborare idee per il futuro della citta. Se vogliamo veramente creare un incubatore di idee e proposte che poi vengano veramente realizzate allora occorre aprire a menti nuove con esperienza e visione concreta di un futuro agganciato alla trasformazione della società e del territorio . Con la prossima generazione la Sardegna, la provincia di Oristano e la stessa città dovranno confrontarsi con problematiche cha ad oggi ancora non abbiamo percepito a pieno.

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