Mercoledì, 22 gennaio 2025
Sabato prossimo, 25 gennaio, alle 18 nella sala Mythos del Museo Diocesano Arborense di Oristano sarà inaugurata Mímesis, mostra personale di Marcello Simeone. L’artista cagliaritano propone nuove visioni e suggerisce interpretazioni del magmatico mondo contemporaneo, con linguaggi provenienti dal mondo della fiber art. L’esposizione potrà essere visitata il mercoledì dalle 10 alle 13 e dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
“Il fascino del colore, armonizzato nella lucente e sicura composizione delle strutture geometriche”, scrivono i curatori Antonello Carboni e Silvia Oppo, “sembra evocare il volto di una società costituita sempre più da oggetti ammiccanti e travolgenti, ai quali vogliamo somigliare e non sappiamo rinunciare, ma soprattutto, nei quali inconsapevolmente spesso ci perdiamo. Osservare le opere che l’artista ci offre sussume un comfort di gusto appartenente all’attuale ed elegante mondo pop, giovanile, sostenuto, colorato, fintamente informale. La trappola del narcisismo è implacabile, perciò, costellati di opere eccentriche, rifinite in modo magistrale e dense di sperimentazioni e contaminazioni artistiche che giungono anche da un nobile passato, non possiamo che specchiarci”.
“E di piccoli specchi, come quelli delle allodole, si tratta. I vetri sono ipnotici”, continuano Carboni e Oppo, “disposti in una vibrante armonia, rapiscono per la loro purezza ma nulla è come sembra. L’arte imitativa della mímesis di Simeone non sta nel rappresentare gli uomini per come sono, piuttosto per come appaiono. Crea degli eïdola, illusioni, oggetti irreali che riproducono cose reali. Tante opere di diversi formati e una installazione guideranno il visitatore in un viaggio che riflette tutto l’esistenzialismo dell’artista”.
“Assistiamo a un riscatto dell’arte nella sua funzione orientante e Marcello utilizza la costruibilità del bello per sottolineare la stessa mímesis che tutto sovrasta e confonde. Avventurarsi nell’esperienza narrativa del lavoro di questo ermetico e raffinato artista, significa prepararsi moralmente a non lasciarsi abbagliare dalle Luci della città, c’è sempre un velo che dobbiamo scoprire e non sempre al di sotto si cela il simbolo della prosperità che sembra attenderci e che ci celebra, ma troveremo forse, come nel film di Chaplin, quello spirito vagabondo e critico che sarebbe bene non abbandonare agli incantesimi dello sguardo egocentrico. Pillola rossa per la verità, pillola blu per restare esattamente cosi come siamo. Ad offrircela non è, a caso con il nome del dio dei sogni, Morpheus del film Matrix, ma l’artista Marcello Simeone. Una pillola che è un proiettile”.
Diplomato in pianoforte, Marcello Simeone ha maturato conoscenze e competenze relative alle arti visive e plastiche attraverso l’assidua frequentazione, dal 1980 a oggi, di tutte le edizioni delle esposizioni internazionali della Biennale di Venezia. È in questo contesto che nasce in lui la necessità di porre in relazione il rigore accademico degli studi musicali con quello della contemporaneità artistica. In un crescendo di curiosità, stimoli e idee sull’oggi, questo approccio lo conduce a lavorare, oltre che con il suo strumento musicale, con oggetti, materiali, colori e tecniche volti alla costruzione di un nuovo racconto espressivo fondato sulle immagini.