mercoledì, 12 Marzo, 2025

Confartigianato ricorda il maestro Antonio Manis: “Se ne va l’ultimo dei figoli”

L'organizzazione dell'artigianato e della micro e piccola impresa ha ripercorso la storia del decano dei ceramisti oristanesi

Mercoledì, 12 marzo 2025

Confartigianato omaggia il maestro Antonio Manis, che con la sua arte ha reso grande la ceramica artistica di Oristano. Il ricordo che riportiamo qui sotto è firmato da Marco Franceschi, segretario provinciale dell’organizzazione dell’artigianato e della micro e piccola impresa.

Oggi, 12 marzo 2025, ci ha lasciati all’età di 94 anni Antonio Manis, decano dei ceramisti oristanesi e ultimo dei figoli. Con lui si spegne un testimone prezioso di un’arte antica, ma resta viva l’eredità delle sue mani, che per quasi un secolo hanno dato forma alla terra, trasformandola in storia, cultura e bellezza.

Fino a pochi anni fa, ogni giorno, faceva ancora un salto nel laboratorio di famiglia con la scusa di “dare una mano”, ma la verità è che non poteva stare lontano da quel mondo che aveva scoperto da bambino, quando a soli nove anni iniziò l’apprendistato nella bottega di Giuseppe Pinna. Con occhi attenti osservava il maestro, carpendo i segreti, in attesa di ricevere il permesso di poter plasmare i suoi pezzi sul tornio.

Così, giorno dopo giorno, imparò a domare l’argilla, trasformandola in brocche, scivedde, vasi e maschere, oggetti che ancora oggi raccontano la storia e le tradizioni di Oristano. Antonio Manis, nella sua lunga ed intensa vita professionale, ha attraversato un’epoca di profondi cambiamenti. Ha visto il declino del distretto della ceramica d’uso, l’arrivo della plastica e l’affermarsi di nuovi materiali, ma non ha mai rinunciato alla sua passione. Divenne torniante nella fabbrica di laterizi di Ernesto Alquati, poi – su invito di Antonio Corriga- insegnante specializzato torniante per dare forma, tra l’altro, alla creatività stilistica del grande maestro Arrigo Visani all’Istituto d’Arte di Oristano e trasmettendo la sua conoscenza a nuove generazioni di ceramisti. Infine, decise di tornare alle origini, fondando il laboratorio che oggi porta il suo nome, affiancato dai figli Arnaldo e Vitaliano.

Le Ceramiche Manis sono oggi un simbolo della tradizione oristanese, un ponte tra passato e futuro che continua a raccontare, attraverso la terra e il fuoco, la storia di una città e della sua gente. Il Maestro Manis, in una recente intervista, ha affermato di non definirsi un grande ceramista, ma chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di vedere il suo lavoro sa che la sua arte ha lasciato un segno indelebile. E forse la sua più grande eredità è proprio questa: l’amore per la ceramica che ha saputo trasmettere e che continuerà a vivere nelle mani di chi, grazie a lui, ha imparato a modellare l’argilla con passione e rispetto.

Alla famiglia il commosso abbraccio della Confartigianato e la riconoscenza per una vita spesa a beneficio dell’antica arte dei figoli.

Ciao Maestro, che la terra che tanto hai amato ti sia lieve.

Marco Franceschi

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