Due seminaristi di Bauladu e Bonarcado pronti per l’ordinazione diaconale nella Cattedrale di Oristano

La celebrazione in programma domenica pomeriggio

L’arcivescovo Roberto Carboni insieme a Francesco Soru e Marco Ruggiu – Foto di Santino Virdis

Venerdì, 3 maggio 2024

L’Arcidiocesi di Oristano si prepara a vivere un giorno di festa, domenica 5 maggio, per l’ordinazione diaconale di due suoi giovani seminaristi, Francesco Soru e Marco Ruggiu. La solenne concelebrazione, presieduta dall’arcivescovo Roberto Carboni, avverrà in Cattedrale con inizio alle ore 17.

Soru, 33 anni, è originario di Bauladu ed è cresciuto nella parrocchia di San Gregorio Magno. Ha conseguito il Baccellierato all’Istituto Teologico Leoniano di Anagni e ha avuto l’opportunità di integrare la sua formazione con un’esperienza nella comunità Nuovi Orizzonti di Frosinone, a contatto con giovani provenienti dal mondo del disagio e della devianza. Nell’ultimo anno, rientrato in Arcidiocesi, ha collaborato nelle parrocchie di San Paolo a Oristano e di Silì, offrendo inoltre il suo servizio nella Caritas diocesana e nel carcere di Massama. 

Ruggiu, 25 anni, è invece originario di Bonarcado, molto legato alla Madonna di Bonacatu. Dopo l’esperienza nel Seminario diocesano arborense, si è formato nel Seminario regionale a Cagliari, dove ha frequentato la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, conseguendo il Baccellierato in Teologia. Oggi sta proseguendo i suoi studi universitari, frequentando i corsi di Licenza in Teologia Dogmatica e Fondamentale. In diocesi ha collaborato nelle parrocchie di Marrubiu, Seneghe, Ardauli, Sorradile, Bidonì e Nughedu Santa Vittoria. Attualmente fa parte dell’equipe di pastorale vocazionale del Seminario e offre il suo servizio di collaboratore nella parrocchia di San Sebastiano e in Cattedrale a Oristano.

Il diaconato è il primo grado del sacramento dell’Ordine, gli altri due sono il presbiterato e l’episcopato. Può costituire una tappa intermedia verso il sacerdozio ministeriale, in questo caso è identificato come diaconato transeunte, cioè di passaggio, oppure può avere un ruolo stabile di servizio in stretta comunione col vescovo diocesano (nella vita liturgica e pastorale e nelle opere sociali e caritative) allora è chiamato diaconato permanente. Circa il grado dell’Ordine sacro, è conferito da un atto sacramentale chiamato ordinazione così come accade per l’ordinazione presbiterale. Il servizio dei diaconi nella Chiesa è documentato fin dal tempo degli apostoli ed è oggi sintetizzato dal Concilio Vaticano II con la triade: diaconía della liturgia, della predicazione e della carità, con cui servire il popolo di Dio, in comunione col vescovo diocesano e con il suo Presbiterio. Secondo alcuni padri della Chiesa il diacono dovrebbe essere la voce, la mano e il cuore del vescovo (a indicare che il diacono è il ministro più vicino al vescovo, e di riflesso al sacerdote). 

Domenica in Cattedrale saranno presenti i presbiteri dell’Arcidiocesi arborense e certamente i fedeli delle due comunità di origine dei due candidati al diaconato. Non mancheranno neanche i fedeli delle comunità dove Soru e Ruggiu hanno collaborato e dove oggi prestano il loro servizio in comunione con i parroci a cui sono stati affidati.

“Sarà un evento di festa e di gioia per tutta la Chiesa diocesana”, si legge in una nota dell’Arcidiocesi arborense, “una boccata d’aria in una situazione in cui i sacerdoti sono sempre di meno per anzianità e per mancanza di vocazioni. L’augurio che come Chiesa arborense nasce da questo evento è che l’ordinazione di Francesco e Marco possa essere occasione di testimonianza viva che aiuti a far rifiorire la vocazione al sacerdozio”.

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